Nel nome di Ade! Olimpo, accettiamo questa colonna sonora.
Possiamo dirlo, no? Hades è stato un autentico capolavoro per tutti noi. Un videogioco che ha lasciato un’impronta indelebile nella scena dei videogiochi indipendenti, affermandosi come uno dei Roguelite più sfaccettati e completi di cui dispone ad oggi un genere ancora prevalentemente di nicchia. Eppure, l’opera di Supergiant Games è riuscita a conquistare anche i cuori dei giocatori meno avvezzi al genere Roguelike/Roguelite, guadagnandosi a pieni meriti un posto “nell’Olimpo” del mondo videoludico.
Basti pensare, per fare alcuni esempi, a come il team di Supergiant Games sia riuscito a trattare con cotanta cura il delicato tema della mitologia greca, comprensiva dei singoli miti, le storyline e ulteriori sottotrame, senza dimenticare la sua infinita rigiocabilità, il suo superbo sistema di combattimento, o le meccaniche all’avanguardia che lo rendono ancora oggi uno dei videogiochi migliori sviluppati in questi ultimi anni.
Tuttavia, quest’oggi, non siamo qui per parlare di Hades in questi termini. D’altro canto, probabilmente, chiunque di voi sarebbe in grado di analizzare analiticamente il lato ludico del gioco, le meccaniche di gioco e le sue sfaccettature, ma sareste altrettanto in grado di scegliere i vostri brani preferiti della colonna sonora, i vostri momenti musicali preferiti? Ed è qui che entriamo in gioco noi. La musica è una componente essenziale di un videogioco, l’elemento che conferisce la giusta atmosfera ai temi trattati.
Per questo, oggi parleremo del legame tra videogioco e musica e, per farlo, lasciateci introdurre la figura di Darren Korb: cantautore, compositore e doppiatore statunitense di straordinario talento (che ha prestato anche la sua voce ad Hades e Skelly nel gioco). Parleremo della OST di Hades da lui composta e di quanto il suo monumentale contributo abbia arricchito la già stupenda atmosfera che trasmette il capolavoro di Supergiant Games.
Per farlo, sceglieremo i nostri 5 brani preferiti della colonna sonora, classificandoli attraverso alcuni criteri di giudizio e, naturalmente, secondo i nostri gusti personali, analizzando ciò che ci ha trasmesso ogni singolo brano in quel determinato momento di gioco.
Oh, e mi raccomando. Nel caso non aveste ancora terminato Hades al 100%, vi consiglierei di prestare particolare attenzione agli spoiler. Io vi ho avvisati!
Out of Tartarus – Il Glorioso Cammino del Prescelto
“Me ne sto andando. Prova a fermarmi.”
Nell’Antica Grecia, il Tartaro è la più lampante esemplificazione del concetto di oscurità, un luogo in cui l’orrore e la paura dominano incontrastate. Derivante dal greco Τάρταρος, si tratta di un luogo confinato negli oscuri meandri dell’Oltretomba, ove il grande Dio Zeus ha condannato e relegato i Titani sconfitti. Dimora di anime perdute e guerrieri dimenticati, il Tartaro è un luogo inquietante e insidioso, tale da rappresentare una grande minaccia anche per gli eroi più valorosi. In Hades, si tratta della prima dungeon area che ci troveremo a fronteggiare, irta di pericoli, antichi nemici e trappole mortali, meticolosamente piazzate da Ade in persona.
Riuscirete a uscirne tutti interi? Dovrete farlo, se vorrete trovare una via di fuga dal Regno dei Morti.
Parlando del brano, “Out of Tartarus” è il classico pezzo che che ci aspetteremmo di trovare in Hades. Energico, potente, adrenalinico e atmosferico al tempo stesso. Non importa che voi decidiate di fermarvi per un istante a godervi il panorama o vogliate prendere a legnate le anime degli Inferi. Fidatevi, Out of Tartarus è un brano adatto per ogni occasione.
Composta interamente da Darren Korb, la traccia si compone di una prima parte abbastanza armonica e melodiosa, impreziosita da dolci note e arpeggi che si incastrano alla perfezione con l’atmosfera che trasmette il Tartaro. Molto diversa è la sua seconda parte, molto più potente, intensa, in stile heavy metal, comprensiva di un fantastico climax che vi farà ribollire il sangue, perfetta per gli scontri ultra-veloci che vi attenderanno nelle profondità di questa prima area.
God of the Dead – Sinfonia di Morte
“La paura della morte mantiene i mortali bene in riga. Faresti meglio a imparare a temere qualcosa anche tu, capito, ragazzo?”
Nell’antica Grecia, οἶκος significava famiglia, casa. Valori saldi, indissolubili su cui si basa l’intera discendenza di Ade, Dio dei Morti e Sovrano dell’Oltretomba. Ma talvolta, diventa necessario mettere da parte l’empatia, i legami e le nostre emozioni, per scoprire la verità, anche a costo di perdere tutto.
Questo è l’ultimo, coraggioso passo che il giovane Zagreus deve compiere: affrontare suo padre, il suo severo e inesorabile protettore, Giudice supremo e incrollabile del Regno dei Morti. Un momento catartico in cui il cerchio si chiude definitivamente, accompagnato dal ritmo da brividi della stupefacente “God of the Dead “, un brano che trasuda epicità e adrenalina da ogni suo poro.
Essa si compone di “due fasi” (come, del resto, la boss-fight stessa), caratterizzata da un riarrangiamento alternativo e più hardcore del canonico main theme “No Escape”, che denota l’alta posta in gioco che determinerà le sorti del duello. Si tratta di un’eccellente traccia metal con eccellenti riff di chitarra e intriganti sfumature psichedeliche, perfetta per l’atmosfera frenetica della boss-fight contro il Dio dei Morti.
Lo senti? Lo senti il fetore della paura quando Ade scompare nel nulla, invocando l’aiuto dei suoi poteri oscuri? Non è un caso che abbiamo rinominato questo brano con l’appellativo di “Sinfonia di Morte”. L’abbiamo sentita tante, fin troppe volte, durante i nostri tentativi di fuga dall’Oltretomba. Dunque, beh, in bocca al lupo e preparatevi a morire.
Lament of Orpheus – Il Dolore dell’amore
“Ti prego, dimmi una cosa, Zagreus. Come sta ultimamente, hm? Euridice, intendo. I suoi capelli, i colori autunnali o la piena fioritura? Il suo portamento, fiero e flessibile come la quercia?”
Il Mito di Orfeo e Euridice non ha di certo bisogno di presentazioni, giusto? Si tratta di uno dei racconti più toccanti e iconici dell’intera mitologia greca, che narra la storia struggente e simbolica tra il poeta e cantore Orfeo e la radiosa e splendida ninfa Euridice.
Il mito è forse l’esemplificazione più vera dell’incrollabile crudeltà dell’amore. Un amore fatale, come lo potrebbero descrivere in molti, che dimentica la mera dimensione metafisica verso un regno più simbolico e allegorico, che incarna il vero concetto di amore, un legame che va al di là del tangibile per abbracciare una dimensione ultraterrena.
Anche in Hades, la storia dei due amanti è avvolta da dolore, dramma e risentimento. Confinati in luoghi diversi e lontani nell’Oltretomba, Orfeo nella Casa di Ade ed Euridice nel suo angolo privato nell’Asfodelo, il destino riserva un esito tragico al loro amore anche nel Regno dei Morti.
Non rivelerò ulteriori dettagli per evitare spoiler su questa straordinaria storyline. Sappiate solo che è una delle storie più belle ed emozionanti presenti nel gioco, scritta e diretta in modo eccellente dal team di Supergiant Games.
Altrettanto straordinario e struggente è il brano “Lament of Orpheus”, una vera e propria dedica d’amore alla sua amata, in cui il cantore esprime con le sue note tutto il suo dolore, angoscia e disperazione per questa immane perdita. La voce di Orfeo risuona come un eco nella solitudine, un lamento inconsolabile, poetico e malinconico, caratterizzato dalla voce afflitta e disperata di Orfeo (interpretato eccellentemente da Darren Korb) e dalle flebili e armoniose note della sua lira.
Ancora più simbolico è come questo splendido brano giunge al termine: “Non guardare indietro”, conclude tristemente Orfeo. Un chiaro riferimento all’umanità e all’innocenza di Orfeo. Se avete avuto l’occasione di leggere il mito, sapete esattamente a quale evento mi sto riferendo…
Good Riddance – La Melodia di Euridice
“Orfeo ha detto tutto questo, eh? Sappi che la prossima volta che lo incontri, digli di quella volta in cui si è spinto fino a qui nel tentativo di salvarmi, anche se ero già morta. Indovina un po’ come è finita?”
Nella sua incantevole e accogliente dimora ai piedi dell’Asfodelo, tra il il calore del fiume Flegetonte, cucinando pietanze deliziose e intonando canzoni melodiose e malinconiche, risiede la splendida e radiosa Musa ispiratrice Euridice.
Dopo aver perso per sempre il suo amato, il cantore Orfeo, e aver abbracciato il dono della morte, la ninfa ha deciso di trascorrere l’eternità confinata tra le ardenti fiamme dell’Asfodelo, lontana dal suo unico vero amore. È qui, durante il primo incontro con Zagreus, che le sentiamo intonare le struggenti note della sua splendida melodia, “Good Riddance”.
Un brano sbalorditivo, meraviglioso e commovente che affronta il delicato tema della morte, con maturità e chiara consapevolezza. Euridice non ha paura della morte (non più, almeno). La vede come una seconda occasione. Essa non deve essere considerata come una semplice fine o una punizione eterna impartita dagli Dei, né come un qualcosa che l’essere umano debba temere. Essa permette di liberare l’uomo da tutte le proprie sofferenze terrene, dai propri fardelli e da tutte quelle preoccupazioni che gli esseri umani portano sulle spalle durante la vita terrena. La morte non è che una seconda vita a cui l’uomo deve affacciarsi con accettazione e non con preoccupazione. Una via che ci condurrà ad un’eternità più serena.
Composta da Darren Korb e magistralmente eseguita dalla splendida voce di Ashley Lynn Barrett, sound actor di Euridice nonché vocalist e performer di Supergiant Games, “Good Riddance” è senza dubbio una delle composizioni più simboliche e toccanti che avrete il privilegio di ascoltare in Hades.
In the Blood – Amore, Famiglia, Unità
“Aspetta, questi non sono… Euridice e Orfeo?”
Possiamo dirlo, no? In questo preciso istante, tutti noi abbiamo versato una lacrima o, perlomeno ci siamo emozionati. Un momento catartico, simbolico e commovente, forse il più toccante dell’intera opera di Supergiant Games.
La traversata dello Stige, noto anche come il Fiume dell’Odio nell’antica mitologia greca, sancisce il ritorno di Persefone alla Casa di Ade. Dalle sue fredde sponde, il traghettatore delle anime, Caronte, conduce il giovane Principe dell’Oltretomba e la sua madre biologica dalla dimora accogliente della Dea in Grecia alla loro vera Casa.
È qui che la frattura tra Ade e la Dea delle Messi si rimargina definitivamente e si risana anche quella complessa relazione padre-figlio che ha caratterizzato gran parte della nostra avventura in Hades. Ciò che si ricompone è ciò che possiamo definire la vera essenza del concetto di famiglia (οἶκος) – unità e amore, l’unico vero pezzo mancante nel Palazzo del Signore dell’Oltretomba. La famiglia è riunita. La missione di Zagreus è finalmente compiuta.
Ed è durante la fatidica ed iconica traversata dello Stige che possiamo ammirare la magnifica eterogeneità degli habitat dell’Oltretomba e ascoltare la meravigliosa sinergia tra le melodie armoniose di Darren Korb e Ashley Lynn Barrett. Il momento in cui le voci di Orfeo ed Euridice si riuniscono, si intrecciano e si mescolano, dando vita all’armonia più delicata e incantevole mai udita nei meandri dell’Oltretomba.
In fondo, a volte è proprio vero che il nostro destino è “nel sangue.”