Panico satanico e algoritmi procedurali, l’importanza di The Binding of Isaac

Va da sé che ormai anche vostra nonna ha sentito parlare di The Binding of Isaac, il roguelite new-gen che ha fatto impazzire youtube per anni dopo il suo lancio nel 28 settembre 2011. Il concept del gioco è semplice: la madre di Isaac è una svitata che vuole replicare un episodio biblico nella vita reale (il sacrificio di isacco) e il povero bambino è costretto a scappare in cantina, e a scendere sempre più in basso per sfuggirle.

L’ambientazione del gioco si rifà ad un episodio di panico collettivo avvenuto negli States negli anni 80. Un perfetto misto di ansia, paranoia e pseudoscienza aveva “provato” la presenza di numerose sette sataniche che torturavano i bambini. Nonostante i 12000 casi di abuso satanico che si diceva fossero avvenuti, nessuno aveva uno straccio di prova. Al di là della (nulla) validità legale delle accuse, il clima influenzò l’immaginario collettivo e diede vita a pittoresche immagini di abuso e sacrificio umano.

Edmund Mc Millen, che a quei tempi era un bambino, un bel giorno decide di immortalare le angosce di quel periodo in un videogioco sotto molti aspetti demenziale, ben fatto, ma decisamente senza troppe aspettative. Insieme al collega Florian Himsl e usando il fidato Adobe Flash, Edmund crea la prima versione del gioco. Con il passare degli anni, i fan del gioco continuano ad aumentare, e i due dev assecondano la crescita del titolo, fino al 2017, data d’uscita dell’ultima espansione Afterlife+

Fine della lezione di storia, passiamo alla carne dell’articolo.

GRAFICA

Ci sono vari gradi di qualità nella grafica di un videogioco. Questa può essere scadente, amatoriale, professionale… The Binding of Isaac possiede il grado di qualità più ricercato in assoluto: l’iconico.  Ai tempi in cui il gioco impazzava su YouTube, una delle sue caratteristiche vincenti era l’artstyle inconfondibile. Chiunque abbia mai visto un video di The Binding of Isaac saprebbe riconoscere le visuali del gioco in un attimo.

Lo stile, a metà fra l’infantile e il gore, è uno dei punti forti del gioco; esso infatti sposa alla perfezione la doppia anima di goffo flash game e body horror del titolo. Cacche, monetine, cuoricini e suppellettili sono disseminati ovunque nelle letali profondità della cantina di Mamma, e ciò crea un’atmosfera unica.

GAMEPLAY

Sarò l’unico uomo al mondo ad avere questa opinione ma ODIO con una feroce passione il feel di TBoI. Non riesco a capire dove finiscono le hitbox, il movimento è impacciato e i doppi comandi mi rimbambiscono.

Per chi non lo sapesse, in TBoI ci sono due set di comandi. WASD muove il personaggio e le freccette cambiano la direzione degli attacchi. Questo sistema ha i suoi pregi, soprattutto in ambienti in 2.5 dimensioni  (come appunto TBoI), ma è raro nei giochi odierni e risulta veramente scomodo soprattutto all’inizio.

Ricordiamo anche che il titolo è un bullet hell e potrete capire come mai non sono un grande fan.

LEVEL DESIGN

The Binding of Isaac ha il grande merito di aver riportato in auge il modello roguelike negli anni 10 del 2000. Va da sè, non è stato l’unico roguelite del decennio, ma è grazie ad esso e una manciata di altri titoli che il genere è risorto.

I livelli di TBoI sono generati proceduralmente, e sono casuali anche il posizionamento e il contenuto dei bauli con il loot. Questo di per sé sarebbe impressionante, ma il gioco ha un’altra sorpresa da offrirci.

La difficoltà è regolata da un sistema interno che si basa sulla performance del giocatore in modo da mantenere un costante stato di flow durante l’esperienza di gioco. Per chi non lo sapesse, provocare uno stato di flow è l’obiettivo di ogni game designer. Il sistema impiegato da TBoI regola lo spawn di determinate stanze o nemici. e si assicura che la difficoltà sia sempre adatta al giocatore.

COLONNA SONORA

Misteriosa e minacciosa, la colonna sonora di Danny Baranowsky complimenta l’atmosfera del gioco ed evoca la sensazione di pericolo imminente che ogni bambino sperimenta di fronte all’ignoto.

Artwork di the Binding of Isaac

CONCLUSIONE

The Binding of Isaac è ormai un titolo leggendario nella scena indipendente e per buone ragioni. Provare a recensirlo sarebbe come provare a recensire Shrek, per cui preferisco raccomandare l’acquisto e l’esperienza diretta per chi è interessato. Se avete letto l’articolo solo per curiosità, siete i benvenuti, e potrete leggere altri articoli come questo in giro per il sito. Buona serata gamers.

Il mio nome è Lorem Ipsum e sono il vostro game journo preferito. Estimatore di giochi indie, i miei punti di forza sono la grande varietà di giochi che ho sperimentato (dalla A di Autoclicker alla Z di ZPG), uniti alla mia estensiva conoscenza di game design e psicologia della percezione. Il mio punto debole è la mia sovrumana modestia, che talvolta finisce per mettere in ombra il mio genio.