Un viaggio breve ma intenso tra diffidenze, verità taciute e mostri degli abissi, dove ogni parola può essere salvezza o condanna
Ci sono giochi che ti spingono a premere tasti velocemente, a reagire d’istinto, a misurare i riflessi. Sub-Verge, sviluppato da Interactive Tragedy e selezionato ufficialmente per il LudoNarraCon 2025, fa l’esatto opposto. Qui non conta sparare, saltare o correre: conta ascoltare, parlare e capire. È un titolo che mette al centro la conversazione e la psicologia dei personaggi, e la trasforma in una questione di vita o di morte, fino all’ultimo respiro… o bolla d’aria.
Un mondo diviso
La premessa è affascinante: un mondo post-catastrofe in cui la superficie e il fondo del mare non sono solo luoghi, ma simboli di potere e controllo. In alto, i Surfacers, guidati dall’High Commissioner, vivono in una città ipercontrollata, convinti di essere protetti da minacce marine e “altri pericoli” indefiniti. In basso, nascosti negli abissi, i Below si sono rifugiati dopo un colpo di stato fallito, capeggiati da un leader carismatico e inquietante conosciuto come The Mind.
La divisione non è solo fisica: è ideologica, fatta di paura, propaganda e sospetto reciproco. Chi sta sopra vede il mare come un mostro da cui proteggersi. Chi sta sotto lo vede come casa, anche se una casa popolata da predatori giganti come il Krake, creatura marina tanto immensa quanto misteriosa.

Il prologo: le origini di un conflitto
Il prequel ufficiale Subtle Mind non è un semplice contenuto extra: è un tassello essenziale per comprendere il mondo di Sub-Verge.
Scritto in forma epistolare da Zach Dodson, il testo racconta in prima persona due episodi chiave della vita del protagonista — il cui nome resta ignoto — che fungono da fondamento per gli eventi del gioco.
Lettera Uno – “The Attempt”
Il racconto si apre nei pressi di una gigantesca cascata artificiale. Il protagonista, sorpreso mentre pesca illegalmente con un fucile a rete, viene catturato e interrogato dagli ufficiali della città, in particolare da Cromby, una figura autoritaria e glaciale.
La rete, abbastanza grande da intrappolare un uomo, alimenta sospetti di attentato. Nonostante la tortura, il protagonista non rivela nulla, proteggendo anche i lavoratori delle sale di pompaggio incontrati lungo il tragitto.
Poco dopo, durante un’incursione ai livelli superiori della struttura, assiste a un conflitto tra giovani guardie. La situazione precipita quando appare l’High Commissioner: in un impeto di ribellione, il protagonista spara la sua rete verso di lui. Cromby devia il colpo, sacrificando una guardia, che precipita nella cascata. L’atto vale al protagonista una condanna a morte mascherata da incidente: viene spinto giù dalla piattaforma più alta.
Lettera Due – “The Krake”
Contro ogni previsione, il protagonista sopravvive alla caduta, seppur gravemente ferito, e si ritrova in una caverna sotto la cascata. Qui incontra il corpo della guardia colpita e, soprattutto, una creatura inquietante: un krake, simile a una medusa dotata di zampe da granchio e con uno stomaco traslucido in cui le prede vengono digerite vive.
Mentre cerca riparo, sente arrivare Cromby insieme alla giovane guardia NcNist. L’animale, inavvertitamente, gli indica un passaggio segreto da cui può ascoltare la conversazione tra i due: NcNist esprime dubbi sull’etica delle esecuzioni sommarie, ma Cromby lo zittisce, affermando che chi lascia la città è un traditore. Rivela anche l’intenzione di dipingere il protagonista come infiltrato dei “Floaters” — abitanti di città galleggianti — per giustificare un possibile conflitto armato.
Quando i due se ne vanno, il protagonista scopre che la cosiddetta “cascata eterna” non è altro che un impianto artificiale che ricicla l’acqua. Non un prodigio naturale, ma una menzogna ingegneristica su cui si fonda la legittimità della città.
Subtle Mind stabilisce fin da subito i temi centrali dell’universo di Sub-Verge: il totalitarismo mascherato da protezione, la propaganda come strumento di controllo, la ribellione come risposta istintiva alla disillusione, e la verità nascosta dietro facciate imponenti.
Leggere questo prequel prima di giocare rende più chiara la diffidenza reciproca tra Surfacers e Below e aggiunge profondità al ruolo del Krake, che già qui appare come creatura fisica e simbolo di pericolo imminente.

Dove comincia il viaggio
Il gioco ti mette subito davanti a una scelta narrativa: iniziare nella caverna dei Below o nel laboratorio dei Surfacers.
Questa decisione non è solo un prologo alternativo: stabilisce il tuo punto di vista, i rapporti iniziali e la percezione che gli altri avranno di te. È come scegliere non tanto da che lato combattere, ma da quale storia partire. E, in un titolo come questo, la storia è l’arma più affilata.

Parlare per sopravvivere
Il nucleo del gameplay è fatto di dialoghi a scelta multipla, ma non nel senso “classico” dei visual novel. Qui ogni risposta ha un peso diretto sulla fiducia, la collaborazione e persino la sopravvivenza dei personaggi.
L’obiettivo? Convincere un gruppo di sommozzatori a fidarsi di te abbastanza da seguire le tue istruzioni in una missione subacquea cruciale.
Ognuno di loro ha un carattere definito: c’è chi è diffidente e chi cerca rassicurazione, chi ragiona per logica e chi per istinto, chi sembra amichevole ma nasconde motivazioni opache. E il tempo è una risorsa limitata: parlare con uno può significare trascurare un altro, e questo ha conseguenze.
Le conversazioni non sono “quiz” con risposte giuste o sbagliate, ma prove di empatia, intuito e strategia relazionale.
Sbagliare tono o priorità può significare che, più avanti, qualcuno deciderà di non seguire il piano.
La fase subacquea: dal verbo all’azione
Dopo questa lunga e tesa preparazione arriva il momento della verità: la sequenza subacquea.
A bordo del SubVee, ti ritrovi circondato dal gruppo di sommozzatori, che devono agganciarsi al portello seguendo regole precise. Queste regole non sono solo vincoli di gameplay (“Etera non può andare per prima”, “Owin non salirà prima di Drint”), ma riflessi diretti della loro personalità e delle dinamiche costruite nei dialoghi precedenti.
La sfida sta nel capire l’ordine corretto in cui farli salire, spesso sotto pressione e con il Krake che incombe.
È un puzzle logico, ma non isolato dalla narrazione: se nei dialoghi hai perso la fiducia di qualcuno, potresti non avere tutte le opzioni disponibili, rendendo l’enigma ancora più complicato.

Il Krake: minaccia e simbolo
Il Krake non è solo un mostro. È la personificazione delle paure di entrambi i mondi: per i Surfacers è il pericolo esterno che giustifica il controllo; per i Below è il rischio costante di vivere in un ambiente ostile.
Nella sequenza finale, il Krake può essere la cornice di un trionfo o l’ultima, silenziosa condanna.

Finali multipli
Sub-Verge non si accontenta di un epilogo lineare. A seconda delle scelte fatte e della riuscita nella sequenza subacquea, puoi ottenere:
Un ritorno alla superficie, con il gruppo (o i superstiti) al sicuro.
Un viaggio più profondo, fino alla tana del Krake e al confronto con The Mind.
La sconfitta, che può assumere diverse forme, come la più disturbante: il protagonista, salvo dal SubVee, ma intrappolato nella bolla gelatinosa del Krake, condannato a condividere la sorte di The Mind, ormai folle e corrotto.
Questi finali, anche se non rivoluzionano la struttura, danno un senso di peso alle scelte e incoraggiano a rigiocare.


Stile e atmosfera
La scrittura di Zach Dodson è precisa, intensa e credibile: ogni personaggio ha un registro proprio, e il worldbuilding emerge con naturalezza dai dialoghi. Non ci sono lunghi spiegoni, ma dettagli che si insinuano nelle conversazioni e definiscono un universo coerente.
La direzione artistica di Tiia Reijonen è minimalista ma funzionale: scenari stilizzati, palette fredde, silhouette nette. Il design del Krake e dei sommozzatori è memorabile pur senza eccessi grafici.
L’audio è essenziale: suoni subacquei ovattati, vibrazioni metalliche, lunghi silenzi. Un accompagnamento che non sovrasta mai, ma amplifica la tensione claustrofobica.

Conclusione
Sub-Verge non è un titolo da giocare con leggerezza o distrazione: ogni battuta di dialogo, ogni esitazione, ogni alleanza che stringi o spezzi può avere conseguenze profonde. È un gioco che, pur con una durata contenuta, riesce a raccontare una storia complessa, dove la sopravvivenza non si misura solo in ossigeno, ma nella capacità di capire gli altri prima che sia troppo tardi.
In fondo, è questo il suo messaggio più potente: sott’acqua, come nella vita, le parole pesano quanto il piombo… e a volte possono affondarti.

Se volete saperne di più:
Subtle Mind – A Sub-Verge prequel su Steam
Sub-Verge
PRO
- Scrittura eccellente e worldbuilding solido
- Relazioni e fiducia realmente influenti sul gameplay
- Puzzle logico finale ben integrato nella narrazione
- Atmosfera coerente e forte senso di tensione
CON
- Ritmo iniziale lento, che può scoraggiare chi cerca subito azione
- Gameplay limitato a dialoghi e un’unica sequenza puzzle
- Rigiocabilità interessante, ma senza cambiamenti strutturali radicali