Entriamo in punta di piedi nella mente del giovane Vincent per scoprire la sua storia attraverso una serie di enigmi

The Lies We Tell Ourselves menù principale

The Lies We Tell Ourselves, sviluppato da Poopsy, è un horror psicologico 3D in prima persona che si dispiega lungo una serie di enigmi che porteranno alla comprensione o ad eventuali libere interpretazioni del gioco. Parla di Vincent e della sua storia.

Ho avuto la possibilità di provare la versione beta della demo scaricabile gratuitamente su Steam, in cui ci sono diversi aggiornamenti e ha una durata più lunga, e purtroppo potrò parlarne poco per non fare spolier, tuttavia ci sono delle cose di cui si può tranquillamente discutere, in attesa di poterlo giocare nella sua interezza, speriamo entro il 2023.

COSA SAPPIAMO DI VINCENT?

Vincent è il nostro protagonista, o meglio siamo noi giocatori, che ci troveremo nei suoi panni.

È un ragazzo dei giorni nostri, che vive ancora con i genitori e che sembra condurre una vita fin troppo spensierata.

Il gioco inizia la notte del suo ventisettesimo compleanno, in cui torna ubriaco e rimane chiuso fuori casa. Per non svegliare i genitori, data l’ora, e deducendo che non siano molto tolleranti in generale – specialmente il padre -, decide di trovare un’altra via di accesso.

The Lies We Tell Ourselves

È evidentemente vestito elegante per la festa, ma dalla scelta del look dà l’idea di essere uno che ci tiene all’estetica. Forse è persino un po’ superficiale.

Del suo carattere si può dire ben poco, senza entrare in alcuni dettagli della demo e soprattutto senza aver giocato il titolo completo. 

La personalità del nostro protagonista si rivelerà passo passo o se ne resterà placido e spaesato per tutta la durata del gioco? Io un’idea me la sono fatta, anche se sono certa che ci sia molto altro da scoprire, sul nostro caro Vincent, oltre al fatto che sembra presentarsi come un irresponsabile e poco empatico soggetto.

L’AMBIENTAZIONE 

Vincent parla di bugie e di oscurità che caratterizza la sua mente e questo ci fa capire che ci troveremo ad esplorare questa oscurità.

Si parte da una situazione reale e si finisce intrappolati in un luogo che sembra reale, ma non lo è, e qui il richiamo a The Room della serie Silent Hill mi sembra abbastanza palese.

Silent HIll 4 The Room

Evitando spoiler, quello che vi posso dire è che passeremo da quello che potrebbe inizialmente sembrare un gioco esplorativo, con scenari comuni, tranquilli e puliti, ad una dimensione a tinte horror, molto inquietante e in apparenza pericolosa. L’atmosfera cambia abbastanza drasticamente, anche se pure nelle parti “normali” si respira una certa tensione.

Ci sono chiari rimandi anche ad Amnesia: The Dark Descent e SOMA, in particolare per la struttura e la natura stessa del gioco. Un gioco fortemente psicologico, in cui le lotte più feroci sono quelle che avvengono nella propria mente.

Negli ultimi anni abbiamo visto degli ottimi esempi di videogiochi che trattano tematiche delicate come i disturbi mentali o il disagio sociale e mi vengono in mente Darq, Hellblade, Shady Part Of Me.

Date le premesse, sono certa che i temi per adulti e disturbanti che caratterizzano il gioco, siano trattati con la giusta sensibilità.

Con un gameplay al servizio della storia e non viceversa, The Lies We Tell Ourselves è il gioco perfetto per chi desidera fruire una narrazione ben curata ed elaborata, senza però rinunciare all’azione, momenti stealth e boss fight.

Senza fare troppe deduzioni che potrebbero rivelarsi sbagliate e fuorvianti, resto in attesa di poter scavare più a fondo in questo viaggio un po’ onirico, un po’ reale.

LA GRAFICA È LA PARTE CHE INIZIALMENTE MI HA PIÙ COLPITO DEL GIOCO.

Dietro al lavoro grafico, forse a tratti troppo tecnico e spersonalizzato, c’è lo stesso Poopsy, unico autore dell’intero progetto, se si esclude il suo gatto manager, il quale si occupa degli affari relativi al gioco ma non della sua creazione. Dunque Poopsy è un altro One Man Band a cui vanno i miei complimenti, per l’idea, l’impegno e la determinazione.

The Lies We Tell Ourselves gragica

Ci tengo a specificare che l’artwork noto come cover del gioco è realizzato totalmente in digital painting, anche se può dare l’idea di essere frutto dell’ AI.

The Lies We Tell Ourselves artwork

Quello che ho potuto capire personalmente, essendo una pittrice, è che Poopsy ha una mano gentile e raffinata. Mi sono davvero innamorata del suo stile pittorico.

Questa cosa la si evince anche da tutta una serie di scelte estetiche, come l’ordine preciso degli oggetti negli ambienti e gli ambienti stessi che sono arricchiti di elementi decorativi in maniera sobria. Essenziale ma efficace, in un certo senso.

The Lies We Tell Ourselves grafica

I modelli 3D sono piuttosto curati e la quantità di essi, ispezionabili nel dettaglio, non è poca.

NON È UN GIOCO PER NEWBIE

Il livello di difficoltà degli enigmi non è impossibile ma nemmeno immediato.

Non essendo un’esperta di vecchia data, ho subito notato la necessità di avere alle spalle un po’ di bagaglio con questa tipologia di videogiochi. 

The Lies We Tell Ourselves enigmi

L’abitudine all’esplorazione approfondita e alla ricerca di ogni elemento possibile, anche quello che sembra più insignificante, per poter proseguire nel percorso, bisogna averla ben sviluppata qui.

Diciamo che bisogna essere dei buoni cani da tartufo, il che è senza dubbio molto stimolante, anche se a mio avviso gli indizi sono generalmente poco intuitivi.

Insomma, qualche pecca nel game design in tal senso, in cui si pretende un po’ troppo dal giocatore. Stiamo comunque parlando di una demo, sicuramente l’autore deve ancora fare delle finiture.

L’uso della fisica in alcune azioni a volte può essere difficile anche per i giocatori esperti. Perde un po’ in giocabilità ma guadagna in realismo.

Le soluzioni degli enigmi, oltre a farti sudare, danno sempre degli elementi della storia in maniera molto curata e approfondita, senza scadere in informazioni superflue. Ogni parola e dettaglio pare che non siano mai lì per caso. A volte, però, è difficile notare tutte le sfumature.

IN CONCLUSIONE

The Lies We Tell Ourselves Wiggly

Io voglio conoscere Vincent. Voglio sapere cosa gli è successo, cosa ha fatto e chi è veramente, qual è la sua storia.

In questo Poopsy è stato molto bravo. È riuscito a mettere le giuste basi per creare interesse, curiosità e suspence.

Non vedo l’ora di giocare questa perla ancora un po’ nascosta, anche se so che per me sarà un po’ faticoso. Sono certa che alla fine ne varrà davvero la pena.

The Lies We Tell Ourselves su Steam

Sono un'artista italiana che ha iniziato un po' tardi ad appassionarsi al mondo dei giochi ma che se ne è innamorata subito. Non sono una gran giocatrice e scelgo titoli che si adattino alle mie preferenze personali, ma posso apprezzare soprattutto i contenuti grafici e le soluzioni artistiche. Inoltre, sto imparando a conoscere anche tutte le affascinanti funzionalità del game development.