Il team di Beamdog debutta nel denso e affollato panorama dei Roguelike proponendo un videogioco con un buon concept e ricco di buone idee, ma che purtroppo non riesce a tradurre in una brillante esecuzione.

MythForce

Che peccato, davvero! Questa è una delle esclamazioni che abbiamo ripetuto più frequentemente mentre giocavamo a MythForce, l’ultimo affascinante Roguelike in prima persona targato Beamdog. Un progetto che aveva tutte le carte in regola per brillare, con buone idee e con un concept che poteva rivelarsi davvero unico, ma che purtroppo non riesce del tutto a concretizzare.

Ma procediamo con ordine. Uscito il 12 settembre 2023 per Nintendo Switch, PC (via Steam ed Epic Games Store), PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X/S e Xbox One, MythForce è un Roguelike ispirato ai cartoni animati del sabato mattina, sviluppato dall’esperto team di sviluppo Beamdog e pubblicato da Aspyr.

Abbiamo giocato a lungo la versione PlayStation 5 del gioco e siamo pronti a raccontarvi nella nostra recensione ciò che ci ha conquistato e ciò che ha deluso, mettendo in evidenza i punti di forza e le debolezze dell’ultima fatica di Beamdog.

Tutti per uno, uno per tutti

La trama di MythForce, chiaramente ispirata ai tradizionali cartoni animati del sabato mattina, si presenta con la stessa chiarezza e semplicità che ci si aspetterebbe da un classico cartone animato. an. La narrazione, insieme al gameplay, costituisce uno dei punti cardine su cui si basa l’intero gioco, unitamente a quello che potremmo definire come un persistente “effetto nostalgia” che ci accompagnerà per tutto il resto della nostra avventura.

Ma ancor prima di immergerci nella trama e di esplorare l’interfaccia di gioco, veniamo calorosamente accolti da una meravigliosa sigla in puro stile cartoon, realizzata da Ross Lara, che ci presenta per la prima volta gli eventi e ciò che costituisce l’antefatto narrativo, mettendo in risalto, naturalmente, gli invincibili eroi della MythForce squad.

Quattro intrepidi giustizieri, orde di mostri infernali e dei malvagi cattivoni da debellare. È l’ora degli eroi!

MythForce

Al termine della intro, MythForce ci catapulta direttamente nell’interfaccia di gioco, permettendoci di selezionare il nostro personaggio. I giocatori possono optare per giocare in modalità single player o in cooperativa, con la possibilità di formare un party composto da un massimo di 4 giocatori. Una volta effettuata la scelta del personaggio, si prosegue con la selezione della missione e ci si getta nell’azione a pieno regime.

La progressione della campagna si articola su un totale di 9 livelli, suddivisi in 3 capitoli. Ogni livello si compone di alcune caratteristiche e meccaniche tipiche del genere Roguelike, tra cui, per citarne alcune, la generazione procedurale dei livelli e il tanto odiato (ma anche amato) “permadeath,” proposto in una forma leggermente più accessibile. Inoltre, in ciascuna regione e livello, troverete un potente boss d’area che i giocatori dovranno naturalmente sconfiggere per poter avanzare ai livelli successivi.

Noi siamo la MythForce!

Uno degli aspetti che forse abbiamo maggiormente apprezzato in MythForce, oltre ovviamente alla sua magnetica estetica da cartone animato, sono proprio i character design dei quattro eroi, splendidamente realizzati, una delle note più gradevoli del titolo di Beamdog.

Ciascun eroe in MythForce si presenta con un character design affascinante, funzionale e accuratamente realizzato, che ci introduce alle sue principali caratteristiche, tra cui la classe di appartenenza, un breve e conciso resoconto utile a farci conoscere la sua storia prima di unirsi alla MythForce, e, naturalmente, le sue straordinarie skills di partenza, che si riveleranno l’asso nella manica a disposizione dei giocatori durante l’avventura.

The Heroes
Rico, Hawkins, Victoria e Maggie – Squadra al completo

A ciascun eroe è inoltre associata una difficoltà, rappresentata in stelle, che indica il grado di sfida che i giocatori affronteranno in gioco scegliendo quel particolare eroe. Per farvi un esempio, scegliendo Maggie, godremmo di particolari vantaggi nel combattimento a distanza e nell’uso degli incantesimi, ma saremmo anche estremamente vulnerabili agli attacchi corpo a corpo, in quanto sprovvisti di un’armatura. Al contrario, Victoria è una formidabile combattente corpo a corpo, protetta da una solida armatura e provvista, tra le altre cose, anche di un arco, il che le consente di districarsi abilmente sia nel combattimento a distanza sia corpo a corpo. Optando per Victoria, potreste rendere il sistema di combattimento meno “spettacolare,” ma anche più adatto ai giocatori alle prime armi.

Come avrete intuito, ciascun membro della MythForce ha i suoi punti di forza e le sue debolezze. Pertanto, vi consigliamo di leggere attentamente le informazioni riportate sull’identikit degli eroi prima di iniziare a giocare!

Diamo dunque un’occhiata più da vicino agli impavidi eroi della MythForce:

  • Rico – Bandito (Difficoltà: 2/3): Ex-generale di Deadalus, Rico ora combatte contro le forze del male nella speranza di espiare gli antichi peccati. È il più malandrino della squadra, con passi svelti e leggeri e un talento unico negli scontri con la spada. Dà il suo meglio attaccando i nemici isolati e distratti da ciò che accade sul campo di battaglia.
  • Hawkins – Cacciatore (Difficoltà: 1/3): Dopo anni trascorsi come cacciatore di mostri solitario, Hawkins ha deciso di offrire i suoi servigi alla MythForce. Eccelle nel combattimento in mischia e può accedere al regno degli spiriti per attraversare i nemici che bloccano il suo passaggio. I suoi colpi più potenti indeboliscono il nemico o lo attirano dentro a fratture esplosive.
  • Victoria – Cavaliere (Difficoltà: 1/3): Ex-cavaliere della Guardia Reale di Solaire, Victoria è la fondatrice e guida degli eroi della MythForce. È un’eroina difensiva, che eccelle nel combattimento in mischia e nel controllo della folla. Sebbene sia meno veloce degli altri eroi, può tenere a bada gli avversari e mitigare i danni grazie ad una resistenza elevata e alle sue fantastiche abilità difensive.
  • Maggie – Mago (Difficoltà: 3/3): Maggie è una delle studentesse di maggior talento laureatasi dal Liceo, l’Accademia più importante di Eldryth. Quel che le manca in vigore e abilità di combattimento è compensato dalla potenza dei suoi incantesimi. Se si trova in un luogo riparato e vantaggioso, la sua artiglieria mistica può ribaltare le sorti della battaglia.


Inoltre, ciascun giocatore inizierà ogni partita con 3 abilità iniziali, in base all’eroe scelto. A differenza di tutti gli oggetti, le abilità e i vari consumabili che acquisiranno in-game, queste abilità rimarranno invariate e non saranno perse, neanche se verrete sconfitti. Si tratta di tre abilità e poteri unici, ricaricabili, che l’eroe può utilizzare nel corso del tempo per aprirsi la strada tra le orde di mostri. Usatele con saggezza, o sarete nei guai fino al collo!

L’unica cosa che ci ha un po’ deluso in questo senso, dal punto di vista del design, è stata l’interfaccia dei personaggi e il menù di gioco, che ci sono sembrati decisamente troppo ingombranti e confusi. Non si tratta certo di un problema grave, ma nella versione PS5 che abbiamo testato, non ci ha dato l’idea di un’interfaccia funzionale e comoda per la versione console, soprattutto all’inizio, quando stavamo cercando di capire come districarci nelle impostazioni di gioco e del personaggio.

La Direzione Artistica: Il Vero Punto di Forza di MythForce

E adesso, ecco uno degli aspetti che abbiamo apprezzato di più: la componente artistica. Il design artistico, senza dubbio, rappresenta l’elemento più affascinante del titolo di Beamdog, proprio come ci aspettavamo del resto.

Vi ricordate quando eravamo bambini e guardavamo i nostri cartoni animati preferiti in TV? Quando seguivamo le avventure di He-Man (“Per il Potere di Grayskull”… sapete a cosa ci riferiamo, vero?) o G.I. Joe: A Real American Hero? Ebbene, MythForce attinge e trae ispirazione dall’estetica e dall’immaginario di quell’epoca, ereditando con grande attenzione alcune delle caratteristiche tipiche dei cartoni animati di un tempo. Tra queste, una vivace e variegata tavolozza di colori, i grandi valori che incarnano i nostri eroi preferiti e l’estetica magnetica che, più di ogni altra cosa, contraddistingue il lavoro di Beamdog.

MythForce è visivamente proprio come ce lo aspettavamo, sin dal primo trailer. È quasi “saturo” di colori, risplende attraverso la sua arte e comunica attraverso di essa tutto l’umorismo e l’autoironia che vuole trasmettere. Sia le sequenze animate che le animazioni in-game sono ben realizzate ed evocano quell’immancabile “effetto nostalgia” di cui abbiamo parlato in precedenza. O, almeno, è così che ci siamo sentiti noi mentre lo giocavamo.

Alcuni nemici, specialmente i guerrieri scheletro, sembrano quasi paradossalmente delle caricature di se stessi. Osservate i loro movimenti goffi, le animazioni o le reazioni quando subiscono i nostri attacchi.

Strike
1, 2 e 3… STRIKE

È tutto volutamente e meravigliosamente esagerato, ed è proprio così che ci piace! Dopotutto, l’arte di MythForce è perfettamente in linea con il contesto. Il suo intento è quello di evocare i ricordi dei classici cartoni animati del sabato mattina, e cosa c’è di più classico di ridurre guerrieri scheletri in cumuli d’ossa, nemici grotteschi che sbucano da ogni angolo, ed eroi dotati di una forza sovrumana che maneggiano armi incantate come se fossero state benedette dalle divinità più potenti? Volevate davvero un tuffo nel passato? Benissimo, eccovi serviti!

E ora, veniamo alle note dolenti…

Come accennato in precedenza, il gameplay di MythForce adotta meccaniche di gioco e caratteristiche con cui siamo ormai familiari nel genere Roguelike. Per progredire da un livello all’altro, i giocatori devono affrontare dungeon di varie difficoltà, affrontando orde di nemici, trappole e una serie di ostacoli ambientali insidiosi.

Ed è proprio qui che emergono le prime criticità. Purtroppo, ciò che salta immediatamente all’occhio è la notevole e quasi eccessiva ripetitività del gameplay, sia nell’esplorazione che nella generazione procedurale dei livelli, un aspetto che limita in modo significativo l’esperienza di gioco e vanifica i pregi riscontrati, tra cui, ad esempio, l’ottimo lavoro che è stato fatto sul design artistico dei nemici.

MythForce

Se prima parlavamo della componente artistica come un valore aggiunto, ora ci troviamo a mettere in luce anche le limitazioni di un gameplay che appare piuttosto piatto, carente di varietà, a discapito dell’esperienza esplorativa e della gioia di scoprire costantemente novità. Del resto, come ben sappiamo, la varietà costituisce da sempre uno dei principali punti cardine nella struttura del gameplay di un Roguelike, contribuendo fortemente alla sua rigiocabilità.

Ecco, forse è proprio questo il punto chiave: il gameplay di MythForce non riesce a competere con gli altri titoli Roguelike presenti sul mercato, mancando di un elemento distintivo, e forse è proprio la mancanza di varietà nelle sue meccaniche a rendere l’esperienza di gioco, seppur apprezzabile, facilmente dimenticabile. Il risultato finale lascia un retrogusto decisamente amaro, soprattutto se pensiamo al grande potenziale non del tutto espresso e sfruttato dal team di sviluppo-

Ripetiamo, ovviamente, che il gameplay non è caratterizzato esclusivamente da aspetti negativi. La varietà dei vantaggi, degli incantesimi acquistabili e l’approccio che ciascun eroe offre al giocatore nel percorso di progressione sono aspetti positivi e ben realizzati. Tuttavia, questi pregi non riescono a colmare appieno le lacune precedentemente menzionate.

Il sistema di combattimento in prima persona è un classico ibrido tra il combattimento corpo a corpo e a distanza e funziona discretamente, soprattutto per quanto riguarda gli scontri a distanza con armi da fuoco e l’uso di incantesimi, che rendono le battaglie appaganti e divertenti. Al contrario, il combattimento corpo a corpo risulta notevolmente meno preciso sia nella gestione delle hitbox, sia nel feedback dei colpi ricevuti. Per esempio, ci siamo spesso ritrovati a tentare di distruggere dei vasi con la mazza di Victoria senza successo, dovendo ripetere l’azione più e più volte.

Nei primi livelli, abbiamo notato inoltre una non perfetta implementazione dell’intelligenza artificiale dei nemici, specialmente per quanto riguarda gli spadaccini e gli arcieri scheletri. Tuttavia, tale impressione tende ad attenuarsi man mano che ci si addentra nella campagna e ci si scontra con avversari più potenti. D’altro canto, è comunque essenziale sottolineare che la reazione dei nemici alle nostre azioni non è sempre impeccabile e pronta (spesso sembrano rimanere immobili, quasi indifferenti, senza reagire agli attacchi). Per questo motivo, ci attendiamo dei miglioramenti in futuro.

Per quanto riguarda il comparto tecnico, l’estetica in-game in stile cel shading è ben realizzata, e, come abbiamo già accennato, ci ha colpito positivamente, nonostante alcuni sporadici cali di frame rate e animazioni scattanti. Tuttavia, purtroppo, il comparto sonoro non riesce a mantenere lo stesso standard qualitativo, specialmente in relazione al sound design e alla colonna sonora. Nonostante l’introduzione in stile cartoon sia ben realizzata, all’interno del contesto di gioco la colonna sonora risulta in qualche modo anonima e non si integra come dovrebbe. È un peccato, perché di per sé alcune composizioni non sarebbero neanche male, anzi…

Tiriamo le somme

In conclusione, MythForce non è assolutamente un cattivo videogioco, né un’esperienza che vi sconsigliamo. Piuttosto, si tratta di un Roguelike che soffre di alcune mancanze che incidono sull’esperienza complessiva, rendendolo carente nell’attuazione e sul versante ludico.

Il problema principale riguarda la ripetitività e la mancanza di varietà, fattori che hanno un impatto notevole sulla giocabilità, sulla longevità e sulla rigiocabilità del titolo, contribuendo a rendere i livelli piuttosto monotoni. Questo è particolarmente deludente perché il concetto di base era ben concepito e sembrava promettere un’esperienza nel complesso soddisfacente e divertente, proprio come ci auguravamo.

D’altro canto, possiamo apprezzare una componente artistica dettagliata e realizzata con grande attenzione, con un design artistico di pregevole fattura e un’ottima qualità delle animazioni, in particolare nelle cutscene.

MythForce ci ha lasciato, in sostanza, un retrogusto amaro, una sensazione di opportunità sprecata, come se tutte le sue componenti avessero un potenziale che purtroppo Beamdog non è riuscita a combinare in modo sinergico.

Tuttavia, sappiamo che il futuro di MythForce potrebbe dipendere molto dal supporto post-lancio che Beamdog deciderà di fornire. Abbiamo spesso assistito a progetti che, nonostante un lancio non propriamente perfetto, sono riusciti a recuperare terreno grazie a patch e aggiornamenti degli sviluppatori, oltre al forte sostegno dei giocatori e delle community. In tal senso, sembra che il team di sviluppo abbia già iniziato a muoversi in questa direzione.

Vi ricordiamo che MythForce è disponibile dal 12 settembre 2023 su Nintendo Switch, PC (via Steam ed Epic Games Store), PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X/S e Xbox One.

Grazie per essere stati con noi anche oggi. Alla prossima recensione!

MythForce

“MythForce è un videogioco tanto coraggioso e ambizioso quanto imperfetto, con molte idee ben concepite e un concept molto accattivante, ma che purtroppo non riesce a tradurre in una buona esecuzione. Il risultato è un videogioco con buone caratteristiche sparse qua e là e notevoli difetti e limiti, specialmente sul versante ludico, che lo rendono un Roguelike dimenticabile, incapace di ritagliarsi uno spazio nel genere e di competere con gli altri grandi Roguelike disponibili sul mercato.”

PRO

  • Un apprezzabile “Effetto Nostalgia”.
  • Art Design di pregevole fattura.
  • Animazioni di alta qualità, soprattutto nelle cutscenes.
  • Buona resa tecnica e grafica
  • Un character design davvero notevole.

CON

  • Poca varietà nel versante ludico.
  • Scarsa rigiocabilità.
  • Colonna sonora deludente e non all’altezza delle aspettative.
  • Un videogioco che non punge, che non si fa notare, nel vasto e sempre più complesso panorama dei Roguelike.
SCORE: 6.7

6.7/10

Cresciuto con MediEvil e DOOM e affascinato dal mondo videoludico dal 1998. Questa passione nasce dalla voglia di scoprire e ricercare il videogioco a 360 gradi, con particolare attenzione al panorama Indie.