La vera dimora non risiede nel luogo in cui vivi, ma là dove la tua presenza è più necessaria.

Copycat

Uscire emotivamente indenni dopo aver giocato a Copycat era un’impresa ardua, lo ammettiamo. Tuttavia, non avremmo mai immaginato che Spoonful of Wonder riuscisse a toccare le nostre corde più profonde in modo tanto crudo e malinconico, quanto dolce e delicato. Hanno saputo avvolgerci, farci sentire parte integrante di un personaggio e di una relazione, solo per poi stravolgere tutto all’improvviso, come un colpo sferrato in pieno volto, infrangendo progressivamente ogni piccolo frammento del nostro cuore. Non che non ce lo aspettassimo, ma, diamine, è stata una montagna russa di emozioni davvero travolgente.

Si tratta di un’opera che, pur non priva di lacune e imperfezioni, ci ha offerto un’esperienza memorabile, capace di rimanere scolpita a lungo nel nostro animo. Ci ha profondamente toccato sia come amanti dei gatti e degli animali, sia come esseri umani. Un progetto che, sotto questa sua scorza apparentemente grezza e imperfetta, cela un’anima complessa, delicata, profonda, ricca di sfumature e colori, capace di affrontare tematiche che difficilmente lasceranno indifferente chiunque, nemmeno chi ha il cuore più duro.

Con queste premesse, vi presentiamo la nostra recensione di Copycat, la nuova avventura narrativa a tema felino di Spoonful of Wonder, al loro debutto videoludico, pubblicata da Neverland Entertainment e Nuuvem. Continuate a seguirci per scoprire cosa vi attende in questa straordinaria avventura “meowosa”!

No, questa non è una consueta avventura felina

Prima di immergerci nell’analisi e nella disamina della narrativa—cuore pulsante dell’avventura targata Spoonful of Wonder—desideriamo offrirvi una breve premessa, fondamentale per comprendere appieno il nostro approccio e il contenuto che seguirà. Copycat è un progetto che pone la narrativa al centro della sua essenza, fungendo da motore trainante e da forza che plasma e guida gran parte dell’esperienza di gioco. Proprio per tale ragione, al fine di garantire l’integrità della storia e permettervi di viverla senza anticipazioni, l’intera recensione—compresa questa sezione dedicata alla componente narrativa—sarà esente da qualsiasi tipo di spoiler o approfondimenti sulla trama a partire dal secondo atto, concentrandosi piuttosto sull’analisi dei temi presenti.

Se tuttavia preferite evitare qualsiasi tipo di anticipazione—sia essa relativa ai temi o alla struttura narrativa—vi suggeriamo di passare alle sezioni successive. Al contrario, se siete curiosi di esplorare più a fondo il gioco, vi invitiamo a leggere la nostra esclusiva anteprima del primo atto.

Copycat

La narrazione, sebbene caratterizzata da alcuni alti e bassi, si distingue per una scrittura pregevole, mantenendo costantemente un ritmo eccellente e un equilibrio adeguato lungo l’intero arco dei tre atti. Ogni atto e ogni segmento narrativo non solo rappresentano tangibilmente le diverse tappe del cammino della protagonista, Dawn, ma si rivelano anche simbolici di tematiche centrali che permeano ciascuna sezione, suggerite in modo più o meno esplicito durante il corso dell’atto.

Il viaggio si configura come una continua e profonda introspezione dell’esistenza e dell’anima felina, spingendoci — attraverso le parole del narratore onnisciente, che talora si fanno incisive e talaltra di una dolcezza disarmante — a esplorare gli angoli più reconditi del nostro essere. Siamo invitati a interrogarci sulla legittimità delle scelte intraprese, domandandoci se la vita da gatto domestico rappresenti realmente il nostro desiderio più autentico. Sebbene non possiamo accedere ai pensieri, ai dubbi, alle incertezze e alle paure della nostra protagonista a quattro zampe, possiamo cogliere tali emozioni riflesse nelle pareti, nei dipinti e in alcuni elementi cardine dell’ambientazione.

Sotto il profilo tematico, il gioco focalizza l’attenzione del giocatore su tre temi fondamentali, che costituiscono la triade essenziale dell’esperienza: il rifiuto, l’appartenenza e il vero significato del concetto di casa. Quest’ultima non è concepita semplicemente come un mero luogo fisico o un immobile da abitare, ma si delinea come un profondo senso di appartenenza a un’entità più grande, di inclusione e la percezione del valore, l’attaccamento verso il contesto domestico.

La complessità del messaggio

Non è tanto la narrativa in sé a colpire, quanto piuttosto il messaggio potente e diretto rivolto al giocatore, il modo talvolta brusco in cui gli sviluppatori impiegano il ribaltamento dei ruoli per scombussolare e travolgere le nostre emozioni. Un esempio emblematico è rappresentato dal tema centrale del primo e secondo atto, il rifiuto, quasi a suggerire l’indifferenza con cui la nostra protagonista a quattro zampe si rapporta all’amore di Olive. In un arco temporale sorprendentemente breve, a seguito di eventi che preferiamo omettere, i ruoli si capovolgono, trasformando Dawn in colei che brama l’affetto umano di Olive, e non viceversa.

Un altro tema di fondamentale importanza è quello dell’abbandono, affrontato con una delicatezza che si coniuga a una forza emotiva capace di lasciare un’impronta indelebile. Le interazioni tra Olive e sua figlia non solo conferiscono profondità ai personaggi, mentre la rabbia e l’impotenza che si manifestano in alcune circostanze rivelano il notevole successo emotivo del gioco.

Inoltre, un ulteriore elemento di pregio, del tutto inaspettato, è la sapiente gestione della relazione tra Olive e Dawn, un equilibrio sottile tra umano e animale che costituisce la colonna portante di Copycat. La progressiva costruzione di questa fiducia, che evolve dalle iniziali diffidenze fino a intime coccole, risulta non solo emozionante, ma anche incredibilmente credibile. Tuttavia, è il mistero che avvolge la scomparsa del gatto precedente a conferire al gioco una profondità insospettata, un elemento che getta un’ombra sulla felicità apparente, rendendo l’esperienza ancora più intensa e complessa.

Copycat

L’unica scelta di design narrativo che ha suscitato in noi un retrogusto agrodolce riguarda le opzioni a disposizione del giocatore. Sebbene queste scelte riescano a influenzare le dinamiche relazionali tra Olive e Dawn, e ogni minima decisione si traduca in diramazioni narrative lievemente diverse, esse non esercitano un impatto così profondo da spingerci a ripercorrere i nostri passi per esplorare le possibilità offerte da scelte alternative. È, senza dubbio, un vero peccato…

Essere un gatto è divertente?

È davvero così appagante fare le fusa, leccarsi le zampe, giocare con una palla e miagolare?

Malgrado nella nostra precedente prova del primo atto avessimo riservato buonissime parole per l’opera di Spoonful of Wonder, avevamo espresso anche alcune riserve e incertezze riguardo al gameplay di Copycat. Non perché le idee presentate fossero state elaborate in modo sbagliato, ma piuttosto per il timore che non riuscissero a eguagliare la forza della componente narrativa. Ebbene, sebbene siano presenti alcune soluzioni pregevoli, ci troviamo costretti a confermare le nostre iniziali perplessità.

Copycat

Non fraintendeteci: essere un gatto non è affatto noioso, né tantomeno frustrante; anzi, per certi versi, è sorprendentemente divertente vivere in una realtà alternativa in cui ci è possibile fare ciò che osserviamo fare quotidianamente al nostro felino, senza pentirci delle nostre azioni. Tuttavia, questa componente risulta ridotta all’osso e talvolta non è sufficiente, soprattutto se paragonata alla ricchezza della struttura narrativa del gioco. Detto ciò, non lasciatevi ingannare: il gameplay di Copycat non è privo di aspetti positivi. Anzi, siamo certi che molte delle semplici meccaniche adottate sapranno letteralmente conquistare un pubblico più giovane.

Oltre a camminare, correre, eseguire il cat-kour, arrampicarci e rovesciare oggetti vari, senza trascurare il caratteristico miagolio, saremo chiamati a svolgere azioni semplici mediante pressione o tenendo premuto il tasto richiesto al momento opportuno. Tali azioni saranno necessarie per sbloccare le scene successive e progredire nella narrazione.

Particolarmente degne di nota sono le soluzioni proposte dai mini-giochi in cui saremo impegnati ad allenare e perfezionare le nostre abilità feline, quali velocità, tempismo, riflessi e memoria, eseguendo in sequenza azioni apparentemente semplici: alcune con un limite di tempo, altre richiedenti un’accurata ripetizione dell’animazione precedentemente illustrata. Se portate a compimento con successo, queste azioni ci permetteranno di raggiungere ambiziosi traguardi, come pescare un pesce, catturare un uccello o trionfare in un audace confronto con un branco di cani temibili.

Eccellente è l’idea di integrare nell’esperienza di gioco due piccole e semplici sezioni che, sebbene in modo minimale, apportano una maggiore varietà al gameplay. La prima sezione, un livello platform gradevole e divertente, offre un’interessante pausa ludica, mentre la seconda, sebbene brevissima, presenta una fase stealth in cui, per progredire e raggiungere l’obiettivo, è imperativo nascondersi nell’ombra, evitando quanto più possibile le fonti di luce, per non essere scoperti dai nostri temibili inseguitori: una coppia di cani a guardia della loro ciotola di cibo.

Tuttavia, non possiamo esimerci dall’esprimere un’ultima critica riguardo ai controlli di movimento e all’animazione della protagonista. Sebbene si rivelino fluide nell’esecuzione, non sempre riescono a mantenere il medesimo elevato standard qualitativo del design estetico dei felini, che si contraddistingue per la sua pregevole fattura. Inoltre, suggeriremmo, in vista di futuri aggiornamenti e a conferma di quanto già espresso nella nostra anteprima, una gestione più accurata dello zoom in e out della telecamera, che in azione si dimostra eccessivamente instabile e difficile da controllare.

Estetica, Art Design e Sound Design

Prima di giungere alle conclusioni e presentare il nostro personale giudizio su Copycat, riteniamo opportuno esaminare alcuni aspetti che abbiamo trovato di rilevante importanza nell’opera d’esordio di Spoonful of Wonder.

Copycat

L’estetica del gioco, sebbene non si possa definire straordinaria, si rivela gradevole tanto nella realizzazione degli ambienti esterni quanto nel design degli interni, con una cura maniacale riservata sia ai grandi che ai piccoli dettagli. Come già accennato nelle sezioni precedenti, merita una menzione speciale l’accuratezza nell’estetica e nelle animazioni dei gatti, contraddistinte da un’espressività e da animazioni facciali estremamente realistiche. Tuttavia, si sarebbe potuto fare di più riguardo all’estetica dei modelli umani, che, nonostante l’impegno profuso, risultano purtroppo poco convincenti e non particolarmente piacevoli da osservare.

Eccellenti sono invece le interazioni tra la protagonista e gli elementi che compongono le ambientazioni, sia nel contatto tra le zampe di Dawn e gli oggetti domestici, sia nell’interazione con elementi dell’ambiente esterno, come l’erba alta e l’acqua. Sebbene si possano riscontrare alcune imperfezioni nell’esecuzione complessiva, tali interazioni risultano indubbiamente gradevoli e coinvolgenti.

Un ulteriore aspetto che riteniamo fondamentale sottolineare è il considerevole valore conferito dagli sviluppatori all’arte, la quale in Copycat non si limita a un ruolo puramente estetico, ma si erge a autentico comprimario, conferendo significato e profondità ai temi trattati in armoniosa sinergia con la narrazione. Consideriamo, ad esempio, il contrasto tra realtà e immaginazione, quando Dawn assume il suo ruolo di gatto nel mondo onirico, immaginando di essere una pantera che vaga liberamente in un ambiente selvaggio, svincolata dai pensieri, dalle paure e dalle preoccupazioni della vita urbana. In tali frangenti, l’arte si erge come autentica co-protagonista, attraverso una palette di colori, sfumature e melodie delicate, riflettendo l’ordine o il disordine mentale che tormenta la mente di Dawn, amplificando la sua esperienza interiore in modo straordinario.

Quanto alla colonna sonora, realizzata dal compositore australiano Daniel Bunting, ci sentiamo di promuoverla, sebbene con alcune riserve. Sebbene non si caratterizzi per sonorità o tracce particolarmente originali, essa riesce a fondersi armoniosamente con l’atmosfera complessiva del gioco, accompagnando il giocatore lungo il suo cammino e sottolineando con eleganza i momenti salienti della narrazione.

Tuttavia, se volessimo scovare una piccola imperfezione nel sound design, considerando la grande attenzione riservata a un doppiaggio di buona qualità, avremmo auspicato un’accuratezza ancor più scrupolosa nella rappresentazione del contatto sonoro tra le zampe di Dawn e vari elementi dell’ambientazione, come automobili, ringhiere, casse e tetti, i quali, purtroppo, non offrono suoni distintivi. Potrebbe, però, darsi che questa assenza di diversità sonora non sia da considerarsi una vera mancanza; forse siamo noi a risultare eccessivamente pignoli, esigendo troppo da un team alla sua vera opera prima.

Come gira il gioco su PC e Steam Deck?

Come sottolineato nel nostro articolo precedente, abbiamo giocato a Copycat sia su PC che su Steam Deck per potervi offrire una visione più chiara delle differenze tra queste due versioni e per valutarne le prestazioni attuali.

Relativamente alla versione PC, non abbiamo riscontrato significativi problemi da segnalare; al contrario, le prestazioni del gioco si mantengono su livelli di eccellente fluidità e qualità, salvo occasionali cali di framerate durante alcune animazioni, oltre alle problematiche già menzionate in precedenza.

Per ulteriori dettagli, vi lasciamo qui di seguito la configurazione che abbiamo usato per giocare:

  • Case PC: Noua Fobia L10 Pink Case
  • Scheda madre: GIGABYTE B550M AORUS ELITE
  • CPU: AMD Ryzen 5 5600
  • Raffreddamento: Deep Cool GAMMAX L240 A-RGB White
  • SSD: Seagate BarraCuda Q5 1TB
  • RAM: Corsair Vengeance RGB RS 16 GB
  • Scheda grafica: MSI Radeon RX 6650 XT

Al contrario, per quanto riguarda la versione Steam Deck, suggeriamo di attendere il rilascio della patch del day-one. All’inizio della nostra sessione di gioco, ci siamo imbattuti in un bug che ha interrotto il nostro progresso, costringendoci a cancellare lo slot di salvataggio e avviare una nuova partita. Inoltre, abbiamo riscontrato occasionali cali di frame rate e una risoluzione fissa a 800p, fattori che hanno influito negativamente sulla fluidità complessiva del gameplay.

In definitiva, Copycat è giocabile su entrambe le piattaforme; tuttavia, per chi cerca un’esperienza più fluida e prestazioni superiori, raccomandiamo di giocarlo su PC—perlomeno fino a quando il gioco non sarà ufficialmente verificato per Steam Deck.

Un’esperienza da vivere assolutamente

Sapete, spesso si sostiene che lasciarsi guidare esclusivamente dalle emozioni sia errato, ma in questo caso desideriamo aprirci a voi e rivelarvi che Copycat non è stato soltanto un semplice gioco, bensì una breve, seppur intensa, esperienza di vita.

Non affermeremo che Copycat sia esente da difetti; sarebbe poco sincero, non solo nei confronti delle osservazioni precedentemente espresse, ma soprattutto verso noi stessi. Tuttavia, permetteteci di sottolineare che sono proprio queste imperfezioni a conferire al gioco un profondo carattere emozionale, rendendolo straordinariamente coinvolgente e toccante.

Un’avventura che merita di essere vissuta da chiunque, indipendentemente dall’età, che siate appassionati di felini o meno. È un tributo all’amore incondizionato tra un essere umano e un animale, ma anche una riflessione profonda sulla solitudine, la perdita e il significato della famiglia. Nonostante alcuni limiti comprensibili, il gioco riesce a veicolare un messaggio universale, lasciando un’impronta indelebile nel cuore di chi lo vive.

Se desiderate seguire il nostro consiglio, vi invitiamo ad aprire il vostro cuore a Copycat, proprio come abbiamo fatto noi e come ci hanno suggerito gli autori. Accogliete nel vostro animo ciò che non è, e mai sarà, un semplice videogioco sui gatti.

Gatto

Copycat è disponibile ora su PC tramite Steam e atteso prossimamente su console. Per ulteriori dettagli e aggiornamenti futuri sul gioco, vi invitiamo a seguirci e a visitare l’account X ufficiale del titolo, dove troverete notizie costanti sullo sviluppo delle versioni console.

Indie Games Devel ha ricevuto una codice del gioco su PC per questa recensione.

È tutto per oggi. Alla prossima!

Copycat

“Sapete, spesso si sostiene che lasciarsi guidare esclusivamente dalle emozioni sia errato, ma in questo caso desideriamo aprirci a voi e rivelarvi che Copycat non è stato soltanto un semplice gioco, bensì una breve, seppur intensa, esperienza di vita. Non affermeremo che Copycat sia esente da difetti; sarebbe poco sincero, non solo nei confronti delle osservazioni precedentemente espresse, ma soprattutto verso noi stessi. Tuttavia, permetteteci di sottolineare che sono proprio queste imperfezioni a conferire al gioco un profondo carattere emozionale, rendendolo straordinariamente coinvolgente e toccante. Un’avventura che merita di essere vissuta da chiunque, indipendentemente dall’età, che siate appassionati di felini o meno. È un tributo all’amore incondizionato tra un essere umano e un animale, ma anche una riflessione profonda sulla solitudine, la perdita e il significato della famiglia. Nonostante alcuni limiti comprensibili, il gioco riesce a veicolare un messaggio universale, lasciando un’impronta indelebile nel cuore di chi lo vive.”

PRO

  • Narrazione che risuona profondamente, trasmettendo un messaggio profondo e nobile
  • Temi esplorati con eccezionale cura, profondità, maturità e sensibilità
  • Design artistico semplice ma bello che trascende il linguaggio visivo convenzionale
  • Meccaniche di gioco semplici ma efficaci
  • Non è il classico videogioco sui gatti

CON

  • Le scelte del giocatore mancano di un impatto significativo sulla narrazione
  • I controlli della protagonista sono imprecisi e la gestione della camera è tutto fuorché ideale
  • Il gameplay è eccessivamente ridotto all’osso e manca di profondità
SCORE: 7.8

7.8/10

Appassionata di videogiochi sin da piccola, ho unito la mia passione per l'illustrazione e sono diventata una streamer su Twitch. Sono una persona creativa che ama condividere la gioia dei giochi e dell'arte con una community affiatata
Cresciuto con MediEvil e DOOM e affascinato dal mondo videoludico dal 1998. Questa passione nasce dalla voglia di scoprire e ricercare il videogioco a 360 gradi, con particolare attenzione al panorama Indie.