Tutta la gloria del folklore nordico
Quest’anno uscirà un altro imperdibile titolo che non vedo l’ora di giocare. Sto parlando di Bramble: The Mountain King, grazie al quale la gelida ventata scandinava continuerà a rinfrescarci la mente e gli occhi.
Dopo l’addio al panorama norreno da parte della Santa Monica con il suo ultimo capitolo ambientato in quelle magiche lande mozzafiato, God Of War: Ragnarok, avremo modo di immergerci nuovamente in un’ambientazione altrettanto affascinante e a mio avviso persino più peculiare.
“DEV’ESSERE QUALCOSA NELL’ACQUA, QUI IN SVEZIA”
Queste sono le parole di Fredrik Selldén (Fresel), CEO e guida narrativa della casa di sviluppo Dimfrost Studio, autori di Bramble: The Mountain King, in riferimento al numero crescente di eccellenti prodotti videoludici e relativi team di sviluppo (come Dice e Fatshark) provenienti dalle affascinanti terre scandinave.
Ha usato quest’espressione come risposta in un’intervista aperta (AMA, Ask Me Anything) che si è svolta su Reddit, in occasione dei Game Award 2022, quando hanno reso disponibile la demo del gioco anche su PS5, oltre che su Steam, dove la si può tuttora scaricare.
La Dimfrost Studio è composta da 20 eccezionali e talentuosi professionisti, molto affiatati, che lavorano con passione e forza da anni. Il cuore di questo team si trova a Norrköping, in Svezia.
Tutto è iniziato quando quattro studenti universitari hanno deciso di condividere e realizzare il sogno di creare uno studio di sviluppo di videogiochi tutto loro.
Questo sogno ha preso vita nel 2017, quando ancora in pochi ma davvero motivati, hanno creato “A Writer and His Daughter”, un titolo VR davvero particolare, dalla grafica molto pulita e ben fatta e, coerentemente con il loro principale focus sullo storytelling, con un’intrigante narrativa.
Trovo audace la scelta di esordire con un titolo in VR, ma, ehi, questi ragazzi pare sappiano il fatto loro!
Contemporaneamente all’uscita del loro primo gioco, hanno subito iniziato a lavorare su Bramble: The Mountain King e le prime clip sono diventate virali su Reddit in tempi brevissimi, richiamando l’attenzione di Zordix, uno dei partner, il quale li ha spronati a continuare e a credere nel progetto.
Dunque, eccoci qua. La Dimfrost si è espansa e sta di conseguenza facendo le cose in grande, perché Bramble: The Mountain King sembra davvero qualcosa che potrà lasciarci a bocca aperta.
COS’È BRAMBLE?
Letteralmente significa “rovo”, ovvero un genere di arbusto generalmente spinoso della famiglia delle rose, compresi lamponi e more.
Personalmente non so se è questo il significato esatto in relazione al gioco, ma lo trovo molto azzeccato, perché i boschi qui non mancano e in un bosco, generalmente, non mancano i rovi.
Ciò che finora sappiamo di Bramble è che si tratta di un luogo magico, popolato da creature di ogni dimensione e natura, dalla più piccola alla più imponente, e dalla più innocua alla più pericolosa.
Questo luogo, come avrete ormai ben capito, si trova a Nord, nelle terre scandinave, il cui folklore di recente sta avendo molto successo nella cultura di massa.
In questo caso, credo proprio che di folklore ne avremo in quantità e ne sono davvero entusiasta.
Si possono notare molti dettagli già dall’abbigliamento del giovane protagonista, di cui poi parleremo meglio, o dalla presenza di creature tipiche della tradizione nordica, come gnomi e troll, così come i collezionabili e le pitture nelle caverne.
Tuttavia, la vera protagonista e simbolo di questa scelta culturale è proprio l’ambientazione, fiabesca, certamente, surreale a tratti, ma anche evocativa e realizzata con dovizia di dettagli. Sembra di poter sentire il solletico dell’erba sulle gambe e il freddo umido delle caverne, così come il dolce rumore dell’acqua, decorata da pittoriche ninfee. Il tutto spolverato dal delicato e a tratti vivace colore dei fiori e delle creature che saltellano libere all’aria aperta.
Funghi, alberi, sole, la brezza… Viene voglia di essere lì e scorrazzare in quell’erba altissima e morbida.
Tutto meraviglioso, vero? Oserei dire: delizioso.
Ma Bramble non è solo un bel posto in cui respirare aria pulita e giocare con i simpatici gnomi, Bramble, in realtà, è un luogo oscuro, denso di pericoli. Bramble può essere dannatamente spaventoso.
La scelta di ambientare una storia che la Dimfrost Studio per prima definisce horror, alla luce del giorno, è assolutamente coraggiosa e per riuscire a spaventare un giocatore in un contesto come quello che ho descritto, bisogna essere bravi, Molto, molto bravi.
Non voglio fare previsioni troppo azzardate, ma mi sento di affermare con assoluta certezza che ci sono riusciti in modo quasi perfetto, perché in quel quarto d’ora circa di demo che ci hanno concesso di giocare, un senso viscerale di disagio e sì, ammettiamolo, di timore, si è palesato con assordante efficacia.
LA TRISTE STORIA DI NӒCKEN
“The Näcken’s Pond” (Ovvero “Il Laghetto di Näcken”) è il titolo della demo che potrete scaricare gratis su Steam, e ci porta alla conoscenza di questo personaggio contro il quale il nostro protagonista dovrà fare i conti.
Ma prima di parlare di Näcken e della sua storia, credo sia il caso di presentare il personaggio con cui giocheremo e il motivo per cui si trova a dover affrontare così tanti pericoli.
Olle è un ragazzino biondissimo, dai tratti dolci e gentili che ispira sin da subito una profonda tenerezza. Agile ma non particolarmente performante, ha comunque l’aria di uno a cui non manca il coraggio.
Da quel che ci è dato sapere, Olle ha intrapreso il suo viaggio per salvare la sorella, rapita da un terribile troll, ma a quanto pare, non tutti i troll sono malvagi.
All’inizio della demo, infatti, ci troviamo proprio nelle mani di una di queste, definiamole un po’ triviali, creature, che però non sembra avere cattive intenzioni, tutt’altro. Il troll sta aiutando Olle a superare un passaggio, e la stessa cosa la farà un secondo troll, che incontreremo poco dopo.
La demo, infatti, si apre nel modo più confortevole possibile. Ci presenta quest’ambientazione fiabesca e tranquilla, con elementi quasi giocosi, e con il piccolo Olle che interagisce con naturalezza con le creature che incontra.
Le proporzioni sembrano non avere particolare criterio. Vediamo Olle piccolissimo, immerso tra i ciuffi d’erba alti quasi come alberi, e questo sul momento può darci un senso di impotenza, ma ecco che il bambino si trova a confronto con gli gnomi, che sono talmente più piccoli di lui da potersi arrampicare sul suo petto come dei gattini.
Sin da subito vediamo che Olle ha un animo gentile e nonostante abbia questo aspetto così fragile e innocuo, dà l’impressione di essere un vero e proprio salvatore. Un nobile guerriero che corre goffamente su degli zoccoli di legno.
“Il coraggio senza gentilezza può condurti su un sentiero oscuro”, le parole che descrivono in parte questo gioco sono emblematiche e credo che Olle rappresenti proprio questa urgenza di manifestare gentilezza per poter affrontare anche i pericoli peggiori, trasformando uno svantaggio in vantaggio.
Fin qui tutto bene. Tutto bello e contemplativo, magari un po’ lento e noioso, vero? Ma tranquilli che la poesia dura poco, anzi, pochissimo.
Appena ci troviamo all’interno della prima caverna, l’atmosfera cambia completamente.
Siamo al buio e i suoni inquietanti che si sentono da lontano non sono per niente incoraggianti (congratulazioni anche al comparto sonoro, a proposito).
Abbiamo un piccola fonte di luce a guidarci, ma gli ostacoli che dovremo affrontare sono comunque molto insidiosi. Pedane quasi invisibili e ipotetici salti nel buio, non scoraggiano Olle, che procede senza paura verso i lamenti che si fanno sempre più vicini.
La fonte di questo pianto inquietante e straziante allo stesso tempo, scopriremo poi provenire da una creatura intrappolata in una gabbia, alla quale dovremo aggrapparci per superare il vuoto sotto di noi e raggiungere una superficie più stabile. La creatura intrappolata, però, non reagirà bene e dal lamento disperato, tirerà fuori un agghiacciante ruggito.
Usciti di nuovo alla luce del sole, penseremo di poter tirare il fiato. Neanche per sogno, ragazzi, perché ecco che comincia la parte davvero orrorifica di questa demo.
Il bosco appare rassicurante come sempre ed ora ci approcciamo ad un altro bellissimo specchio d’acqua, con le sue ninfee e i suoi riflessi azzurri. Ed è proprio quando siamo in procinto di attraversarlo che una presenza appare sullo sfondo.
Inizialmente non si capisce bene di chi o cosa si tratti, ma ha senza dubbio delle fattezze umane. Qualcosa ci suggerisce che non è amichevole e infatti, subito dopo, ecco che ci insegue con palesi intenti malevoli.
Potrebbe essere un uomo, dai capelli lunghi e sporchi, ma la sua pelle non sembra quella di un essere umano vivente. Dunque cos’è? La prima cosa che ho pensato è che si trattasse di uno zombie e mi sono chiesta: fa sempre parte del folklore?
Una volta sfuggiti all’attacco di questa creatura, ci troviamo in un’altra caverna, dove finalmente, proprio accanto a due piccoli scheletri, raccogliamo un tomo in cui è narrata una storia. La storia di un uomo di nome Näcken.
Näcken era un uomo semplice con una grande passione: il violino. Suonava sempre e con gioia, ma non era ben visto dagli altri abitanti del villaggio.
Vittima di continui e feroci atti di bullismo, l’uomo trovò comunque nel suo cuore la capacità di amare, nella fattispecie una ragazza del villaggio.
Ma il suo amore per la musica e per la ragazza non intenerirono gli abitanti, che un giorno pestarono l’uomo con una ferocia disumana. Näcken, sopravvissuto alla violenza, si rialzò, colmo di rabbia e senso di vendetta. Prese il suo violino e cominciò a suonare delle melodie proibite il cui effetto nefasto si scatenò sugli abitanti del villaggio, i quali presero a ballare in modo incontrollato.
Il potere di questa oscura magia portava le persone a ballare contro la propria volontà, fino a che le membra dei corpi, scossi con violenza, non si disfacevano, uccidendo le vittime in un modo atroce.
Durante la collera cieca di Näcken anche la sua amata ne finì travolta e quando l’uomo se ne accorse, era ormai circondato da morte e disperazione.
Dunque raccolse il corpo della ragazza, lo portò con sé e si immerse nel lago, dove annegò, sperando di cancellare il suo dolore.
Lo spirito dannato dell’uomo, però, riprese vita, trasformandosi in questa creatura non-morta, che con il suo violino continua tuttora a vendicarsi senza sosta, scagliando contro chiunque la sua musica maledetta.
ALCUNE QUESTIONI TECNICHE
Bramble: The Mountain King è un indie sviluppato da Dimfrost Studio, come già abbiamo ampiamente detto, e prodotto da Merge Games, la cui uscita è prevista appunto per il 2023.
Si tratta di un’avventura dalle atmosfere horror in 3D cinematica, in cui la regia è fissa e, posso dirlo, ben studiata. Ci troviamo di fronte ad un’opera squisitamente guidata dal punto di vista visivo e narrativo, ma sono convinta che non mancherà l’azione.
Diciamolo subito: le ispirazioni qui sono piuttosto chiare e una in particolare è stata confermata nell’AMA di Reddit dallo stesso team di sviluppo, e mi riferisco a Inside della Plyadead, dal quale hanno evidentemente ereditato le dinamiche del personaggio, in particolare le modalità in cui muore.
Un’altra palese fonte di ispirazione è Little Nightmares della Tarsier Studio, le cui dinamiche del gameplay sono davvero molto simili.
Personalmente mi sento di fare un’ulteriore associazione un po’ azzardata. Mi riferisco in particolare al senso di desolazione che a tratti ricorda Shadow of the Colossus del Team Ico.
A detta della Dimfrost, queste sono ufficialmente le loro fonti di ispirazione: le fiabe nordiche (ovviamente), Il Signore degli Anelli, la Saga Grimm, i dipinti di John Bauer, Edvard Grieg e la sua opera sul re di montagna, Nils Holgerson, Astrid Lindgren e Selma Lagerlöf.
Per quanto riguarda le influenze che hanno determinato l’aspetto tecnico, entriamo nel settore cinematografico, e oltre al già citato Signore Degli Anelli, abbiamo Midsommar e altri prodotti audiovisivi svedesi. In questi casi, oltre alla fotografia, suppongo, e alla capacità (nel caso di Midsommar) di creare un horror alla luce del giorno, è la regia ad aver caratterizzato lo stile di questo team, che in Bramble: The Mountain King è protagonista tanto quanto l’ambientazione.
Checkpoint frequenti (proprio come in Limbo e Inside, Amen!), regolazioni per chi è affetto da daltonismo e una generale cura del dettaglio, mi portano a pensare che questi scandinavi siano proprio dei bravi ragazzi.
L’unico appunto che al momento mi sento di fare riguarda il sistema di raccolta degli oggetti, che trovo un po’ macchinosa (è necessario premere ripetutamente il pulsante associato). Ma stiamo a vedere, forse avrà il suo perché. Potrebbero, a nostro avviso, eliminare una delle pressioni del pulsante, che porta già l’oggetto in vista, e ridurre così la raccolta a una singola pressione.
Non sappiamo ancora quanta durata di gioco è prevista, ma la Dimfrost Studio sta indagando tra gli utenti per avere pareri a riguardo. Ho letto che alcuni hanno risposto che la durata ottimale dovrebbe essere di 2-3 ore e mi auguro che non diano ascolto a questo suggerimento, perché personalmente resterei delusa se durasse meno di venti ore.
Augurandoci che la buona acqua svedese arrivi a bagnare tutte le altre terre, noi restiamo con il fiato sospeso, perché “Il Laghetto di Näcken” ci ha dato un hype pazzesco e non vediamo l’ora di esplorare Bramble in tutto il suo magnifico e terrorizzante splendore.