Un horror grottesco, in cui fede e moralità percorrono due strade destinate a non intersecarsi.
INDIKA è un’avventura narrativa sviluppata da Odd Meter e pubblicata da 11 bit Studios, rilasciata nel maggio 2024. Il gioco ha come ingredienti l’horror, la filosofia e critica sociale, il grottesco, la religione, il dualismo tra sacro e profano, e la tentazione di scegliere una strada “senza luce”. Ambientato in una Russia di fine ‘800, e dalla durata di circa cinque ore, INDIKA offre un’esperienza intensa e riflessiva. Odd Meter è uno studio indipendente con sede ad Almaty, Kazakistan, composto da un team di 16 persone. Originariamente basato in Russia, lo studio si è trasferito a causa delle difficoltà politiche e morali legate alla guerra in Ucraina. Come ha più volte dichiarato il game director, Dmitry Svetlow: “Restare in Russia, nel 2024, era diventato ormai fisicamente e psicologicamente spaventoso”. 11 bit Studios, dal canto suo già noto al pubblico per titoli profondi, come This War of Mine, ha scelto di supportare Odd Meter, garantendo libertà creativa e senza interferenze sul contenuto del gioco, permettendo così a Svetlow di esprimere tutto il disagio e tormento interiore, che in questo prodotto vestono i panni di INDIKA.

Una trama avvincente
Siamo in Russia, fine ‘800. Indika è una suora, con una fede incerta, per questo mal vista nel suo Convento, che le affida quindi una missione che ha più lo scopo di volerla allontanare, portandola a intraprendere un viaggio, tra luoghi angusti e impervi, confrontandosi con la sua stessa spiritualità, e soprattutto con il male in persona: il Diavolo. Durante il viaggio, è accompagnata dalla voce di Satana, che funge da narratore e provocatore, sfidando le sue convinzioni, traghettandola nei meandri delle sfumature tra bene e male, mettendole sempre più in dubbio.


Molto più di un gioco
INDIKA ci offre una narrazione profonda e filosofica, affrontando temi come fede, libero arbitrio e moralità. Il giocatore, attraverso Indika, esplorerà concetti complessi quali peccato, redenzione e la natura dell’anima, spesso raccontati con un tono grottesco e surreale, dove l’horror è più una sfumatura permanente che un elemento esplicito.
Il Diavolo non è soltanto una presenza maligna, ma un interlocutore costante, che stimola la protagonista e persino il giocatore a riflettere sulle proprie convinzioni. I dialoghi intensi tra lui, noi e Indika — immersi nel silenzio della neve siberiana — uniti a situazioni surreali e grottesche che arricchiscono la trama, offrono una prospettiva unica sulla spiritualità e sull’esistenza umana, portandoci quasi a pensare che bene e male siano solo punti di vista.
Questo è INDIKA. Non è religione, non è fede, non è morale.

Nel gioco, Svetlow esprime tutto sé stesso, con la speranza di trasmettere un messaggio e lasciare qualcosa dentro di noi. Il 2024 di Svetlow si riflette nella società ortodossa russa rappresentata nel gioco, in quella religione ipocrita che non unisce, ma divide; che non guida, ma impone scelte che mai avremmo deciso di prendere.
Indika è lo scontro millenario ed epico tra bene e male, tra credere e dubitare, tra giusto e sbagliato, tra morale e immorale, tra libero arbitrio e destino immutabile, tra scegliere e subire.
Ecco che il Diavolo, narratore onnisciente, smette di essere nemico e diventa quasi una luce in un mondo di oscurità, falsità e ipocrisia, di cui il clero è il portavoce.
Il viaggio di Indika è un percorso spirituale e metaforico: è il cammino di vita di ognuno di noi. Si parte dall’innocenza, dalla gioia della vita — quella stessa vita pronta a corrompere la purezza di un fanciullo, sepolta in ogni essere umano.
Indika parte dal Convento come una suora, ma arriverà a destinazione davvero come tale?
Proprio questo fa riflettere il giocatore: non si può giudicare un libro dalla copertina. Non sempre l’abito fa il monaco, e Indika ne è la prova.
Il paradosso del gioco è che una suora rappresenta il bene, mentre il Diavolo rappresenta il male. Eppure, alla fine del viaggio, il giocatore prova esattamente la sensazione opposta.


Una grafica sorprendente
Indika presenta una grafica next-gen sorprendente per un titolo indie. Inizialmente concepito con Unreal Engine 4, viene poi supportato da Unreal Engine 5, per sfruttare appieno le potenzialità dei nuovi hardware. Le ambientazioni ci trasporteranno da paesaggi innevati a luoghi bui e angusti, tutti resi con dettagli meticolosi ed avvolgenti. Così come degni di nota sono i dettagli dei volti e delle espressioni facciali, di assoluto realismo. Anche l’illuminazione gioca un ruolo fondamentale, con ombre dinamiche che arricchiscono l’atmosfera. L’art direction mescola elementi steampunk, una fusione tra fantasia e ironia, e grotteschi, creando un mondo affascinante e inquietante al tempo stesso. Nulla di più opportuno, nel nostro caso.

L’importanza del suono
La colonna sonora di INDIKA è caratterizzata da melodie in stile 16-bit, un elemento innovativo se comparato a un comparto grafico all’avanguardia, che contribuiscono a creare un senso di tensione e disagio. Suoni ambientali e musiche evocative accompagnano il giocatore, mentre la voce del Diavolo aggiunge un ulteriore strato di profondità all’esperienza sonora, specialmente se il giocatore fruisce il gioco con il supporto di cuffie, che ci rimanderanno inevitabilmente alla nostra Senua, in Hellblade.
Gameplay che fonde passato e presente
Dal lato gameplay, INDIKA combina esplorazione, risoluzione di enigmi ambientali e elementi platform. Il mondo di gioco è ricco di dettagli, con missioni secondarie e collezionabili che incentivano l’esplorazione.
Una delle particolarità del prodotto è data dagli intermezzi di minigiochi in stile pixel-art, dal sapore retrò, che non sono altro che rappresentazioni di momenti dell’infanzia della nostra suora, tra primi amori e nostalgie familiari.
Un’altra particolarità è il sistema di “token di fede”, il quale introduce una riflessione sulla spiritualità e sul progresso, sfidando le convenzioni dei giochi tradizionali. Punti abilità ed esperienza però non avranno alcuna influenza sulla progressione del gioco.
Non ci saranno combattimenti, non ci saranno nemici. Il nemico vero è in Indika, le cui visioni, scatenate dalla voce satanica, apriranno durante il gioco un sotto-mondo, un mondo alternativo che ricorda quasi l’Umbral, visto in Lords of the Fallen.
Combinando l’esplorazione tra mondo reale e mondo satanico, il giocatore riuscirà ad avanzare nel cammino. Inoltre, la presenza di un compagno di viaggio, Ilya, mutilato e morente, sarà un ulteriore elemento che metterà a dura prova la fede di Indika come sposa di Cristo, svelando l’intrinseco desiderio sessuale, che le ricordano il passato da donna, prima che quello da suora.

Critica e voto finale
La critica ha accolto positivamente INDIKA, lodando la sua originalità e profondità.
Non tutti hanno invece apprezzato la dissonanza tra le sezioni in pixel art e il resto del gioco, lamentando una mancanza di fluidità nei passaggi tra le diverse aree.
Nonostante ciò, il titolo è stato apprezzato per la sua capacità di stimolare riflessioni e per la qualità della sua narrazione e della sua grafica.
INDIKA ha inoltre ricevuto diversi riconoscimenti nel panorama videoludico, tra cui:
- Game Audio Network Guild Awards 2025: Miglior Dialogo per un gioco indie
- The Game Awards 2024: Nominato nella categoria “Games for Impact”
- 28th Annual D.I.C.E. Awards 2025: Nominato per “Outstanding Achievement for an Independent Game” e “Outstanding Achievement in Character”
- Independent Games Festival: Nominato per il Seumas McNally Grand Prize e per l’Eccellenza nella Narrazione e nell’Audio
- BAFTA Games Awards 2025: Longlisted nella categoria “Game Beyond Entertainment”
Personalmente, giocato tutto d’un fiato, non posso che accodarmi all’opinione positiva della critica generale.
INDIKA
PRO
- Narrazione profonda e stimolante;
- Graficamente di ottima qualità;
- Colonna sonora evocativa e riflessiva;
- Gameplay coinvolgente e ricco di dettagli.
CON
- Dissonanza tra sezioni in pixel art e grafica principale;
- Mancanza di fluidità nei passaggi tra aree.