Softie si distingue per la sua atmosfera unica e il coraggio di sperimentare con il mix di elementi disturbanti e gameplay tradizionale, pur affrontando le sfide tipiche dei giochi realizzati da un solo sviluppatore
Softie, il nuovo punta e clicca realizzato dalla solo developer Kristina Springer, fa il suo debutto su Steam il 31 Ottobre 2024, il giorno di Halloween, una data scelta con intelligenza, considerando la natura inquietante della sua storia e l’aspetto visivo spesso disturbante del gioco. La decisione di uscire in un giorno carico di simbolismo per l’orrore non è casuale, ma anzi, si rivela essere un elemento che rispecchia perfettamente le atmosfere cupe e misteriose che il gioco è pronto a offrire.
Trama e ambientazione
All’inizio, Softie si presenta come un’avventura in un ambiente apparentemente familiare, quello di una casa. Tuttavia, man mano che si prosegue nel gioco, si scopre che la realtà che ci circonda non è affatto ordinaria. La storia ci fa esplorare l’abitazione dall’interno del corpo di un orsacchiotto di peluche, il cui nome è appunto Softie. A partire dall’attico della casa, Softie intraprende un viaggio che lo porta giù attraverso stanze misteriose, fino a un inquietante seminterrato, utilizzando un bizzarro ascensore dallo stile steampunk.
Il gioco si fa subito interessante per le sue bizzarrie: oggetti e ambienti che, a prima vista, sembrano fuori posto o inspiegabili, ma che troveranno una parziale risposta man mano che la storia si svela. Non voglio fare particolari spoiler, dato che i colpi di scena distribuiti dalla metà in poi, sono comunque un bun punto di forza di questo videogioco.
Atmosfera sonora e visiva
L’atmosfera di Softie è costruita su un continuo contrasto tra il rassicurante e l’inquietante. La musica gioca un ruolo parzialmente cruciale in questo, in grado di costruire il senso di ansia e disagio che permea il gioco. Le tracce un po’ dissonanti e ossessive contribuiscono a rendere l’esperienza ancora più immersiva e disturbante, mentre l’ambientazione visiva, sebbene grafica e stilizzata, con l’introduzione di scene ai limiti del gore, riesce a comunicare efficacemente il tema del gioco.
Gameplay e meccaniche
Dal punto di vista del gameplay, Softie si mantiene fedele ai canoni del punta e clicca, con una giocabilità fluida e intuitiva. La gestione dell’inventario è semplice: basta trascinare gli oggetti dalla schermata dell’inventario, che appare con un menu a tendina quando si sposta il cursore in alto. Anche se a volte il menu può “incastrarsi” con la scena sottostante, questo piccolo difetto non incide troppo sull’esperienza globale.
Il gioco, però, non si limita a essere una classica avventura punta e clicca: introduce un elemento di azione che lo rende davvero particolare. Infatti, c’è una parte insolita per questo genere, rappresentata da un inseguimento da parte di una testa meccanica fluttuante. Questa testa esplode quando si avvicina troppo a Softie, che deve fuggire e schivare vari ostacoli. È un’esperienza che svecchia un po’ il classico formula punta e clicca, ma che, sebbene sia innovativa, a volte risulta difficile da gestire con il mouse, un po’ meno pratico in situazioni di movimento rapido.
L’eccezione dell’azione nei punta e clicca
Questo inserimento di azione fisica è effettivamente un’eccezione per i giochi di questo genere, che tendono a concentrarsi su puzzle e esplorazione piuttosto che sull’azione diretta. Eppure, è interessante vedere come Softie sperimenti con questo elemento, anche se non si può dire che sia la norma nel mondo dei punta e clicca. Sebbene giochi con meccaniche simili esistano, l’introduzione di momenti ad alta tensione e fughe rappresenta un passo audace per un titolo indie che altrimenti sarebbe caratterizzato solo da esplorazione e risoluzione di enigmi.
Curiose bizzarrie
Nel corso del gioco, ci sono diversi momenti “what the fuck”, che spingono il giocatore a chiedersi cosa stia accadendo, creando quel mix di sorpresa e disorientamento che caratterizza una buona esperienza di gioco. Uno dei momenti più memorabili è quello in cui Softie deve recuperare una costola dal corpo smembrato di un criceto, che, stranamente, sembra ancora vivo. La scena è tanto surreale quanto disturbante, e rappresenta perfettamente l’estetica e il tono del gioco.
La scena indie: croce e delizia
Ho parlato spesso dell’importanza di incoraggiare il lavoro dei solo developer e di quanto ci sia di “eroico”, a volte, in ciò che fanno, investendo personalmente in un prodotto che è indubbiamente frutto di un’esigenza personale, ma spesso e volentieri è anche un atto di generosità nei confronti di futuri fruitori che potranno divertirsi, spesso a poco prezzo, se non addirittura gratis, con un’opera originale e che ha quasi sempre qualcosa da dire.
Softie nasce, a mio avviso, da un’esigenza personale, traducibile in una volontà di esprimere la propria creatività, vederla prendere forma e, perché no, essere condivisa al di fuori della propria sfera intima.
Tuttavia, ci sono alcuni problemi che è bene mettere in luce, perché, come ho già detto per titoli come M City o A Thug’s Ascension, lavorare da soli spesso non è la scelta ottimale.
Compensare eventuali limiti nella realizzazione di un videogioco è giustissimo, anche perché non è mai facile coinvolgere altre persone, fossero anche amici stretti, in un lavoro impegnativo, che, per conquistare l’utenza, sempre più selettiva e pretenziosa, deve spesso dimostrare di essere il doppio più originale, il doppio più profondo e il doppio più sensato.
La scena indie, che sia relativa ai videogiochi, alla musica o al cinema, deve avere necessariamente qualcosa da dire, che sia d’impatto e che lasci dunque il segno. Non avendo a disposizione, spesso e volentieri, i necessari mezzi economici per avvalersi di figure professionali preposte all’esecuzione di uno specifico compito, come la composizione delle musiche o un eventuale doppiaggio, o, banalmente, non potersi permettere di vivere senza un lavoro pagato, i solo developer devono puntare tutto sull’idea e sulla scelta ottimale di espressione stilistica.
Anche e soprattutto per questo, la scena indie è piena di esempi interessanti e di successo, pur essendo stati realizzati con il minimo dei mezzi.
Conclusione: un gioco che merita attenzione
Softie è un piccolo divertissement dignitoso, ma con degli evidenti difetti di game design e qualche limite tecnico nel disegno.
In questi casi, lo ripeto, bisogna puntare molto sulla scrittura e sulla grafica. Quest’ultima non deve necessariamente essere impeccabile, a livello tecnico, ma è importante che sia personale e, soprattutto strategica.
In conclusione, Softie è un gioco che si distingue per la sua atmosfera unica e per la sua capacità di sperimentare, pur rimanendo fedele alle radici del genere punta e clicca. Nonostante alcuni limiti, è un’esperienza che merita attenzione, soprattutto per gli appassionati di giochi indie con un forte carattere. Se cercate qualcosa di originale e disturbante, Softie è un titolo che non dovreste perdere.
Se volete saperne di più:
Sito ufficiale di Kristina Springer
Softie
PRO
- Atmosfera inquietante e coinvolgente
- Sperimentazione con sezioni d’azione
- Narrazione ricca di colpi di scena e elementi surreali
- Design unico e personale
CON
- Limitazioni tecniche nella grafica e nell’interfaccia
- Meccaniche d’azione poco intuitive con il mouse
- Coinvolgimento emotivo superficiale o confuso in alcune scelte narrative