Hopper prende vita in questo nuovo viaggio tanto surreale quanto “verista”, creato dallo sviluppatore belga Thomas Waterzooi

Dopo Mondrian e Ensor, Thomas Waterzooi torna con un nuovo esperimento estetico: Please, Watch the Artwork, una demo che trasforma il realismo americano di Edward Hopper in un gioco d’osservazione sospeso tra l’arte e l’inquietudine.

Please Watch The ArtWork

Il concetto è tanto semplice quanto straniante: vestiamo i panni di una guardia notturna al MaMA, il Museum of Animated Modern Art. Il nostro compito? Sorvegliare i dipinti e segnalare qualsiasi anomalia, da mezzanotte alle sei di mattina.

I quadri mutano. Lentamente, silenziosamente, come se avessero una vita propria.

È una sorta di “Una notte al museo” che ha smarrito la sua allegria hollywoodiana. Qui non ci sono statue parlanti o avventure rocambolesche: solo stanze vuote, rumori nostalgici, e figure che si muovono appena, dentro la cornice.

Perché ai quadri piace cambiare, proprio come alle scale di Hogwarts.

MaMA

Guardiano dell’assurdo

Il gameplay di Please, Watch the Artwork rielabora la formula dei giochi di sorveglianza come I’m on Observation Duty: lo scopo è individuare le differenze, cliccare sull’anomalia e segnalarne il tipo.

Please, Watch the Artwork gameplay

Può sembrare un passatempo rilassante, e in parte lo è — finché il silenzio del museo non comincia a pesare, e la visione costante e continua delle stesse scene non ci porta quasi sul punto di avere delle allucinazioni.

L’atmosfera è costruita attraverso suoni ambientali realistici: il cinguettio degli uccelli, un pianto sommesso, il rumore delle onde. Nessuna colonna sonora, solo gli ambienti che respirano dentro e fuori dalle cornici.

Il risultato è un senso di calma apparente che presto scivola nella paranoia. Ci si accorge che si sta trattenendo il fiato, cercando un dettaglio fuori posto. E quando lo si trova, non si è sicuri che fosse davvero lì prima.

La demo propone una difficoltà medio-alta: le anomalie sono generate in modo casuale, alcune quasi impercettibili. A volte la linea tra un “oggetto extra” e un “intruso” si confonde, ma fa parte del gioco: sbagliare diventa parte della narrazione.

Manca la modalità facile — presente solo nella versione completa — ma il ritmo resta ben dosato. È un’esperienza che non punisce, anche se a tratti è impietosa, e ci accompagna nella sua lentezza ipnotica.

Ad ogni modo, c’è un disclaimer iniziale che ci avverte dell’inevitabile gran quantità di licenziamenti che subiremo.

Non sarebbe male avere contezza degli errori commessi e delle relative soluzioni, perché a volte è frustrante non capire cosa abbiamo sbagliato.

Please, Watch the Artwork disclaimer

La solitudine dentro la cornice

Ogni gioco di Waterzooi è un dialogo con un artista. Dopo Mondrian e Ensor, i due artisti al centro di Please, Touch the Artwork e Please, Touch the Artwork 2, il turno è di Edward Hopper, pittore della distanza emotiva e della solitudine urbana.

I suoi personaggi — donne alla finestra, uomini nei bar notturni, coppie silenziose nelle stanze d’albergo — vivono un’esistenza sospesa, fatta di attesa e incomunicabilità.

In Please, Watch the Artwork, questi mondi statici vengono “rianimati”. Nell’anteprima che abbiamo a disposizione, ad esempio, abbiamo:

  • A woman in the sun del 1961, ci mostra una donna nuda, che fuma in piedi, accanto al letto sfatto. La scena immersa in una quiete mattutina ci lascia immaginare cosa possa essere successo in precedenza. Assistiamo ad un momento catartico.
  • Eleven AM del 1926. Una giovane donna seduta su una poltrona guarda alla finestra. In attesa, in contemplazione?
  • Hotel room del 1931. Una scena malinconica, triste, di una donna a capo chino, come svuotata, che tiene tra le mani una lettera.
  • Rooms by the sea del 1951 è una scena senza figure umane, in cui i protagonisti sono la luce, il mare e una parete bianca. Un equilibrio instabile tra quiete e inquietudine.
  • Hotel by Railroad del 1952. Un’immagine che lascia trapelare una tensione domestica che non ha bisogno di parole.
  • Morning in the sun del 1952. Tra le opere più iconiche di Hopper, in cui il tema della solitudine e dell’introspezione sono al centro della narrazione.
Hopper

Waterzooi non tradisce Hopper: lo amplifica.

Aggiunge il movimento dove prima c’era solo immobilità, e con esso introduce il dubbio. Non è più chiaro se stiamo osservando una scena reale o se qualcosa di disturbante si sta insinuando tra le pieghe del quotidiano.

Come se la malinconia dei personaggi di Hopper fosse sempre stata un presagio — e ora, finalmente, si stesse manifestando.

Il clown che attraversa i sogni

C’è poi il clown triste, che passa da un quadro all’altro come un virus emotivo.

Clown triste

Una figura a metà tra il comico e il perturbante, che infetta i dipinti con la propria malinconia. È la chiave grottesca di Waterzooi: il sorriso forzato che svela la fragilità del gioco e dell’osservatore.

In ogni sua opera c’è questo doppio registro — l’ironia che rasenta l’assurdo, ma anche la malinconia che ti si incolla addosso.

Non ci sono mostri né salti improvvisi, ma Please, Watch the Artwork riesce comunque a spaventare, o meglio, a insinuare un disagio sottile.

È un gioco “cozy” che ci fa sentire spiati, un’esperienza rilassante che lascia addosso una certa inquietudine.

Eppure, proprio in questo contrasto, sta la sua forza: come per i titoli precedenti, ci costringe a guardare davvero.

Clown triste

Un nuovo livello di narrazione

L’abilità di Thomas Waterzooi è proprio questa: creare nuovi piani narrativi.

Usa il videogioco non per rappresentare l’arte, ma per farla reagire.

In Please, Watch the Artwork, ogni movimento, ogni suono, ogni micro-variazione visiva diventa una storia.

È un gioco che non racconta, ma suggerisce. Ci spinge a riempire i silenzi di Hopper con la nostra stessa ansia o curiosità.

Anche gli errori fanno parte del processo: si sbaglia una segnalazione, ci si confonde, si clicca troppo tardi — e intanto il tempo scorre, le luci si spengono, la città fuori tace.

È tutto casuale, sì, ma mai privo di senso. Come se il museo stesso stesse giocando con noi.

Conclusione

Con Please, Watch the Artwork, Thomas Waterzooi conferma la sua capacità di trasformare l’arte in esperienze interattive poetiche, grottesche e profondamente umane.

La demo, pur breve, mostra già una maturità stilistica notevole e una cura impressionante per la resa visiva e sonora.

È un titolo che non cerca l’adrenalina, ma la presenza. Ci chiede di fermarci, di osservare, di ascoltare.

Un modo, senza alcun dubbio originale e impressionante, di entrare nel mondo sospeso delle opere d’arte, creando una notevole curiosità di approfondire e studiare questi importanti esempi di cultura internazionale.

Thomas Waterzooi

Se volete saperne di più:

Please, Watch the Artwork Sito Ufficiale

Sono un'artista italiana che ha iniziato un po' tardi ad appassionarsi al mondo dei giochi ma che se ne è innamorata subito. Non sono una gran giocatrice e scelgo titoli che si adattino alle mie preferenze personali, ma posso apprezzare soprattutto i contenuti grafici e le soluzioni artistiche. Inoltre, sto imparando a conoscere anche tutte le affascinanti funzionalità del game development.