Basta con i tripla A, è l’ora del tripla Z

Perduti in mezzo ad un’isola Artica, con l’unico scopo di restare in vita più a lungo possibile.
Questo è Ice Station Z.

Un titolo che sfida l’istinto di sopravvivenza dei giocatori attraverso svariati ostacoli.
Zombie, intemperie, disidratazione, fame, oppure altri giocatori con i medesimi problemi e un fucile migliore del vostro.

Eppure non è tutto.

Wobbly Tooth non ha prodotto solo un open world survival horror indie low cost.
Lo ha anche lasciato pericolosamente farcito di bug e glitches che rendono l’esperienza ancor più allucinante.

oil rig
Una notte perfetta per un giro sulla piattaforma petrolifera abbandonata…

Glitch e ghiacci

Quanti videogiochi hanno costituito una vera sfida di recente?

Non sto parlando di accettare di buon grado un sistema di regole e gestire correttamente le risorse che il gioco mette a disposizione.

Oggi parlo di una trama insensata e un tutorial inesistente, di una grafica a dir poco ostile al corretto svolgimento del gameplay e di quel magico momento che si verifica quando gli exploit diventano parte integrante dell’esperienza.

Oggi vi parlo di Ice Station Z.

Rilasciato nel 2016 su Nintendo 3DS è finito nella mia collezione per via del suo prezzo irrisorio (non mi vergogno: l’ho pagato 0,99€); esteticamente collocabile nel 1990. 

Non mi spiego ancora come sia possibile che mi abbia accompagnato per circa 30 ore di gioco.

Nel 2021 Wobbly Tooth decise di lanciarsi alla conquista di Nintendo Switch, PlayStation 4 e Microsoft Windows, con il prezzo che si è mantenuto prossimo a quello di un caffè.

Come non essere tentati dal rework grafico; eppure sapevo già che sarebbe stato un disastro. 

Uno splendido disastro.

Ice Station Z is alright

Day 1

Il gameplay vorrebbe ricalcare un consolidato genere open world popolato da zombie dove tuttavia la componente ambientale mantiene sempre il suo peso.

Freddo, fame e disidratazione obbligano il giocatore a muoversi di continuo, spostandosi fra le varie locazioni di una mappa bilanciata piuttosto bene per un gioco indie.

Trovare indumenti migliori, armi per difendersi o cacciare e mezzi di trasporto è soddisfacente, con una buona dose di RNG costituita dal respawn casuale degli oggetti.

Gli zombie hanno la funzione di aumentare il brivido dei primi momenti di gioco, quando le munizioni sono contate e gli strumenti di recupero molto scarsi. 

Successivamente diventano solo un disturbo secondario che invoglia a trascorrere più tempo sui server online, dove il pericolo è costituito dalla presenza degli altri giocatori.

Le basi nascoste fra i ghiacci mettono sufficientemente alla prova la memoria e ricompensano la voglia di esplorazione.

Per compiere varie azioni di routine (dormire, ricaricare il gps, raccogliere legna…) si ricorre a rapidi minigiochi che vorrebbero mimare dei quick time events, alla lunga un po’ ripetitivi.

L’azione non è mai eclatante, anzi piuttosto piatta.
Non esistono oggetti in grado di sbilanciare il gameplay, e non ci sono altri obiettivi tranne quello di sopravvivere.

Il divertimento della prima ora rischia di trasformarsi molto presto in noioso clichè di esplorazione/raccolta.

Eppure ci sono elementi sfuggiti al controllo degli sviluppatori che rendono questo gioco un gioiellino del trash.

Ice Station Z gameplay
Il fuoco è bello

Bug Station Z

Qualsiasi elemento di questo titolo, fin dalla schermata iniziale, presenta una moltitudine di bug e glitch

Il loro continuo manifestarsi li rende parte integrante del gioco e la loro gestione diventa materia stessa del gameplay.

La schermata di caricamento, per esempio, può fallire nella riproduzione della posizione del giocatore, decretandone la morte istantanea.

Se un giocatore appena morto chiude il software bypassando il salvataggio e aprendo una nuova partita può mantenere l’inventario intatto.

Tornando su particolari percorsi e salvando solo in certe locazioni è possibile ottenere una scorta praticamente illimitata di carburante.

Viaggiare sui mezzi di trasporto rende invulnerabili, a patto di sapere come interagire col terreno, visto che lo scripting è forse il peggiore della storia videoludica.

Per farla breve il giocatore si troverà presto in balia degli effetti di una programmazione ingenua e grossolana.

Questo significa abbandonare ogni pretesa di realismo, ma anche muoversi per una terra selvaggia, in cui al più esperto sono garantite maggiori possibilità di sopravvivenza.

Uomo contro Macchina 

Non si tratta più di sparare a zombi vestiti di blu che smettono di correre dietro al loro bersaglio dopo quindici secondi (hanno un timer, giuro, è meraviglioso).

La sfida definitiva diventa volare in elicottero senza incappare nell’ira di una rabbiosa e offesa Unreal Engine.

La gara non è più il raggiungimento di un obiettivo predisposto da regole di un gioco condivise. 

Questo titolo è un vero e proprio accanimento CPU VS PLAYER, in cui ogni cheat sfruttabile è lecito pur di restare in vita.

Ice Station Z ha questo fascino sgangherato; lo stesso che avevano quei titoli retrò in cui lo scoglio era costituito dalla IA stessa.

Barare per sconfiggere la macchina programmata per barare è una dolce dolce vittoria.

Lo è dai tempi di Mortal Kombat e Metal Gear Solid con il maledetto input reading di Psycho Mantis. In questi casi vincere contro il gioco significa saper pensare al di fuori del suo schema.

Ecco perché Ice Station Z ha catturato la mia simpatia, nonostante la sua qualità lasci oggettivamente a desiderare.

Goat Simulator Z

Non mi sento di sconsigliare a nessuno l’esperienza di vagare senza meta su un’isola artica infestata da zombie, almeno non finchè il prezzo resta così accessibile.

Ice Station Z è comunque un titolo genuinamente indie, e il multiplayer con gli amici è spesso sinonimo di risate.

Stimo la sua longevità attorno alle 5 ore di gioco, per mediare fra chi sarà schifato dalla sua ripetitività e chi come me vorrà memorizzare qualsiasi sito di respawn sulla mappa.

Non si tratta di un gioco imperdibile, ma di sicuro uno dei pochi open world decenti nel panorama indie.

Un traguardo invidiabile per Wobbly Tooth, che ad oggi sono attivi solo su Twitter.
Il loro sito principale è buggato.

Coincidenze?

Io non credo.

ICE STATION Z: Zombie a basso costo

“Il gameplay vorrebbe ricalcare un consolidato genere open world popolato da zombie dove tuttavia la componente ambientale mantiene sempre il suo peso. Freddo, fame e disidratazione obbligano il giocatore a muoversi di continuo, spostandosi fra le varie locazioni di una mappa bilanciata piuttosto bene per un gioco indie. Trovare indumenti migliori, armi per difendersi o cacciare e mezzi di trasporto è soddisfacente, con una buona dose di RNG costituita dal respawn casuale degli oggetti.”

PRO

  • L’open world più economico in giro
  • Buon Multiplayer
  • Bug e Glitches comici

CON

  • Ripetitivo
  • Titolo DAVVERO economico
  • Infestato dai bug
SCORE: 7

7/10

Musicista, scrittore e nerd fin da tempi antichi in cui era considerato un termine dispregiativo. Sono cresciuto alla calda luce di uno schermo e al dolce tocco del controller.