Un pollo gigante, una donna monocola, un fauno inquieto e, per finire, un coccodrillo con tendenze omicide. Ma siamo davvero sicuri che sia Coo quello strano, in fondo?
In questa recensione, torniamo a parlare di The Many Pieces Of Mr. Coo, una slapstick comedy affascinante e surreale, creata da Nacho Rodriguez, sviluppata da Gammera Nest e prodotta da Meridiem Games, uscita il 7 Settembre 2023.
Per ulteriori informazioni sul gioco, vi consigliamo di consultare la nostra copertura principale al seguente link.
The Many Pieces Of Mr. Coo è sicuramente un videogioco atipico, in cui la componente artistica si fa preponderante e l’idea di farne un prodotto videoludico, forse, è più che altro un intelligente stratagemma per mostrare al mondo le grandi abilità del suo autore, Nacho Rodriguez, di cui abbiamo parlato in questa intervista.
Andremo, dunque, ad approfondire meglio questo videogioco tanto anticonvenzionale quanto perfettamente classico, analizzando il gameplay e altri aspetti tecnici.
Mr. Coo come archetipo dell’innocenza
“Mr. Coo è comparso per la prima volta nel 2004. Lo facevo per amore dell’arte e poco altro”.
Forse non ha molto senso cercare di dare una descrizione realistica al personaggio protagonista della nostra storia, tuttavia, Mr. Coo ha le fattezze di un essere umano. Accanto agli altri personaggi, con tratti maggiormente zoomorfi, Mr. Coo si fonde perfettamente in questo contesto immaginifico, in cui la comicità e l’assurdo fanno da filo conduttore.
I toni principali di The Many Pieces Of Mr. Coo sono di natura surrealista. La dimensione onirica in cui veniamo catapultati sin dalle prime scene ci fa chiedere quale sia lo storytelling.
Nell’opera precedente di Nacho Rodríguez El Laberinto Esférico, il nostro Mr. Coo finiva per cavalcare lo stesso pulcino che ritroviamo poi in The Many Pieces Of Mr. Coo. Tra il 2008 e il 2012, Mr. Coo è rimasto in una sorta di spazio-tempo sospeso, un limbo, o magari un paradiso, in cui non succedeva nulla, ma in cui il nostro protagonista viveva felice, a cavallo del pulcino, come in una sorta di meditazione in cui si raggiunge il vuoto.
Per uscire da questo paradiso, da questo vuoto, Mr. Coo deve mangiare una mela, come nella Bibbia, ed ecco che inizia la sua avventura, in cui, come prima cosa, tenta di oltrepassare una tenda rossa, come in un teatro, ma non ci riesce, finché non sono gli elementi stessi ad emergere, dando il via allo “spettacolo”.
L’atto di Mr. Coo di mangiare la mela, simboleggia proprio la volontà insita negli esseri umani di uscire dalla propria comfort zone e darsi all’avventura. In senso più filosofico, come con il fuoco di Prometeo, con la mela l’essere umano ha scelto la conoscenza, rinunciando all’eterna beatitudine dell’Eden.
Una volta mangiata la mela, Mr. Coo, in sostanza, ottiene ciò che vuole, e questo capita all’inizio del gioco, ma ecco che l’arrivo di un altro personaggio, lo spaventoso e malvagio coccodrillo, complica le cose, tagliando in pezzi il nostro povero protagonista.
Sulla base del gioco Lost Vikings, tre vichinghi devono collaborare tra loro, così Mr. Coo, il cui corpo si è separato in tre pezzi, dovrà far collaborare le sue parti disperse, per proseguire la sua avventura e superare gli ostacoli che si trova di fronte. Oltre a recuperare, ovviamente, la sua forma originaria, riunendo i suoi pezzi.
Il coccodrillo rappresenta, come la mela, l’espediente per iniziare l’avventura, stravolgendo l’ordine naturale delle cose che, invece, è premura di un altro personaggio farle rimanere come sono, motivo per cui diventa il naturale nemico del coccodrillo: il vecchio col bastone.
Questa naturale propensione al mettersi in gioco è dunque connotata dalla paura dei cambiamenti e dal desiderio sottile di lasciare che le cose restino come sono. Mr. Coo incarna l’archetipo dell’innocenza, in quanto essere vivente che appare nel suo mondo, senza sapere perché e cosa fare e che, senza alcuna malizia né particolare volontà, si imbatte in ostacoli e difficoltà.
Le dinamiche di trama, in realtà, sono molto semplici, quello che rende la storia di Mr. Coo così speciale è indubbiamente il risvolto filosofico che c’è dietro.
Come detto all’inizio, i personaggi, così come tutto il contesto, sono caratterizzati da elementi onirici e simbolici, come la figura femminile con un occhio solo, che si presenta in forme sinuose ma anche feroci.
È un insieme di elementi che apparentemente non hanno connessioni logiche tra di loro, ma che singolarmente sono metafore di qualcosa di ancestrale e profondo, motivo per cui, sono perfettamente coerenti e in armonia.
Il Surrealismo è il linguaggio naturale dei cartoni animati
“Come animatore, la prima lezione che impari è che devi disegnare molto”.
Lo stile di Nacho Rodriguez è assolutamente unico nel settore dei videogiochi, ma se guardiamo un po’ più in là, specialmente nel passato, ecco che emergono quei tratti tradizionali che hanno fatto la storia dell’animazione occidentale classica.
Lo stesso Nacho ci tiene a ricordare che Bruno Bozzetto è tra le sue principali fonti di ispirazione.
Tuttavia, lo stile di The Many Pieces Of Mr. Coo è evidentemente frutto di un’idea originale, che ha preso vita dalle tante influenze, ma che soprattutto è sorta dalla mente fantasiosa del suo eccentrico autore.
Creare un personaggio semplice è una strategia per poter affrontare al meglio il mastodontico lavoro che c’è dietro all’animazione classica, ma dà anche l’opportunità di godere di un’espressività tutta particolare, come accade per Mr. Coo, che pur senza parole e con una silhouette e tratti somatici minimali, è in grado di comunicare ogni sua singola emozione, con dinamicità e profondità.
“Il surrealismo, per me, è solo il linguaggio naturale dei cartoni animati, perché le trasformazioni e gli elementi fantastici sono ciò che i cartoni animati possono fare naturalmente”.
Queste parole di Nacho sintetizzano perfettamente ciò che The Many Pieces Of Mr. Coo ha realizzato, ovvero un’esperienza universale, tanto comica quanto profonda, che con i suoi differenti livelli di lettura, è apprezzabile da chiunque, grazie e soprattutto a questo stile curatissimo ma essenziale.
Rimettiamo in sesto Coo
The Many Pieces of Mr. Coo si presenta con una formula ludica piuttosto classica, semplice e ben riuscita con delle meccaniche di gioco tipiche del genere punta e clicca, in cui i giocatori saranno chiamati a risolvere enigmi di difficoltà crescente per condurre Mr. Coo alla salvezza e recuperare i pezzi del suo corpo.
L’obiettivo sarà semplicemente quello di interagire con lo scenario (o con Coo stesso), toccare gli oggetti richiesti e manipolarli fino a trovare la soluzione e risolvere il puzzle dedicato. Semplice, no?
Le meccaniche e i controlli di gioco alla base di The Many Pieces of Mr. Coo sono semplici, intuitivi e soprattutto facili da imparare e padroneggiare, ma non fatevi ingannare. Ciò non significa che il gameplay sarà banale o di facile lettura. Gli enigmi, infatti, soprattutto nelle fasi più avanzate dell’avventura, diventeranno via via più complicati e impegnativi, e richiederanno molta attenzione ai piccoli dettagli da parte dei giocatori per essere compresi e risolti.
Tuttavia, non disperate, né fasciatevi la testa prima di romperla. Difatti, per chi trovasse gli enigmi troppo fuori di testa o di difficile comprensione, potrete sempre contare sul “libro dei consigli”, un utile manuale illustrativo “nascosto” in varie parti degli scenari, che vi fornirà alcuni preziosi suggerimenti su come trovare una soluzione al vostro problema, con un elenco di istruzioni davvero di pregevole fattura e ben confezionato. Vi segnaliamo, però, che il libro copre solo alcune parti degli enigmi, quelle più complesse e ritenute dallo sviluppatore problematiche. Per il resto, dovrete cavarvela da soli. Tuttavia, una volta compresa la natura surreale delle situazioni e i loro risvolti tragicomici, non avrete più bisogno del libro, fidatevi!
Durante la nostra esperienza con la versione PlayStation 5 del gioco, il feeling con gli enigmi è stato più che positivo e non abbiamo riscontrato particolari bug, tranne in una fase particolarmente avanzata del gioco in cui, nonostante i nostri sforzi per far avanzare sia le gambe che la testa di Coo in un altro scenario, solo una parte del suo corpo si muoveva effettivamente, mentre l’altra rimaneva letteralmente immobile. Per ovviare a questo problema, ci è bastato semplicemente chiudere e riavviare il gioco.
Per quanto riguarda la longevità, l’esperienza ha una durata complessiva di circa un’ora e mezza (circa due ore per ottenere il trofeo di platino), che troviamo coerente e in linea con il concept e la storia di Coo. Estendere ulteriormente l’esperienza non avrebbe portato a nulla, se non ad allungare il brodo e rendere l’opera eccessivamente ripetitiva, che invece mantiene una discreta varietà e dinamicità nella risoluzione dei puzzle e un ottimo comparto narrativo.
Una strampalata ed esilarante avventura adatta proprio a tutti
The Many Pieces of Mr. Coo è proprio ciò che sembra: un’avventura visiva interattiva, folle e surreale, che non ha bisogno di altro se non delle animazioni per raccontare la propria storia. Nonostante durante l’intera esperienza non ci sia alcuna parte testuale né una singola parola pronunciata dai personaggi, questa mancanza non pesa affatto; anzi, conferisce un tono diverso all’esperienza e rende il linguaggio del protagonista e dei suoi strampalati amici in un certo senso universale, trasformando i giocatori in veri e propri interpreti dell’universo di Mr. Coo.
La componente narrativa e la direzione artistica sono senza dubbio i tratti più distintivi e riconoscibili dell’opera di Nacho Rodríguez. Tuttavia, quanto alla narrazione, avremmo gradito da parte di Nacho un po’ più di calma nella parte conclusiva dell’avventura. Il finale, in particolare, ci è sembrato fin troppo frettoloso, il che è un peccato, anche perché la storia stava prendendo davvero una bella piega!
Nulla da eccepire, invece, sull’estetica e l’animazione, aspetti in cui Nacho dimostra tutte le sue eccellenti capacità nel campo dell’art design, con ambientazioni e scenari a dir poco sbalorditivi e un cast di personaggi davvero fuori dal comune.
Quanto al comparto sonoro, la breve e semplice OST presente nel gioco offre alcune interessanti tracce d’accompagnamento ai vari effetti sonori, perfettamente in linea con il surreale contesto del gioco. Tra queste, si distingue il martellante motivetto che possiamo ascoltare nel menu principale e, successivamente, anche durante l’avventura. Tuttavia, a parte alcune composizioni, abbiamo l’impressione che si sarebbe potuto osare di più in questo senso, soprattutto riguardo all’accompagnamento musicale e alla colonna sonora.
A chi consigliamo questo gioco? A tutti, senza eccezioni. Ai teenager cresciuti a latte, biscotti e cartoni animati, ai meno giovani che hanno vissuto parte della loro infanzia con Carosello e apprezzando le creazioni di autori come Osvaldo Cavandoli e Bruno Bozzetto, e persino ai vostri bambini, specialmente se giocato in compagnia dei genitori!
Sperando che Nacho prenda in considerazione questi suggerimenti come spunti per il sequel che, a meno di colpi di scena clamorosi, sarà inevitabile, vi ricordiamo che The Many Pieces of Mr. Coo è disponibile per Nintendo Switch, PC, PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X/S e Xbox One.
In conclusione, se siete alla ricerca di un’avventura punta e clicca affascinante e un po’ atipica, se siete appassionati di uno stile d’animazione tanto bizzarro quanto classico, o se semplicemente desiderate godervi una bella storia tutta d’un fiato con enigmi fuori di testa, allora The Many Pieces of Mr. Coo è ciò che fa per voi!
The Many Pieces of Mr. Coo
PRO
- Un’avventura punta e clicca bellamente imperfetta.
- Un’ottima selezione di colori, dettagli, sfumature e oggetti che conferiscono uno stile artistico unico.
- Un cast di personaggi tanto stravaganti e privi di senso nel concetto quanto perfettamente eseguiti nella pratica.
- Un’eccellente varietà e struttura di enigmi.
CON
- Un finale meno affrettato sarebbe stato preferibile.
- Molte buone, anzi splendide, idee nella narrazione che non sempre hanno pienamente espresso il loro potenziale.
- La colonna sonora e il design del suono sono piuttosto dimenticabili, nonostante alcune buone idee.