A JUGGLER’S TALE: La nostra recensione del piccolo capolavoro di kaleidoscube
A Juggler’s Tale è il nuovo progetto di kaleidoscube: un piccolo studio tedesco che ci trasporta nella sventurata vita della marionetta Abby.
Una storia colma di significati e simboli in cui il giocatore ha il ruolo di spettatore partecipante.
Il destino di Abby è appeso a un filo (proprio in senso letterale) e la sua unica speranza è sfuggire dalla solitudine e quotidianità che la tormenta.
Una fuga inaspettata
A Juggler’s Tale racconta una storia breve ma emozionante con delle importanti tematiche che ci rammentano tutto fuorché una fiaba per bambini.
Inizialmente ci troviamo come spettatori ad un classico spettacolo di marionette, luogo in cui interagiremo per la prima volta con la protagonista.
Abby lavora infatti ad un circo e saltella spensierata pensando a quanto la sua vita sia felice e beata.
La realtà è però ben diversa: quando non ci sono spettacoli è infatti rinchiusa in una gabbia, privata di vivere liberamente la sua vita.
Abby cercherà perciò di sfuggire al suo amaro destino affrontando con coraggio i mille pericoli che faranno parte del suo percorso.
Un gameplay semplice e affascinante
La narrazione si articola in 5 atti e si presenta come un forte percorso emozionale, dove la storia e l’ambientazione diventano i principali artefici.
Il gameplay è semplice e intuitivo e si presenta come un’avventura 3D a scorrimento orizzontale.
Abby può interagire con i vari oggetti di scena, saltare, lanciare e correre ma non può in alcun modo combattere.
L’ambientazione di stampo medievale risulta inoltre molto affascinante con alcuni scenari molto suggestivi.
Le fasi stealth e gli enigmi ambientali rendono l’avventura leggermente impegnativa, formando un mix mai banale o ripetitivo.
Sarà dunque fondamentale capire sin da subito come muoverci, poiché ogni zona presenta ostacoli, nemici e soluzioni differenti.
I fili inoltre limitano i movimenti della protagonista, costringendo il giocatore a scavalcare gli ostacoli dall’alto.
Trovandoci in un mondo di marionette, anche i nemici avvertiranno i nostri stessi problemi e non ci potranno inseguire quando l’ambientazione non lo permetterà.
Sarà nostro dovere dunque ostacolarli o intrappolarli, sfruttando gli ostacoli e le trappole a nostro favore.
Qualche piccola mancanza…
A Juggler’s Tale è indubbiamente un progetto riuscito, ma che inciampa in alcuni incidenti di percorso che limitano l’esperienza.
I 5 atti sono personalmente sembrati troppo brevi, soprattutto per lo sviluppo di un gameplay ottimo, ma limitato a poche azioni e situazioni.
Non c’è inoltre un vero e proprio incentivo per il completamento di tutti i trofei, dato anche dalla mancanza del trofeo di platino.
I trofei restanti possono infatti essere ottenuti facilmente attraverso l’apposita selezione degli atti.
Una storia emozionante e quasi perfetta
A Juggler’s Tale trasporta il giocatore in un mondo affascinante, dove le marionette diventando artefici del proprio destino.
I difetti precedentemente citati non hanno affatto rovinato l’esperienza di gioco nella sua interezza, ma vogliono invece essere un consiglio per i progetti futuri di kaleidoscube.
Ho apprezzato molto la storia di Abby che riesce ad essere interessante ed emozionante fino ai titoli di coda.
Le ambientazioni sono realizzate nei minimi dettagli sia per gli scenari più cupi e spaventosi sia per quelli più felici e gioiosi.
Ho apprezzato inoltre la differenziazione dei risvolti di trama a seconda di alcune importanti scelte che Abby prenderà durante il suo percorso.
Un plauso al narratore onnisciente di nazionalità tedesca che rende l’avventura ancora più immersiva rispetto al doppiaggio inglese.
A Juggler’s Tale è un titolo adatto quasi a tutti: dai più giovani fino ad arrivare a chi predilige una forte componente narrativa e un gameplay intriso di enigmi e puzzle ambientali.