Pocketpair ha battuto molti record con Palword. Un survival che ha spopolato per alcune delle sue meccaniche Pokémon-like.

In poco più di 5 giorni Palworld dalla sua uscita ha superato più di 6 milioni di copie vendute. Un successo incredibile e quasi inaspettato, considerato anche che il titolo è in early access, ed ancora ha molte cose da sistemare. Sicuramente l’hype generato dalla sua somiglianza al brand Pokémon e il suo essere disponibile anche su Game Pass hanno sicuramente aiutato il titolo.

Non perdiamoci in chiacchere e vediamo di capire qual’è la vera ossatura che compone il gioco di Pocketpair.

Cos’è Palworld?

Nonostante la grande attenzione focalizzata sui mostri che abitano questo mondo, Palworld è fondamentalmente un Survival. Si è parlato molto delle somiglianze con Pokémon, ma la somiglianza più grande è sicuramente con un altro gioco, Ark.

Infatti Palworld è un survival a tutti gli effetti, con una fortissima ispirazione ad Ark, appunto. I Pal, i mostri che abitano l’isola,  sono gestiti e possono essere usati in maniera molto simile ad Ark, per non parlare delle meccaniche survival di crafting. Sia i diagrammi per la costruzione che l’implementazione delle tecnologie richiamano molto quest’ultimo titolo, anche se è meno punitivo e difficile. Aumentando sia il livello del personaggio che il livello della base possiamo sia accedere a nuove tecnologie che ai punti per sbloccarle.

La raccolta delle risorse, la creazione di strumenti per ottenerle e la costruzione di diverse strutture sempre più complesse sono la parte core del genere survival.

Palworld e Pokémon: cosa è stato preso

È innegabile che Palworld abbia preso dinamiche e concetti (anche estetici) da due grandi titoli Nintendo: uno è Pokémon e l’altro in parte è Zelda

Per quanto riguarda Zelda abbiamo alcuni strumenti come la vela per planare, la dinamica caldo/freddo e l’uso della stamina. Il protagonista può scalare, nuotare ed esplorare liberamente a patto di non finire la stamina. Lo stesso vale nell’uso della vela per planare. In fondo non è un richiamo così impattante, ma salta all’occhio grazie alla seconda somiglianza, quella con Pokémon.

In Palworld possiamo catturare i Pal, creature che girano libere per il mondo. La cattura avviene lanciando loro delle sfere e le probabilità di cattura hanno diverse percentuali a seconda dei punti ferita e degli status inflitti. Meno punti ferita avrà un Pal più sarà alta la probabilità di cattura. Questa aumenterà e darà bonus in base a quante catture faremo dello stesso Pal.

I Pal sono anche suddivisi in tipologie tipo acqua, fuoco, terra veleno e addirittura normale. Possono aumentare di livello ma non evolvere, apprendere nuove mosse e avere abilità passive che ricordano le Skill e le nature del franchise di GameFreak. Il tutto gestito tramite un Box per Pal che una volta craftato ci permette di formare la nostra squadra da 5.

Innegabile è il forte richiamo estetico, nelle creature, nelle dinamiche e anche nell’interfaccia che ricorda molto Pokémon Arceus. Possiamo anche far uscire dalla sfera un Pal che ci seguirà nell’avventura.

Palworld e il Mondo di Gioco

Palworld è pur sempre un survival, il mondo esplorabile è vasto e ci sono degli altari che serviranno da quick travel. Disseminati per la mappa ci sono dungeon, nemici umani e world boss da affrontare. L’early access finisce virtualmente con la sconfitta del boss che sta dentro la Torre del Sindacato di Rayne. I Pal sono una grande risorsa e hanno due tipi di abilità passive. Le prime possono essere utilizzate in combattimento come bonus di attacco e difesa anche elementale, le seconde sono utili alla raccolta e alla gestione della base.

Inoltre ogni Pal ha delle capacità nella gestione delle risorse e, se lasciati lavorare in base, agiranno autonomamente. Il giocatore infatti può assegnare ordini specifici alle creature come usare la fornace per i Pal di fuoco oppure irrigare per quelli d’acqua. Ci sono anche Pal bravi a fare legname, usare il piccone o usare il banco di lavoro. Così mentre noi esploriamo i nostri collaboratori mandano avanti da soli la base. Sanno anche quando riposarsi e procurarsi il cibo, facendo tutto questo senza alcun ordine da parte nostra.

Esistono anche strumenti che ci permettono di usare il Pal come un arma, armarlo di pistola oppure usare come cavalcature quelli più grandi.

Non è Tutto Oro Quello che Luccica

Palworld è pur sempre un early access, o per dirla in parole povere è ancora un’alfa.

Anche se Pocketpair ha lavorato bene sul piano survival/gestionale, la sensazione di un gioco tutt’altro che finito è evidente. I dungeon incontrati sono praticamente identici e presentano un reskin di colore a seconda dell’elemento dominante. Il combattimento è ancora abbastanza basic e staremo a vedere come sarà approfondito. Un punto veramente dolente è l’I.A. dei Pal e degli avversari. Per quanto le creature siano diligenti e gestite bene all’interno della base, al di fuori c’è il vero problema. Gli scontri e soprattutto il pathing delle creature e degli avversari sono davvero problematici. Bug o creature incastrate saranno molto frequenti, come i Pal che si bloccheranno o finiranno l’uno sopra l’altro senza motivo apparente.

My Two Cents

Abbiamo visto davvero poco di Palworld e per quanto non sia un vero Pokémon-like è incredibile come un’alfa sia tecnicamente e come gestione dei mostri così superiore agli ultimi titoli di GameFreak. Dico tutto questo da amante di Pokémon dalla prima generazione e con la tristezza nel cuore. Forse anche questo inaspettato successo è anche merito di GameFreak che nonostante le possibilità economiche e di sviluppo che potrebbe avere ha presentato negli ultimi anni titoli scadenti deludendo fan storici che hanno sempre amato incondizionatamente il brand.

Mi auguro che con gli incassi fatti Pocketpair possa lavorare per risolvere i problemi seri del titolo. In più sviluppare un buon gioco articolato che possa continuare a divertire l’utenza, ma solo il tempo lo dirà.

Quali sono i vostri pensieri? Avete provato Palworld? Fateci sapere la vostra.

Sono un musicista (pianista), un nerd e un amante di lunga data di manga. Sono nato come videogiocatore grazie ad una copia di Pitfall per Atari 2600 (1982), e così sono cresciuto di pari passo al mio medium preferito fino ai giorni nostri. In seguito ho cominciato ad interessarmi anche a cosa c'è dietro al prodotto finale, alla sua struttura e ciò che accade dietro le quinte del mondo del gaming.