Diffondi il tuo verbo, addestra un esercito di fedeli adepti e forgia le fondamenta del tuo credo
Cult of the Lamb è il nuovo piccolo capolavoro di Massive Monster: un team di sviluppatori australiani di grande talento, che si sono fatti strada fin da subito nel panorama videoludico indipendente grazie allo sviluppo di The Adventure Pals, Never Give Up e Unicycle Giraffe.
Lo studio australiano si è da sempre contraddistinto grazie ad uno stile di grande impatto e ad un’estetica che gioca molto sul contrasto cromatico tra personaggi e ambientazioni, con il conseguente sviluppo di un gameplay divertente e gradevole.
Rispetto ai suoi predecessori, Cult of the Lamb si pone l’obiettivo di trattare alcune tra le tematiche più controverse e sfaccettate della storia antica e moderna: la religione e la divinizzazione. E lo fa in un modo così trasparente, macabro, e così kawaii tale da rendere persino un crudele ed empio sacrificio un qualcosa di esteticamente grazioso e accattivante.
Uscito l’11 agosto 2022 per PlayStation, Xbox, Nintendo Switch e PC, la nuova opera di Massive Monster ha riscosso fin da subito un grande successo, conquistando fin da subito i cuori di migliaia di videogiocatori.
Siete curiosi di scoprire le ragioni per cui questo progetto mi ha convinto sotto (quasi) tutti i punti di vista? Seguitemi e scopritelo leggendo la recensione di Cult of the Lamb!
Patto con la morte
La narrazione ci mette fin da subito nei panni del nostro tenero protagonista peloso: un grazioso e dolce agnellino, legato e condotto al patibolo da alcuni individui incappucciati.
Veniamo lentamente condotti nel luogo dove si compirà un crudele sacrificio…il nostro sacrificio! Nei pressi dell’altare sacrificale si mostrano per la prima volta i Bishop: delle divinità mostruose e deformi che vogliono preservare l’Antica Fede ed eliminare tutti i dissidenti.
I Bishop definiscono il protagonista un “eretico“: una minaccia che potrebbe mettere a rischio tutto il loro operato.
La minaccia deve essere estirpata senza mai far ritorno. Dopo la sentenza emessa da ognuna delle quattro divinità, si avvicina un imponente boia, pronto a decapitare il nostro tenero protagonista.
Proprio nel momento in cui il protagonista sta per essere sacrificato, veniamo trasportati in quello che sembra, a tutti gli effetti, un luogo che ospita i dannati. Si tratta di un limbo? Una terra surreale tra la vita e la morte?
Per avere delle risposte dovremo avvicinarci rivolgerci ad un’enorme creatura, incatenata e privata della propria libertà. Il suo nome è The One Who Waits: acerrimo nemico dei Bishop, nonché nostra unica speranza di sopravvivenza.
Egli ci rivela che l’esecuzione da parte delle empie divinità è andata a buon fine; siamo morti. Ma il nostro compito nella terra dei vivi non è ancora giunto al termine.
Successivamente The One Who Waits ci proporrà un patto: per tornare nel regno dei vivi, dovremo fondare e gestire un culto in suo onore.
Dopo aver accettato le sue condizioni, verremo incoronati e investiti di un potere inimmaginabile. Una volta tornati nel luogo della nostra esecuzione, uccideremo brutalmente tutti i seguaci dei Bishop, ponendo le prime basi per la fondazione del nostro culto.
Sarà nostro compito arruolare un vasto numero di accoliti, accrescere la potenza del nostro culto, vendicarci dei Bishop e rendere fiero colui che ci ha restituito la vita.
Un comparto narrativo semplice, gradevole e che non ha intenzione di strafare, ma che vuole accompagnare dolcemente le meccaniche del gameplay e del sistema di combattimento, creando un mix di atmosfere e sensazioni complessivamente davvero soddisfacenti.
La prosperità e la devozione del culto
La componente ludica in Cult of the Lamb è di fondamentale importanza ed è divisa in due soluzioni ben distinte: una fase gestionale per far crescere e prosperare il nostro culto, e l’altra dedicata all’esplorazione di nuovi territori e allo sviluppo del sistema di combattimento. Una seconda componente che strizza decisamente l’occhio al genere Roguelike, soprattutto in termine di progressione e combattimenti.
La fase gestionale è importantissima per far prosperare il nostro culto, indottrinare nuovi adepti e accrescere notevolmente il nostro potere fisico e spirituale. Con l’accrescimento della fede e della Devozione è inoltre possibile sbloccare nuove costruzioni per il nostro accampamento e acquisire nuove tecniche belliche.
Dovremo per cui esplorare le insidie del mondo esterno, scovare nuovi adepti e convertirli alla nostra setta. Ogni creatura è personalizzabile secondo le nostre preferenze. Potremo infatti personalizzare il suo aspetto, il suo colore e persino il suo nome. Solo dopo aver completato tutti questi passaggi potrà considerarsi degno di appartenere al nostro credo.
Ogni fedele ha inoltre dei bonus e malus che possono incidere su salute, stato d’animo e mantenimento della fede al credo. Sarà dunque importante monitorare costantemente le loro attività ed essere presenti all’accampamento, per evitare insurrezioni, malattie o altre situazioni spiacevoli.
Se nelle prime ore di gioco dovremo fondare da soli le fondamenta del nostro culto, successivamente sarà nostro compito supervisionare l’attività e lo status di ogni singola creatura. Dovremo costruire dei letti dove potranno dormire, farli lavorare e preparare del cibo con cui potranno sfamarsi.
Qualsiasi dimenticanza potrebbe portare alla stanchezza, alla malattia o alla morte dei nostri piccoli seguaci. D’altro canto i Bishop faranno di tutto per complicarci la vita, creando insurrezioni, rivolte e facendo vacillare continuamente la fede di alcuni adepti. Sarà per cui nostro dovere essere presenti all’accampamento e monitorare con attenzione il corso degli eventi.
L’utilizzo della Devozione permette inoltre di sbloccare nuove costruzioni e strutture. Una volta che acquisiremo un sufficiente quantitativo di Devozione dai nostri fedeli, potremo accedere ad una sorta di skill tree che ci permetterà di evolvere e potenziare il nostro accampamento.
Per accrescere la fede dei nostri seguaci sarà inoltre indispensabile costruire le chiese: i luoghi perfetti per realizzare sermoni, rituali e acquisire nuove tecniche e potenziamenti per rendere inarrestabile il nostro protagonista.
Dovremo fare di tutto per garantire la sopravvivenza del nostro culto. Per The One Who Waits vige la legge del più forte. Per accrescere la fede ed aumentare il potere saremo invitati a compiere empi e crudeli sacrifici. Lo sfruttamento degli adepti sarà uno strumento indispensabile per la sopravvivenza del credo.
Non è importante che i seguaci ci vedano come un crudele despota o un mostro senza cuore. Il mantenimento della fede e l’eliminazione dei dissidenti saranno i nostri primi passi verso una setta unita e insaziabile.
La fase gestionale è quasi perfetta, instancabile e sempre divertente. Ed è proprio qui che si sviluppa quella che è la vera essenza di Cult of the Lamb. E mentirei se non ammettessi che è proprio questa la meccanica che più mi ha colpito del nuovo progetto di Massive Monster.
Cosa si nasconde là fuori?
Se hai apprezzato così tanto il lato gestionale di Cult of the Lamb, preparati ad affinare le tue tecniche di combattimento e ad affrontare degli scontri all’ultimo sangue contro le fameliche orde dei Bishop.
D’altronde le meccaniche di progressione, esplorazione e sistema di combattimento ricalcano alla perfezione il genere Roguelike, rendendo il nuovo progetto di Massive Monster una vera sfida di nervi (a seconda del livello di difficoltà che sceglieremo).
Una volta che avremo superato i confini del nostro accampamento potremo addentrarci nelle terre del nemico, affrontando una serie di dungeon ostici e pericolosi.
Le mappe vengono generate casualmente e consentono di esplorare zone dove abbondano risorse, altre in cui incontrare alcuni NPC, altre ancora in cui salvare i nostri futuri seguaci dagli adepti delle altre divinità e, infine, altre in cui avremo la possibilità di scatenare tutta la nostra forza d’attacco.
Per quanto riguarda il nostro arsenale da guerra, al nostro tenero agnellino sarà concesso brandire una sola arma corpo a corpo (un’ascia o una spada) e una maledizione. Le armi corpo a corpo sono importanti per sfoltire le file del nemico, ma bisogna fare attenzione a quale scegliere: l’ascia è ad esempio molto potente, ma rallenta inevitabilmente i nostri movimenti rendendoci vulnerabili e prevedibili.
Le maledizioni sono invece molto importanti per distanziarsi dal nemico e colpirlo con feroci attacchi a distanza. Mano a mano che potenzieremo l’albero delle abilità del nostro protagonista, possederemo aumenteremo considerevolmente il livello delle armi e delle maledizioni. Proprio per questo è di fondamentale importanza essere spesso presenti all’accampamento!
Il sistema di combattimento è semplice, intuitivo e caratterizzato da pochissime tecniche: l’attacco corpo a corpo, il lancio delle maledizione e un’unica tecnica difensiva per schivare i colpi. È dunque necessario sfruttare un mix di combo tra le varie armi e schivare al momento più opportuno per sopravvivere.
Una nota dolente per l’estrazione dei tarocchi: una meccanica che gli sviluppatori hanno curato solo nella sua accezione positiva. È possibile infatti ricevere alcuni interessanti bonus che ci aiuteranno nella progressione. Avrei preferito pescare anche alcune carte con conseguenze negative sul nostro status e sulle abilità delle armi.
I dungeon sono invece sempre interessanti e variegati con la possibilità di fermarsi ad ammirare la natura, distruggere arbusti, saccheggiare scheletri e ridurre in polvere tutto ciò che i Bishop hanno tentato di costruire (tra cui le lore preziosissime statue di culto).
L’agnello della morte
Cult of the Lamb è un progetto perfettamente riuscito. Gli sviluppatori, consapevoli delle loro potenzialità, confezionano un videogioco di grande caratura, portando sul mercato un prodotto nuovo, interessante e unico.
L’estetica e lo stile sono di pregevole fattura sia per quanto riguarda la composizione delle ambientazioni, sia per come sono caratterizzati i vari personaggi. Il nostro agnellino manifesta chiaramente le sue emozioni, apparendo talvolta felice e spensierato, oppure tremendamente furioso, soprattutto quando deve trucidare i seguaci dei Bishop.
Il comparto sonoro e tecnico sono di grande impatto, con una nota in merito per quanto riguarda la colonna sonora e gli effetti sonori ambientali.
Nonostante alcune piccolissime sbavature sul gameplay e un sistema di combattimento troppo semplice, Cult of the Lamb mi ha conquistato anche da un punto di vista ludico, offrendo un sistema di gioco interessante e variegato, con la presenza di combattimenti divertenti e con un interessante grado di sfida.
Un videogioco destinato ad avere un posto d’onore nell’Olimpo delle produzioni indipendenti più interessanti e convincenti del 2022.
L’avventura del nostro tenero agnellino è solo all’inizio. Addestra una legione di fedeli accoliti e preparati ad essere l’agnello più sanguinario che si sia mai visto su queste terre!