La Sfida Impossibile di Raven

È risaputo che, dopo Black Ops 2, la modalità di campagna di Call of Duty ha perso progressivamente importanza. Anno dopo anno sono state proposte storie sempre più brevi e prive di personalità, come dimostrano i casi di “Infinite Warfare” e “Advanced Warfare” La situazione è peggiorata ulteriormente con gli ultimi capitoli di Modern Warfare, caratterizzati da una connessione obbligatoria anche per la campagna, storie frammentate (specialmente nel terzo capitolo) e download di dimensioni enormi, spesso superiori ai 200 GB. In questo contesto complicato, Raven Software ha svolto un lavoro notevole sul piano narrativo. Call of Duty: Black Ops 6 è un titolo che, pur con qualche incertezza, introduce piacevoli sorprese e rinnova la storica struttura della saga. 

Call of Duty

Uno Spy Thriller Intelligente e Complesso 

La campagna di Black Ops 6 immerge il giocatore nei panni di Case, un agente della CIA sotto il comando della squadra di Marshall. Il compito è sventare un complotto più grande e complesso di quanto sembri, con l’aiuto di alleati ben caratterizzati come Russel Adler, Frank Woods e alcune nuove interessanti figure. La trama conduce la squadra in diversi luoghi affascinanti, affrontando e risolvendo situazioni mai banali e introducendo variazioni di gameplay. Una delle missioni più innovative è ambientata in Iraq, durante l’operazione Desert Storm.

La storia scorre fluidamente, ma presenta alcune sezioni poco a fuoco che lasciano molte domande aperte, potenzialmente risolvibili in un prossimo capitolo.

Call of Duty personaggi

Gameplay 

Il gameplay di *Black Ops 6* è solido, con meccaniche ben implementate. Lo shooting è eccellente e ogni singola arma è maneggevole e curata alla perfezione,  facendo percepire chiaramente le differenze tra i vari fucili d’assalto. I fucili a pompa risultano finalmente efficaci,  e le mitragliatrici leggere sono più comode ed efficienti.

Migliora anche lo sfruttamento dei ripari: ora, avvicinandosi a un muro e mirando, il personaggio può sporgersi automaticamente, facilitando gli scontri complessi, soprattutto a difficoltà elevate. Un piccolo accorgimento non trascurabile, visto il passato della serie, che semplifica molto la vita del giocatore.

Il sistema di movimento del personaggio, denominato Omnimovement, non è nulla di rivoluzionario: estremamente esaltato in fase di presentazione, fornisce un’esperienza più realistica e libera. Permette azioni evasive come scatti in avanti e scivolate rapide, oltre a consentire di mirare in ogni direzione quando si è a terra. Tuttavia, l’impossibilità di sporgersi lateralmente limita le tattiche furtive in alcune missioni. Un sistema utile, senza dubbio, ma entro lo standard richiesto ad un fps moderno.

I nuovi nemici dispongono di equipaggiamenti offensivi e di supporto avanzati, ma anche il giocatore ha a disposizione un vasto arsenale fin dall’inizio.

Il personaggio può accedere ad uno zaino tattico che permette di selezionare strumenti utili (con un menù rapido a ruota) come auto esplosive radiocomandate, granate accecanti o a frammentazione, coltelli da lancio standard ed esplosivi C4, fino ad attacchi di supporto come elicotteri e bombardamenti mirati. Questi strumenti si riveleranno estremamente utili ed è fondamentale usarli con discrezione e precisione.

In Black Ops 6 vengono introdotti dei nemici particolarmente resistenti, identificabili dalla barra vitale sopra la loro testa. Questi mini boss o nemici importanti sono caratterizzati da un’elevata resistenza e usano armi pesanti e trappole: auto esplosive, fucili a pompa incendiari, trappole elettriche e nei casi peggiori i gatling, i più pericolosi, rendendo gli scontri molto impegnativi.

Per la prima volta nella serie sono presenti degli enigmi da risolvere, che richiedono un’analisi approfondita dell’ambiente. Alcuni sono divertenti, come lo scassinare serrature o decriptare testi cifrati, mentre altri risultano più frustranti, come indovinare il codice di una porta tramite impronte digitali o risolvere puzzle matematici nella fase finale.

Call of Duty gameplay

Desert Storm una delle migliori missioni 

A circa il 40% della campagna, si affronta una delle missioni più interessanti: un’operazione di eliminazione di tre obiettivi insieme a un membro dei SAS, per attaccare un complesso che ospita il vero target. La missione offre una mappa tattica con vari punti d’interesse e una jeep per esplorare liberamente l’area. I luoghi segnalati nascondono equipaggiamenti e strumenti utili per superare gli obiettivi principali, rendendo l’esperienza non ripetitiva e ricca di sorprese. È una missione che invita alla rigiocabilità per la sua qualità.

Call of Duty

La spina nel fianco

Uno dei maggiori problemi di Black Ops 6 è la missione nel laboratorio segreto a metà campagna. Chiaramente ispirata alle modalità “Zombie” e “Control”, questa sezione può risultare frustrante a causa dello sbilanciamento dei nemici. Il giocatore deve esplorare quattro ali del laboratorio e recuperare quattro chiavi, affrontando boss molto più potenti e veloci. La difficoltà eccessiva può portare a una sensazione di frustrazione, rendendo questo livello particolarmente estenuante. Il livello presenta un art design interessante, in particolare per l’architettura, ma si rivela ripetitivo e frustrante per la sua difficoltà.

Call of Duty gameplay

Un plauso a Russel Adler 

Negli ultimi capitoli di Call of Duty, la mancanza di personaggi memorabili è stata evidente, fatta eccezione per figure storiche come il capitano Price, Mactavish, Roach e Ghost. Black Ops 6, oltre alle figure di Mason e Woods, introduce invece un personaggio notevole: Russell Adler, un agente enigmatico con metodi originali per risolvere ogni situazione. La sua forte personalità riesce a oscurare il resto del cast in più di un’occasione, grazie a un’interpretazione scenica eccezionale e a dialoghi sempre ambigui e incisivi. È un vero punto di forza per l’intera saga.

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Conclusione

Black Ops 6 mantiene le promesse fatte in fase di presentazione, offrendo una campagna coinvolgente e alcune novità, pur con errori che ne minano parzialmente la godibilità. E’ un buon capitolo della serie, anche se non il migliore, con un cast di personaggi e una recitazione eccellenti.

Lo abbiamo provato su Xbox Series S 

Call of Duty: Black Ops 6

“Call of Duty: Black Ops 6 offre un’avvincente spy story con un gameplay raffinato, missioni memorabili e personaggi coinvolgenti come Russell Adler. Sebbene alcuni momenti frustranti e mancate innovazioni lo penalizzino, riesce a combinare nostalgia e nuove idee, risultando un capitolo solido della serie.”

PRO

  • Scrittura e cast di qualità
  • Sistema Omnimovement
  • Missione Desert Storm
  • Personaggio di Russell Adler
  • Rifinitura tecnica

CON

  • Enigmi frustranti
  • Missione nel laboratorio segreto sbilanciata
  • Boss fight mal progettati
  • Mappe eccessivamente dispersive
  • Punti della trama irrisolti
SCORE: 7.5

7.5/10

Ciao sono Luca un videogiocatore di 27 anni e vivo a Brescia. Sempre alla ricerca di nuove esperienze nel settore videoludico e cinematografico.