In attesa della recensione completa, ecco le nostre prime impressioni su Cookie Cutter, il videogioco di debutto di Subcult Joint.

Cookie Cutter

Sono passati già alcuni giorni da quando Cookie Cutter ha iniziato a riempire le nostre giornate, a farci girovagare tra le viscere ultra-tecnologiche della Megastruttura, a trucidare le orde di Infonet, dando del vero filo da torcere a quei maledetti egocentrici dei Garbanzos.

Abbiamo trascorso diverse ore in compagnia di Cherry, ovviamente ancora non sufficienti per condividere con voi una recensione completa, ma abbastanza per fornirvi una prima panoramica sul videogioco di debutto di Subcult Joint.

Una produzione che si affaccia nel mondo dei videogiochi con una proposta controcorrente, che suscita scalpore, sorpresa e, da parte nostra, aspettative che, fino ad ora, non solo non sono state deluse, ma addirittura superate. Il gameplay ci sta sorprendendo, talvolta addirittura stupendo, ma soprattutto ci sta divertendo da impazzire, tenendoci letteralmente incollati allo schermo!

Queste ore ci sono state di fondamentale importanza per immergerci in prima persona nel gioco, per comprendere le meccaniche e le peculiarità dell’opera, ma soprattutto per dare uno sguardo più da vicino all’ambiziosa e coraggiosa proposta e visione che gli sviluppatori hanno portato avanti in questi anni. E ora siamo pronti a raccontarvi tutto. Beh, forse non proprio tutto. Per quello… Dovrete attendere la recensione…

Scherzi a parte, se non conoscete ancora Cookie Cutter, sapete quale è l’iter in questi casi vero? Non vi resta che dare una letta al nostro articolo principale sul gioco prima di continuare a leggere. Oppure, potreste dare un’occhiata alla nostra intervista con il regista e lead artist del gioco, Stefano Guglielmana. O anche entrambe le cose! Avete già fatto tutto? Bene, allora possiamo proseguire!

Le Origini della Megastruttura

La premessa a cui facciamo riferimento nell’introdurvi la componente narrativa è la stessa menzionata più e più volte, tre elementi che fungono da elementi cardine per comprendere l’intera storia.

“Il Vuoto, La Materia, La Megastruttura”. Un concetto che può significare tutto… e niente, ma che è spiegato nei minimi dettagli nell’introduzione di Cookie Cutter, narrato dall’ingegnere Shinji Fallon, la creatrice della protagonista Cherry.

La narrazione di Cookie Cutter si apre con una cinematica ben realizzata che descrive, attraverso le parole di Shinji Fallon, le origini della Megastruttura, una creazione ultra-tecnologica ambigua e misteriosa all’interno della quale si cela un potere sopito. Essa ci ha ricordato, per certi versi, quantomeno esteticamente, la Morte Nera di Star Wars. Molti hanno tentato di svelare i misteri di questo megacomplesso, ma nessuno ha avuto successo, tranne un certo Victor Garbanzos.

Victor, rimasto intrappolato nella fitta rete della Megastruttura per innumerevoli anni, scomparve, dato per spacciato, creduto morto. Ma qualcosa di terribile stava per accadere…

Riemerso dalle ombre con una conoscenza senza pari e con dei poteri straordinari, Victor Garbanzos fu più determinato che mai a dominare incontrastato nell’universo, creando un proprio ordine, un proprio dominio. Il suo ego non conosceva limiti, la sua mente non conosceva controllo. Così, decise di conservare gli esseri umani in dei corpi vuoti, trasformandoli in burattini cybernetici senzienti sotto il suo controllo, che obbedivano solamente agli ordini del loro padrone.

Egli ne fece una corporazione, un mastodontico esercito di obbedienti schiavi, o più semplicemente, una legione di automi all’avanguardia, meglio noti con l’appellativo di Denzel, pronti a servirlo, pronti a costruire la sua utopia, il suo sogno: la Città dell’Oro. Un dominio utopico fittizio con il quale Victor avrebbe potuto esercitare il proprio potere ed evitare qualunque tipo di usurpazione dal suo “trono aureo”.

Nessuno poteva fermare il suo dominio. Nessuno poteva porre fine a questo incubo. Tranne che Victor non fosse fermato dall’interno. Ecco come Shinji Fallon, la narratrice della storia, decise di “tradire” gli stessi cari signori per cui lavorava per dare vita a un nuovo Denzel. No, non la spazzatura convenzionale che c’è là fuori. Non un Denzel qualsiasi, ma qualcosa di speciale, di unico… Cherry.

Creata con l’obiettivo di distruggere Infonet dall’interno e fermare i loschi piani della famiglia Garbanzos, Cherry sarà molto più di un semplice capolavoro di tecnologia avanzata per Shinji. Sarà vita, amore, un balsamo per l’anima di Shinji. Cherry rende felice Shinji, la completa, in un certo senso. Un rapporto di cui Shinji non potrà più fare a meno. È come se Cherry avesse dato vita a Shinji, piuttosto che il contrario…

Cookie Cutter

Tuttavia, come si suol dire, il male non dorme mai. E così, la nostra bellissima storia sfocerà in una terribile tragedia. In un’improvvisa irruzione da parte di Infonet, guidata dal vile Salem Garbanzos e dai suoi scagnozzi Fallocefali, Shinji viene rapita e Cherry brutalmente fatta a pezzi e data per morta, sia dai suoi aggressori che dall’amore della sua vita. Un errore imperdonabile da parte di Salem, che scatenerà tutta l’incontrollabile furia omicida di Cherry.

Questo evento, la Terribile Notte, l’incipit della nostra storia, è particolarmente emblematico, poiché segna una spaccatura quasi insanabile nel corpo e nell’anima di Cherry, facendole provare qualcosa che non ha mai sperimentato prima: il male. Questo sarà il punto di partenza della nostra storia, del nostro viaggio e, molto probabilmente, l’inizio della fine per la famiglia Garbanzos e della loro dannata utopia.

Al suo risveglio, nulla sarà come prima. La sua vita, le sue abitudini, i suoi affetti, il suo scopo. Tutto sarà… un dannato casino. Ed è qui che arriva il bello, il momento in cui i giocatori potranno finalmente immergersi nell’azione!

Sono sveglia? Bene, è ora di fare un po’ di casino!

Dopo esserci risvegliati, ci ritroviamo in un vecchio diner abbandonato. Ad accoglierci c’è Raz, un meccanico amichevole e simpatico, nonché il salvatore della nostra Cherry, venuto in nostro soccorso dopo i terribili eventi dell’Orribile Notte. Qui conosciamo per la prima volta anche la simpatica e carismatica Regina (chiamata semplicemente Gina), una vagina parlante all’avanguardia e perfettamente ottimizzata. Gina sarà la nostra compagna, colei che ci guiderà in questa fantastica avventura, spiegandoci le peculiarità e le stranezze del mondo di gioco e insegnandoci persino i fondamentali (e non solo) del combattimento.

Cookie Cutter
Il Risveglio di Cherry

L’esperienza di gioco prende vita con un breve tutorial immerso nelle oscure e trasandate profondità del diner, l’area destinata a farci apprendere le principali meccaniche di gioco. Qui, il nostro compito è semplice: compiere un piccolo favore a Raz, recuperando il suo zaino perduto tra i bassifondi e affrontando alcuni androidi insieme a un disgustoso insetto che Raz teme, o forse, più semplicemente, trova disgustoso. Forse è più la seconda… a dire il vero.

Il diner funge anche da principale hub area di gioco: un’area sicura in cui Cherry può teletrasportarsi per modificare i suoi componenti o semplicemente prendersi una pausa dai combattimenti. Completato il tutorial e restituito lo zaino a Raz, otterremo da lui una chiave che ci darà accesso alle aree esterne precedentemente bloccate. Qui, finalmente, potremo iniziare il nostro viaggio per salvare Shinji.

Ci sarebbero molte altre cose da dire, ma preferiamo fermarci qui con la trama, poiché vorremmo evitare di anticiparvi o rovinarvi l’esperienza con spoiler indesiderati. Perciò, passeremo direttamente a delineare ed esporre le nostre prime impressioni dopo queste prime ore trascorse in compagnia di Cookie Cutter.

Un Ottimo Inizio

Nelle prime ore di gioco, Cookie Cutter ha messo in mostra gran parte del suo impressionante repertorio. La prima cosa che abbiamo notato e apprezzato è lo stile quasi psichedelico del mondo di gioco, arricchito da elementi punk e riferimenti che richiamano le radici di Subcult Joint. Dal nostro punto di vista, ciò che abbiamo visto e giocato finora ci permette di affermare che Cookie Cutter è uno dei Metroidvania visivamente più belli che abbiamo avuto modo di giocare nel 2023.

Il mondo di gioco è ricco, stratificato e, sebbene ne abbiamo esplorato solo una piccola parte finora, è pieno zeppo di punti di interesse, aree segrete, dungeon e nemici che vi daranno del filo da torcere. La struttura delle aree è ben costruita e piena di trappole mortali che presenteranno sfide di vario tipo e difficoltà, ma offriranno anche delle succose opportunità per “facilitare” il sistema di combattimento, utilizzandole come aiuti o supporti contro le orde di nemici.

Le interazioni con il mondo di gioco e gli elementi ambientali sono eccellenti. In Cookie Cutter, (quasi) tutto può essere raso al suolo. Ammettiamo con piacere inoltre che ogni tanto ci siamo presi un momento per ammirare la bellezza di alcune ambientazioni, che fidatevi, sono davvero belle e variegate, tanto quanto è vario e unico il level design.

E per quanto riguarda il sistema di combattimento? In parole povere, il combattimento è l’anima più viva e pulsante di Cookie Cutter, e la componente che noi personalmente abbiamo più preferito. Gli scontri sono dinamici, piacevoli, divertenti, un po’ vecchia scuola (forse è proprio per questo che adoriamo il sistema di combattimento), ma soprattutto davvero soddisfacenti. E, nel caso remoto in cui calci e scazzottate possano sembrarvi ripetitivi, ecco che entra in gioco un arsenale demoniaco di armi secondarie devastanti, che trasformeranno i vostri nemici in poltiglia putrescente.

Ottimo anche il feedback dei colpi, con solo qualche rarissima eccezione, e la fluidità delle animazioni di movimento, salto e combattimento. Quest’ultime, in particolare le animazioni dei colpi di grazia, sono state curate in modo estremamente meticoloso, aggiungendo quel tocco unico e raffinato ad un sistema di combattimento che, di per sé, è già di ottima fattura.

Su dai, sappiamo cosa state pensando, o cosa vorreste chiederci: Cookie Cutter è un Metroidvania impegnativo, consigliato solo per i veterani del genere? No, non lo è. Per noi, Cookie Cutter è un videogioco accessibile a tutti in termini di gameplay e sistema di combattimento, grazie ai numerosi checkpoint posizionati strategicamente dagli sviluppatori nelle varie aree di gioco. È un videogioco adatto sia a chi si avvicina per la prima volta a un Metroidvania sia a chi cerca una nuova sfida, o semplicemente vuole mettersi alla prova con un videogioco divertente ma che richiede al tempo stesso concentrazione, attenzione e un minimo di padronanza delle principali meccaniche di gioco.

Attenzione, però. Accessibile non significa necessariamente facile. Il gameplay non ha un’alta curva d’apprendimento, ma richiede comunque un breve periodo di adattamento e di padronanza delle sue meccaniche, soprattutto per coloro che sono nuovi a questo tipo di formula e non sono familiari con le caratteristiche chiave che compongono un Metroidvania. Per questo motivo, è essenziale potenziarsi costantemente e aggiornare le tecnologie di Cherry per progredire, evitando il rischio di… beh, morire male.

Inoltre, se siete appassionati di storie stravaganti o situazioni surreali, beh, Cookie Cutter ne ha molte in serbo per voi. Gli sviluppatori hanno infatti creato un fantastico cast di personaggi eccentrici e singolari che vi delizieranno raccontando le loro strane avventure, di cui a Cherry spesso non importa nulla. Ma forse a voi potrebbero piacere, no? Anche in questo caso, ci sentiamo in dovere di lodare e dare merito al lavoro di Subcult Joint per l’eccellente design dei personaggi, oltre alla caratterizzazione squisitamente unica degli NPC.

Prime conclusioni in attesa della recensione

Quindi, quali sono le nostre prime conclusioni? Fino a questo punto, Cookie Cutter si è dimostrato un eccellente Metroidvania, lasciandoci un’impressione più che positiva da diversi punti di vista. Il design visivo e la direzione artistica, uniti al sistema di combattimento, sono senza dubbio le caratteristiche più convincenti di un videogioco ben realizzato e ottimamente strutturato, che non solo convince e affascina, ma impressiona e, soprattutto, diverte!

Considerando che stiamo parlando di una versione preliminare del gioco, il risultato ottenuto in termini di prestazioni e comparto tecnico è davvero encomiabile. L’intelligenza artificiale dei nemici, che era effettivamente la nostra principale preoccupazione, si è dimostrata invece molto reattiva, mostrando reazioni ottimali a situazioni di pericolo e tempi di risposta puntuali. Siamo rimasti molto soddisfatti anche delle animazioni di combattimento di Cherry, in particolare il parry, che ci ha convinto sia in termini di qualità dell’animazione che di tempismo.

L’unica raccomandazione che ci sentiamo di fare al team è quella di aggiungere ulteriori opzioni di accessibilità nelle impostazioni, tra cui l’inclusione dei sottotitoli, che non sono comparsi in nessuna lingua nella cinematica d’apertura e potrebbero effettivamente mettere in difficoltà chi non ha una minima padronanza con la lingua inglese, oltre ad apportare alcune piccole migliorie a determinate animazioni che non sono sempre perfettamente sincronizzate. Nulla che non si possa risolvere con una patch futura.

D’altra parte, stiamo parlando di un team molto giovane al loro primo vero progetto nel mondo videoludico, e i risultati visti finora sono veramente impressionanti. Pertanto, concediamogli il tempo e la comprensione che meritano e sapranno ricompensarci al meglio!

Detto ciò, se Cookie Cutter continuerà a mantenere questo eccellente standard per l’intera durata del gioco, potremmo potenzialmente trovarci di fronte a uno dei migliori Metroidvania del 2023.

Vi ricordiamo che Cookie Cutter è ora disponibile su PC (tramite Steam ed Epic Games Store), PlayStation 5 e Xbox Series X/S in formato digitale. Restate sintonizzati con noi, molto presto, per la recensione.

Buon Day One a tutti. E ci raccomandiamo, non fatevi cogliere alla sprovvista dalle prime trappole che troverete nella Megastruttura!

Cresciuto con MediEvil e DOOM e affascinato dal mondo videoludico dal 1998. Questa passione nasce dalla voglia di scoprire e ricercare il videogioco a 360 gradi, con particolare attenzione al panorama Indie.