Il viaggio psicologico di Vincent prende vita: l’epopea horror che sfida la realtà ora su Steam

The Lies We Tell Ourselves (qui la nostra copertura principale) è un horror psicologico in prima persona, sviluppato dal talentuoso Poopsy, un one-man band che ha infuso il suo progetto con profondità emotiva e ricercatezza estetica. Il gioco, disponibile su Steam in formato episodico, è un viaggio attraverso enigmi, introspezione e momenti di tensione, la cui atmosfera cupa e il gameplay narrativo promettono un’esperienza a tratti destabilizzante ma soprattutto affascinante.

Il progetto prende vita

Finalmente, dopo mesi di duro lavoro, The Lies We Tell Ourselves è diventato realtà. Siamo molto felici che il progetto stia finalmente vedendo la luce. Questo percorso non è stato facile, e il cammino per realizzare un gioco di questa portata è stato ricco di sfide. Ma la soddisfazione di vedere il gioco disponibile su Steam, con la sua atmosfera unica e la profondità emotiva che Poopsy ha saputo infondere in ogni dettaglio, è una grande soddisfazione.

La resa grafica è notevolmente migliorata rispetto alla demo precedentemente disponibile sempre su Steam, ma personalmente non avevo il minimo dubbio a riguardo.

The Lies We Tell Ourselves nuova grafica

Poopsy, un art director in pensione di 49 anni che vive ad Amsterdam con il marito e due gatti, che abbiamo intervistato quasi due anni fa, ha dato vita a un gioco che non solo esplora la mente umana in modo complesso, ma riflette anche un percorso di crescita personale e professionale.

Poopsy

Il gioco è nato da un intreccio di esperienze personali e influenze culturali. Tra le ispirazioni cita Delitto e Castigo di Dostoevskij, le atmosfere cupe di Silent Hill e i testi criptici dei TOOL. Tuttavia, il progetto è anche il riflesso di circostanze difficili vissute dall’autore, come la perdita del padre e problemi di salute.

Vincent e la sua storia

Vincent è il protagonista del gioco, un ragazzo comune che si ritrova intrappolato in una realtà distorta. La storia prende il via nella notte del suo ventisettesimo compleanno, quando torna a casa ubriaco e scopre di essere rimasto chiuso fuori. Quella che sembra una premessa banale si trasforma rapidamente in un’avventura psicologica, in cui il confine tra realtà e immaginazione si dissolve.

Vincent

Vincent è descritto come superficiale e poco empatico, ma è proprio questa ambiguità a renderlo interessante. Mentre il giocatore si immerge nella sua mente, emergono bugie e conflitti interiori che dipingono un quadro complesso della sua personalità.

The Lies We Tell Ourselves

Tra realtà e incubo

L’ambientazione di The Lies We Tell Ourselves è uno dei suoi punti di forza. Si passa da ambienti realistici e ordinari a scenari inquietanti e surreali, dove la tensione cresce progressivamente. Le influenze di titoli come Silent Hill 4: The Room, Amnesia: The Dark Descent e SOMA sono evidenti, ma Poopsy riesce a dare al gioco una propria identità.

Grafica

Il cambio di atmosfera è netto: dagli ambienti comuni e familiari si passa a un’oscura dimensione onirica. La presenza di temi come i disturbi mentali e il disagio sociale aggiunge profondità narrativa, ricordando giochi come Darq, Hellblade, e Shady Part Of Me.

Poopsy ha optato per un gameplay che serve la narrazione. Ogni enigma, momento stealth e boss fight è progettato per arricchire l’esperienza narrativa. Il risultato è un gioco che invita il giocatore a esplorare, risolvere, sopravvivere e, soprattutto, scoprire.

Stay Tuned!

La scelta di rilasciare il gioco in formato episodico permette al team – o meglio, a Poopsy e al suo gatto manager – di garantire una qualità elevata a ogni episodio. Il primo, disponibile dal 15 gennaio 2025, offre circa due ore di gameplay a un prezzo accessibile ($7.99), segnando l’inizio di un’avventura che, sono sicura, ci resterà impressa.

Grafica

Restate connessi, che a breve seguirà la recensione di questo primo capitolo!

Sono un'artista italiana che ha iniziato un po' tardi ad appassionarsi al mondo dei giochi ma che se ne è innamorata subito. Non sono una gran giocatrice e scelgo titoli che si adattino alle mie preferenze personali, ma posso apprezzare soprattutto i contenuti grafici e le soluzioni artistiche. Inoltre, sto imparando a conoscere anche tutte le affascinanti funzionalità del game development.