Rivisitando, a distanza di anni, le gesta del sublime capolavoro di Studio MDHR.
Oggi vi presentiamo la recensione di Cuphead, il primo lavoro del team di sviluppo canadese Studio MDHR, rilasciato inizialmente come esclusiva Microsoft il 29 settembre 2017 ma ormai disponibile su tutte le piattaforme.
Corre l’anno 2013, quando Cuphead viene annunciato, attirando fin da subito l’attenzione di buona parte dei videogiocatori, grazie allo stile unico dell’animazione americana degli anni 20/30 applicato a uno sparatutto in 2d di vecchio stampo.
I fondatori dello studio di sviluppo, ovvero i fratelli Moldenhauer, hanno preso a piene mani dai cartoni dei Fleischer studios e dalla più famosa Walt Disney, imbastendo un mondo di gioco colorato e ricco di personaggi estremamente caricaturali. Lo sviluppo è andato un po’ a rilento, a causa dell’immensa mole di lavoro necessaria per raggiungere il risultato prefissato dal team, ma nonostante i numerosi rinvii ci siamo infine trovati trovati davanti a un’opera di pregevole fattura, scopriamo il perché!
Un’occhiata al mondo di gioco
Il titolo si svolge sull’isola Calamaio, luogo in cui i due protagonisti, Cuphead e Mugman vivono insieme al nonno Bricco. Un bel giorno, spinti dalla voglia di scoperta, decidono di allontanarsi più del solito da casa raggiungendo i bassifondi e trovandosi davanti al Casinò del Diavolo. Curiosi della recente scoperta, entrano all’interno dell’edificio e vengono subito presi di mira da Re Dado, il direttore del Casinò e da Satanasso Pigliatutto che propone ai due fratelli di puntare le loro anime in cambio di tutti i tesori del posto. Cuphead, senza pensarci due volte, accetta e lancia i dadi (palesemente truccati), condannando se stesso e il povero Mugman. Terrorizzati dalla brutta fine che avrebbero fatto da lì a poco le loro anime, decidono di accettare il patto che il Diavolo gli propone in cambio della libertà, ovvero recuperare i contratti delle anime di tutti i suoi debitori.
Da qui ha inizio la nostra avventura con un tutorial, estremamente semplice e intuitivo, perfetto per imparare le meccaniche di gioco. Il tutto inizia con nonno Bricco, che ci fa dono di una pozione magica capace di farci sparare proiettili dalle dita, ovvero il primo sparo che avremo a nostra disposizione. Il gameplay si rivela fin da subito reattivo e preciso, con i nostri protagonisti in grado di saltare, abbassarsi e scattare per evitare i colpi nemici o addirittura respingerli grazie alla parata, utilizzabile solo in volo (premendo nuovamente il tasto salto) ed esclusivamente contro gli oggetti rosa. Da questo punto si apre al giocatore l’esplorazione del mondo di gioco, ovvero la prima isola, con aree inizialmente bloccate e accessibili solo sconfiggendo i nostri bersagli.
Studio MDHR ha aggiunto anche una piccola componente esplorativa, nascondendo in giro alcune monete (utili per potenziarsi) e inserendo vari personaggi che oltre a farci dono delle stesse, ci premieranno con utili consigli o simpatici dialoghi.
Affrontiamo i boss
Il giocatore si trova dunque con la possibilità di affrontare il primo boss, oppure tentare con il livello run ‘n gun, ma andiamo con ordine: Il primo scontro contro i debitori del diavolo consiste nel combattimento contro gli Ortaggiosi ovvero una patata, una cipolla e una carota. Ogni ortaggio corrisponde a una fase diversa, in ordine crescente di difficoltà, e permette al giocatore di mettere in pratica tutto quello che ha imparato durante il tutorial.
La patata ad esempio è perfetta per prendere manualità con il salto e la parata, entrambi essenziali per tenere testa ai suoi colpi diretti, la cipolla fin da subito mette alla prova i riflessi e l’attenzione del giocatore che si trova costretto a evitare attacchi dall’alto, mentre la carota rende chiaro il fatto che alcuni boss vadano colpiti in determinati punti (in questo caso gli occhi) e concede di far pratica con lo scatto per evitare i suoi raggi.
In Cuphead è incredibile come tutti i boss presentino pattern differenti, ognuno suddiviso generalmente in 3 o 4 fasi, senza un singolo elemento ripetuto. Le animazioni sono stupende, il character design presenta una cura eccezionale e certi boss modificheranno il loro schema di attacco in modo casuale ogni volta che li ripeteremo, il tutto accompagnato da musiche orecchiabili, che richiamano perfettamente il mood degli anni 20/30.
Fin da subito la difficoltà non scherza (con un aumento significativo già dalla seconda isola) e in caso dovessimo terminare i nostri hp saremo costretti a ripetere lo scontro dall’inizio. Nonostante tutto, raramente la frustrazione prende il sopravvento, per merito di un sistema di combattimento estremamente rifinito e una dinamicità che rende il tutto divertentissimo e mai noioso.
Adesso si vola
Un’altra grande nota di pregio è data dal combattimento aereo che aggiunge nuove meccaniche di gioco e permette di affrontare i boss volanti, solitamente 1 o 2 per isola. In questo caso cambia quasi totalmente il gameplay: il salto verrà sostituito dalla parata (che diventa immediata con la pressione del tasto) e al posto dello scatto, Cuphead si trasformerà in un mini aereo, riducendo di molto le sue dimensioni e acquisendo maggiore velocità di movimento a discapito di una potenza offensiva minore. Lo sparo magico sarà invece sostituito dallo sparo a raffica dell’aereo, intercambiabile con un colpo esplosivo che precipita verso il basso.
Dopo ogni nemico sconfitto, ci troveremo davanti alla scheda di valutazione, che riassume il tempo impiegato, i punti vita mantenuti, le parate eseguite, gli indicatori super barra utilizzati e l’abilità, ovvero un voto da 1 a 3 stelle in base alla difficoltà scelta all’inizio della boss fight. Il tutto sarà poi riassunto in un voto, che può raggiungere un massimo di A+ (oppure S in modalità esperto). Questo sistema rende il tutto molto più rigiocabile e sprona i giocatori più competitivi e completisti a dare il meglio di sé per ottenere il risultato perfetto.
Ma i Run ‘n gun?
Passiamo ora a parlare dei livelli run ‘n gun, non obbligatori per avanzare con il gioco ma fondamentali per potenziare Cuphead e Mugman. Nonostante inizialmente non facessero parte dell’avventura, furono poi inseriti per aumentare la longevità e la varietà di gioco, e si rivelano fin da subito divertenti e dotati di un’ottima varietà di situazioni.
Essi presentano nemici di ogni tipo e dimensione, ognuno con abilità diverse, con alcuni capaci di rigenerarsi e altri che continueranno a riapparire senza dare tregua al giocatore. La componente platform è predominante e certe sezioni richiedono una precisione nel salto non indifferente. Come per le boss fight, anche qui non sono presenti checkpoint, quindi in caso di morte sarà necessario ripetere l’intero livello da capo. All’interno di questi livelli è possibile trovare 5 monete d’oro, alcune ben nascoste, altre più palesi, altre ancora raggiungibili con determinate azioni. Come detto in precedenza, sono molto utili visto che permettono al giocatore di potenziare il protagonista recandosi all’emporio Cotechino.
Potenziamenti e abilità
Entriamo dunque all’emporio (ce n’è uno in ogni isola) e scopriamo cos’ha da offrire il nostro venditore di fiducia. Gli oggetti in vendita sono distinguibili in due gruppi, spari magici e amuleti. Ogni sparo in Cuphead è unico e riconoscibile grazie a un determinato colore, garantendo al giocatore un ottima varietà e un pizzico di tattica nel trovare quello più adatto in base al nemico che si sta affrontando. Per fare alcuni esempi, alcuni di essi sono più adatti alla lunga distanza, altri alla breve, alcuni richiedono meno precisione con danno ridotto, mentre altri sono più difficili da usare ma causano danni pesanti. Durante il gioco, avremo la possibilità di equipaggiare due spari magici, intercambiabili in qualunque momento in base alle nostre preferenze. Inoltre ogni sparo ha a disposizione un colpo secondario, più potente che consuma però una carta, ovvero una tacca dell’indicatore che si riempie danneggiando i nemici.
Gli amuleti invece sono oggetti equipaggiabili in un solo slot, che offrono al protagonista un bonus fondamentale per il proseguimento dell’avventura. All’inizio ne avremo due disponibili per l’acquisto: uno di loro offre un HP in più a discapito di un leggero nerf al danno, mentre l’altro offre la possibilità di essere invulnerabili durante lo scatto.
Oltre a spari e amuleti, avanzando con il gioco si presenterà la possibilità di sbloccare la super, ovvero una potente abilità utilizzabile solo dopo aver caricato l‘apposito indicatore citato poco fa. Per poterla equipaggiare, sarà necessario completare i livelli Mausoleo, luoghi in cui dovremo difendere il vaso di Calice delle meraviglie dai fantasmi, il tutto a suon di parate.
Modalità cooperativa
Cuphead non si fa mancare proprio nulla e presenta anche una modalità co-op, per la gioia di tutti quei giocatori che apprezzano giocare in compagnia di un amico. Il secondo partecipante entrerà in gioco nei panni di Mugman, e avrà a disposizione un inventario separato da quello di Cuphead, ma con le stesse possibilità di equipaggiamento. Tutta l’avventura si può affrontare in cooperativa, con il nostro compagno che in caso dovesse terminare gli HP, sarà possibile salvarlo grazie a una parata eseguita sul suo fantasma prima che sparisca dallo schermo. A una prima occhiata la difficoltà potrebbe sembrare più accessibile in questo caso, ma in realtà avere un secondo personaggio al nostro fianco rende il tutto più caotico e meno comprensibile, con i nostri avversari dotati di una vita raddoppiata.
Trofei/obiettivi e consigli
Cuphead offre un ottimo livello di sfida anche per quanto riguarda l’ottenimento del platino. I trofei più ardui richiedono di completare tutti i boss a livello esperto, ottenere un voto A- o superiore per ognuno di essi, terminare i livelli run n gun senza uccidere nessun nemico, sconfiggere un boss utilizzando solo i proiettili del mini aereo, e sconfiggere Re Dado senza mai farsi colpire.
I consigli più utili che mi sento di dare sono:
- Utilizzare l’amuleto cuore doppio, capace appunto di aggiungere 2 hp a discapito del danno, soprattutto quando ancora si sta conoscendo il boss e le sue meccaniche.
- Sfruttare lo scatto invisibile appena abbiamo acquisito una certa manualità ed esperienza con il nemico in questione.
- Usare contro i boss la prima Super, ovvero il raggio energetico, mentre per i livelli run n gun la seconda, cioè l’invincibilità.
- Acquistare tutti gli spari magici e fare diversi tentativi contro i boss per trovare quelli più adatti in base al nemico che abbiamo di fronte.
Personalmente, mi sono trovato male con i comandi di default, assolutamente da rivedere. Di seguito vi mostro come impostarli per un’esperienza di gioco a mio parere più ottimale:
Commento finale e voto
In conclusione, posso affermare senza alcun dubbio che Cuphead lasci un segno indelebile nel cuore dei videogiocatori, soprattutto per merito del suo stile e del suo sistema di combattimento. Ogni meccanica di gioco è curata in modo minuzioso e concede piena libertà al giocatore, che dovrà però impegnarsi nel trovare l’equipaggiamento ideale per raggiungere i titoli di coda. A mio modesto parere Cuphead rientra sicuramente tra i videogiochi indipendenti più riusciti di sempre ma non raggiunge l’eccellenza assoluta a causa di qualche fase di gioco troppo caotica e una longevità sufficiente ma non eccezionale.
Cuphead
PRO
- Comparto tecnico e stilistico di una bellezza unica
- Sistema di combattimento ben pensato e preciso
- Difficoltà alta ma non frustrante, che rende la vittoria molto soddisfacente
- Incredibile varietà, sotto ogni punto di vista
- Musiche azzeccate e orecchiabili che ci accompagnano per tutta l’avventura
- Character design curatissimo, soprattutto dei boss
- Estremamente rigiocabile
CON
- Alcuni momenti troppo caotici, soprattutto in modalità co-op
- Non molto longevo, a meno che non si punti al completismo