Napoli, sangue delle mie vene; Napoli, mare nero di tormenti; Napoli, condanna e benedizione.
Cultura, tradizione, arte, storia, mitologia, simbolismo: non semplici termini accostati a caso, bensì una sequenza, una costante nell’esperienza umana, da seguire non necessariamente in tale ordine. Sono i motori della conoscenza, le vie del sapere, le arti che più di tutte alimentano la curiosità insaziabile della natura umana, spingendola a interrogarsi sul passato, sui predecessori che hanno calpestato questa terra prima di noi, coloro che l’hanno plasmata per le generazioni a venire. Parole scandite una dopo l’altra, come i versi di un’antica canzone che risuona nel presente, ma che trova il proprio fondamento in un unico comune denominatore: l’Antico, il rispetto e il legame per l’antichità.
Queste medesime parole chiave guidano il videogioco che stiamo per presentarvi oggi, un progetto immerso nella cultura, nel folklore, nel simbolismo più profondo, dove mitologia, arte e storia si intrecciano nel caldo e misterioso epicentro della tradizione e cultura partenopea. Questa è la suggestiva cornice di Napoli, città di antiche leggende, storie e miti immortali, uno dei quali in particolare ha dato il nome alla fiorente città che conosciamo oggi e al progetto di cui ci accingiamo a parlarvi.
Stiamo parlando di Parthenope, il misterioso gioco di ruolo investigativo sviluppato da Katabasi Studio, una nuova casa di sviluppo italiana fondata da Axel Fox e Francesca Balestri.
Trascendere l’intrattenimento, aspirare all’iconicità. Questa è l’etica di Katabasi Studio
«Fu una mattina, 14 anni fa, che vidi Napoli per la prima volta. Fu come sbarcare su un pianeta sconosciuto. Niente mi risultava familiare: né la lingua, né i gesti, né i volti, né i suoi odori, né i suoi colori. Nonostante il mio breve soggiorno, mi domandai come avrei potuto sopravvivere a tutto questo, quando era così naturale sentirsi fuori posto; una “straniera” su un pianeta straniero.
A Napoli sono tornata molte volte e sempre mi ha accompagnato la sensazione di non poter restare e inevitabilmente di non poter essere altrove, come sull’orlo di un magnetico e oscuro baratro, senza il coraggio di lasciarsi cadere, né la forza di tornare sui propri passi.
Poi, 4 anni fa, Fortuna Imperatore (Axel Fox) mi ha presa per mano, mi ha detto “resta” e insieme abbiamo iniziato questa lenta discesa, questa catabasi. Insieme abbiamo dato vita a Katabasi Studio; insieme vogliamo raccontarvi di una città che ci ha partorite ed adottate. Attraverso due anime molto dissimili tra loro nasce PARTHENOPE, un videogioco nel ventre di Napoli.»
Ecco come Francesca Balestri, co-fondatrice, Direttrice Artistica e Artista 3D, ha narrato la genesi di Katabasi Studio e la splendida sinergia che si è creata tra lei e Axel Fox, il talentuoso duo che dirige lo studio.
A comporre e completare la line-up dello studio, troviamo il Lead Game Programmer e Technical Game Designer Daniele Sichetti, il Level Designer Andrea Sciuto, i 3D Artists Genesis Galaxy, Daniele De Giglio e Francesco Alves, il Sound Designer e Compositore Umberto Boldarin, e il Videomaker Matteo Saliva.
«Katabasi Studio è animato dal desiderio di scuotere il mercato videoludico grazie alla visione e al supporto di publisher e/o investitori che possano valorizzare la libertà autoriale di un progetto raffinato ma popolare, destinato alla viralità.»
La visione di Katabasi Studio riflette l’approccio di Axel Fox al game design, un metodo creativo estremamente unico sia nelle modalità di trattazione che nelle tematiche, che agita, coinvolge – talvolta sconvolge – le emozioni dei giocatori con tematiche attuali, sensibili e delicate, come dimostrato nei suoi due titoli più recenti, Freud’s Bones e Bluethroot.
Si tratta di un approccio diretto, sociale e profondamente psicologico al mondo dei videogiochi, che pone l’accento sull’originalità, sulla piena libertà artistica e sull’esplorazione e valorizzazione del medium videoludico non solo come forma di intrattenimento, ma come un’opera d’arte riflessiva che affronta tematiche sociali e penetra nell’animo del giocatore.
A ciò si aggiunge il pregevole lavoro sull’art design di Francesca Balestri, una brillante artista che fonde in modo impeccabile la sua esperienza artistica con una profonda comprensione del mondo dei videogiochi. L’artista, già collaboratrice di Fortuna Imperatore nel processo di sviluppo di Bluethroot, in cui ha ricoperto il ruolo di narrative designer, è la mente, insieme a Fortuna, di Parthenope, progetto in cui vestirà il ruolo di co-autrice, direttrice artistica e artista 3D.
La Genesi di Parthenope
Come si può narrare una storia senza esserne parte integrante? Questo è presumibilmente uno dei quesiti che Axel Fox e Francesca Balestri hanno certamente affrontato prima di immergersi nel processo creativo di Parthenope.
Come si può descrivere la bellezza di una terra, i suoi usi, i costumi e la sua cultura senza averli prima vissuti sulla propria pelle? Per raccontare Parthenope, era essenziale andare oltre e vivere la città dall’interno, dal suo ventre, essere parte integrante di Napoli, comprendere la complessità delle sue radici rimanendo immersi nel territorio partenopeo, assorbendone i suoni, gli odori, i volti, per celebrare un amore fatale verso una città che è come un pianeta alieno.
Per raggiungere questo traguardo, le due autrici non potevano accontentarsi di osservare il territorio partenopeo come estranee; dovevano invece immergersi completamente nella città, vivendo quotidianamente la vita di Napoli. In questo percorso, che si è protratto per circa 4 anni, Axel Fox, vera napoletana, ha agito come una sorta di guida spirituale per Francesca Balestri, tendendole la mano per condurla, proprio come Virgilio guidò Dante attraverso i circoli dell’Inferno. E nel caso ve lo stiate chiedendo, no, il paragone che abbiamo utilizzato non è affatto casuale.
Con il termine “catabasi”, utilizzato da Francesca Balestri per descrivere il suo viaggio con Axel Fox nel “the making” di Parthenope, si fa riferimento alla discesa di un’anima vivente nell’Oltretomba. Benché consci che un tale paragone possa sembrare fin troppo ardito da parte nostra, crediamo sia un’adeguata allegoria per immaginare l’immersione dell’artista nel calore della tradizione partenopea.
Questa è l’esperienza alla base di Parthenope, un’opera creativa che non è solo un semplice videogioco, ma un salto pionieristico nel regno delle avventure dei giochi di ruolo mediterranei. Un’esperienza innovativa che, con il suo approccio innovativo alla narrazione e la sua dedizione nel catturare l’essenza di Napoli, promette di ridefinire il panorama dei videoludico indipendente.
Il giocatore non sarà semplicemente chiamato a interpretare un ruolo, ma ad immergersi completamente, a pensare, agire e vivere come un autentico Partenopeo, al fine di scoprire la vera anima di Napoli.
Un progetto dal sangue Partenopeo
Annunciato attraverso un teaser completamente narrato in napoletano dalla splendida voce di Sara Penelope Robin, Parthenope è un’epopea videoludica che promette di immergere i giocatori in una Napoli enigmatica e senza tempo, dove la storia si fonde con la leggenda in un intrico di misteri da svelare.
Ispirato a grandi opere che hanno ridefinito il medium videoludico nei loro rispettivi generi, tra cui Disco Elysium e Pentiment, oltre alla potenza narrativa e comunicativa dei romanzi di Elena Ferrante e al cinema surrealista di Paolo Sorrentino, Parthenope è un sofisticato mix di esplorazione, investigazione e folklore napoletano, che invita i giocatori a immergersi in una storia sofisticata, dove le linee tra realtà e mito si sfumano.
Nei panni di una cinica antropologa, affiancata da una astuta nativa – un altro possibile riferimento all’esperienza condivisa dalle due autrici durante la fase iniziale di sviluppo di Parthenope – i giocatori si infiltreranno nelle umide e insidiose profondità dell’essere che ospita l’essenza dimenticata ma viva di Napoli. L’occasione perfetta per immergersi nel simbolismo e nella profonda aura di mistero che avvolge la città.
Mostra lo spirito Partenopeo che è in te
Come abbiamo già accennato e come sottolineano gli sviluppatori, fingere di essere o addirittura tentare di mascherarsi da napoletani non porterà a nulla di buono; anzi, non farà altro che peggiorare la vostra situazione. Sarà essenziale immergersi completamente nel contesto che ci circonda, assumere l’identità di un vero partenopeo e imparare ad agire, muoverci e orientarci nella città con la naturalezza di chi la vive quotidianamente. Dovremo interpretare con autenticità e profondità il simbolismo intriso di magia, folklore, passione e ribellione che permea ogni angolo di questa meravigliosa città.
Ambientato sullo sfondo di una città gravida di arte, storia e mistero, il gioco trascina all’interno degli intricati strati della vita napoletana, dai suoi vivaci mercati di strada ai suoi vicoli ombrosi, dove antichi rituali e tradizioni folcloristiche continuano a dominare. Il realismo magico si fonde al Barocco e al Tenebrismo, gettando il giocatore nei quartieri asfissianti, nelle catacombe umide, fino alle oscure rive di un mare inquieto.
Parthenope è un’ esperienza di gioco travolgente, drammatica, bizzarra, capace di ispirare morbosa curiosità, disgusto e passione. Per sopravvivere, sarà indispensabile assorbire le abilità napoletane fino a trasformare completamente il proprio essere, al fine di affrontare il bestiario carnevalesco che popola una città tanto insidiosa quanto magnetica, e che risiede anche nei giocatori stessi.
Un folklore senza precedenti che ci condurrà a svelare i Misteri Partenopei, tessendo un ricco arazzo strettamente legato alla tradizione popolare e alla cultura napoletana, sfiorando il confine tra realtà e leggenda.
Acquisire la capacità di parlare, pensare e ragionare come un vero napoletano sarà come svelare il profondo mistero della vita, un percorso intriso di contraddizioni e ossimori. E sarà meglio per voi farlo in fretta se intendete salvare la città dal tragico destino che l’attende.
Uno sguardo alle meccaniche del gameplay
«Con Parthenope, il videogioco diviene medium culturale transmediale, incitando i giocatori a prendere parte integralmente alla narrazione, compiendo scelte, rompendo pregiudizi, impregnandosi di paradossi alla ricerca dell’essenza napoletana.»
Pur non potendo, per ovvie ragioni, mostrare screenshot o altro materiale dimostrativo, gli sviluppatori hanno lasciato trapelare alcune importanti informazioni che ci consentono di dare un primo sguardo alle meccaniche di gioco che costituiranno il cuore del titolo, nonché un breve accenno ai principali antagonisti.
Tra le caratteristiche di gioco rivelate dagli sviluppatori, possiamo trovare:
- Una sofisticata componente investigativa che ci porterà a indagare e ricostruire la genealogia delle stirpi napoletane per affrontare i tre Santi Patroni che usurpano la città dalle sue viscere.
- L’esplorazione: la meccanica che ci permetterà di mescolarci con la Tribù del Mare e lasciarci travolgere dalla frenetica ricerca dell’Uovo Magico e del sepolcro della Sirena per svelare il mistero della città inghiottita.
- La nostra risorsa primaria, l’ingegno e la perspicacia, fondamentali per immergersi appieno nella vita cittadina, ottenere informazioni, barattare prodotti locali insoliti, spettegolare, interrogare i tarocchi e persino interpretare i sogni. Per guadagnare la fiducia degli altri, pensate in modo creativo, siate evasivi ma interessati, distaccati ma coinvolti.
- La possibilità di cambiare quando e dove vorrete i vostri connotati per adattarvi al contesto circostante. Scegliere se vestirvi di carisma, passione rivoluzionaria o negromanzia.
Abbracciate le tradizioni, smantellate i pregiudizi e gli stereotipi più dannosi, e scoprite il vostro vero Io Napoletano che è sempre stato in voi. Questo è il segreto per sopravvivere e vivere appieno la vostra esperienza in Parthenope.
Napule è ‘na maledizione e ‘na benedizione
Prima di concludere, se Parthenope ha catturato la vostra attenzione e siete desiderosi di saperne di più sul progetto, vi invitiamo a rimanere con noi per le informazioni che vi forniremo di seguito.
Attualmente, il gioco non ha una data di uscita, né sono state rese note le piattaforme su cui sarà disponibile. Poiché il gioco si trova ancora nelle fasi iniziali dello sviluppo, sarà necessario del tempo prima che Katabasi Studio fornisca ulteriori dettagli sul progetto. La speranza è che, entro la fine dell’anno, il team possa rilasciare un primo trailer che che ci dia una visione più chiara del gioco e della sua struttura.
Le nostre prime impressioni sul progetto sono estremamente positive, a partire dal concept e dalla splendida direzione artistica, elemento in cui si nota chiaramente la mano di Francesca Balestri, e dall’atmosfera che il teaser ha cercato di trasmettere. L’idea che ci siamo fatti è che Parthenope potrebbe davvero essere quel salto di qualità di cui un’autrice talentuosa come Axel Fox ha bisogno dopo i successi di Freud’s Bones e Bluethroot. Un’opportunità imperdibile per consolidare ulteriormente la sua posizione nell’industria videoludica indipendente italiana e per accrescere la reputazione dei videogiochi italiani a livello globale. Non ci resta che attendere per scoprire se le autrici riusciranno nel loro ambizioso intento!
Per ulteriori informazioni su Parthenope, continuate a seguirci e non dimenticate di visitare il sito ufficiale di Katabasi Studio per non perdervi gli ultimi aggiornamenti sul loro videogioco d’esordio.
È tutto per oggi. Ci vediamo a Napoli!