Il capitolo superfluo della serie
Monster Hunter Always
Spiegare il brand di Monster Hunter è sempre stato un compito semplice. Semplicissimo.
Ammazza il Mostro. Potenzia l’equipaggiamento. Ripeti.
Il divertimento è racchiuso in pochi semplici punti: i mostri, le armature e le armi.
Pochi ingredienti che si fondono all’abilità del giocatore.
Ogni arma costituisce un universo a sé stante, con un moveset unico e delle combo da concatenare.
I giocatori si affezionano alle armi che sanno usare meglio, ai set di armature, alle abilità e alla vasta personalizzazione dell’esperienza di gioco che tutti questi elementi concorrono a diversificare.
E poi il multiplayer online: rilassato ed elegante in lobby, freneticamente strategico quando inizia la missione coi compagni cacciatori da ogni angolo del mondo.
Si tratta di un brand solido da ormai venti anni, del quale è difficile annoverare i rari momenti di vero fallimento.
Monster Hunter Dynamic Hunting
Nel 2011 tutti ormai avevano uno smartphone in tasca. Tutti sapevano usare un’app.
Tutti giocavano a Fruit Ninja seduti sulla tazza del cesso.
Perché la Capcom doveva farsi sfuggire questa fetta di mercato?
Non penso esista altra idea dietro alla scelta di produrre Monster Hunter Dynamic Hunting.
Si tratta di una versione per iOS così tanto semplificata da risultare banale, in cui la strategia è praticamente inesistente.
Le armi sono ridotte da quattordici a cinque, i mostri solo una ventina.
Il gameplay è piatto e ripetitivo, con controlli legnosi e un multiplayer in collegamento bluetooth fino a massimo due giocatori.
Tutto quello che era bello nella serie è stato completamente svenduto pur di adattare (e pure maldestramente) il brand al dispositivo.
Si tratta di un capitolo oscuro per Monster Hunter, per fortuna eclissato dalla meraviglia del successivo Monster Hunter 4U.
Parliamo di un errore che la Capcom non ripeterà mai, pensavo.
E, ovviamente, sbagliavo.
Monster Hunter NOW
Niantic ha guadagnato 100 milioni di dollari in venti giorni dal lancio di Pokémon GO.
Perché la Capcom doveva farsi sfuggire questa fetta di mercato?
Ed ecco che la formula della localizzazione GPS per gestire gli incontri viene riciclata su un gameplay identico a Monster Hunter Dynamic Hunting.
Come dire: il peggior capitolo del brand Pokémon miscelato con il peggior capitolo del brand Monster Hunter. Cosa mai potrà andare storto?
Ma procediamo per gradi.
Il sottile limite tra gaming e roaming:
Una cosa sono i videogiochi e una cosa sono i giocattoli.
Durante l’esperienza videoludica si ha un’interazione costante con i creatori del gioco, ed è costante il senso di sfida.
Esistono obiettivi e metodi per raggiungerli, ci sono momenti di pura astrazione dalla realtà dati dall’immersione nell’esperienza ludica.
Se manca questa astrazione non stiamo giocando efficacemente.
Monster Hunter NOW, come qualsiasi altra applicazione AR, si basa prima di tutto sulla Realtà.
Camminare per strada non è un obiettivo di gioco, è una necessità affinché il gioco possa avviarsi.
Questo crea una netta distinzione fra vero Gaming e applicazioni di Roaming.
Nonostante ci siano sprazzi di sfida, non si tratta di un vero gioco se sono obbligato a schivare le macchine e il traffico.
Non posso concentrarmi sul divertimento mentre faccio attenzione agli orari di chiusura del parco, o alle condizioni atmosferiche.
Stiamo parlando di una categoria a sé che non credo abbia la dignità di essere chiamata videogioco.
No Monsters no Cry
La difficoltà crescente nell’affrontare i mostri nella serie di Monster Hunter è sempre stata accompagnata dalla varietà delle specie affrontabili.
Su Monster Hunter NOW tutto questo è stato sostituito dal fastidio di un timer di 75 secondi di tempo limite. Oltre a questo, gli incontri sono noiosamente casuali e ripetitivi.
Quindici mostri (meno di Dynamic Hunting!) e solo sei armi a disposizione, le cui differenze nello stile di gioco sono quasi trascurabili.
Gli incontri sono decisi dalla prontezza nella schivata, resa difficile più dai pessimi controlli che dall’abilità del giocatore.
La meravigliosa modalità multiplayer che contraddistingueva la serie è svanita; è possibile solo reclutare cacciatori nella stessa area usando il GPS.
Non abitando in Giappone questo significa che non ho visto una sessione multiplayer in due mesi.
Le pozioni sono ottenibili giornalmente in modo limitato, allungando la longevità in modo pigro.
Salvare il salvabile
I modelli sono recuperati da Monster Hunter World, per un impatto estetico elegante.
Tuttavia su molti dispositivi la grafica è rallentata, e anche le mappe presentano troppo spesso dei vistosi bug grafici.
I materiali droppati dai mostri sono stati congegnati abbastanza bene, richiamando il piacere del farming presente anche nei titoli canonici.
Anche la sezione Store è molto limitata e senza microtransazioni incentrate sul pay-to-win o sulla cosmetica.
Il vantaggio principale di Monster Hunter NOW è l’essere gratuito e esteticamente gradevole.
Tutto il resto è più o meno da dimenticare.
Alcuni hanno obiettato che si tratti “solo di un gioco da smartphone”, come se il supporto fosse una specie di attenuante.
Ma le prestazioni di uno smartphone oggi non hanno niente da invidiare a un PC.
Ed esistono titoli che hanno dimostrato ampiamente di poter colmare il divario con qualsiasi piattaforma (Black Desert, Genshin Impact, Layers of Fear…).
Non ci sono scuse per un fiasco come Monster Hunter NOW.
I suoi 50 Gb per l’installazione sono assolutamente sprecati.
Preferisco usarli per emulare una PSP e tornare su Monster Hunter Freedom Unite.
Graficamente grezzo, ma dal gameplay genuino e in linea con la serie.
E senza GPS.
Monster Hunter NOW
PRO
- Free To Play
- Modelli esteticamente gradevoli
CON
- Noioso e ripetitivo
- Controlli pessimi
- Rallentamenti grafici
- Nulla a che vedere con il brand