Morte a INFONET, morte ai Garbanzos!
Ci siamo presi il nostro tempo – forse anche troppo, potreste obiettare – ma che abbiamo ritenuto necessario per poter tornare a parlarvi di Cookie Cutter con tutta la cura e l’attenzione che merita. Ore ed ore di profonda immersione in quella che è stata per noi un’esperienza incredibilmente profonda, molto più di un videogioco, frutto del sacrificio, della passione, del sudore, talvolta anche del dolore patito da coloro che hanno dato davvero tutto per questo progetto, rischiando di mettere a repentaglio la propria salute mentale e fisica, la propria integrità e, talvolta, persino la propria vita.
Ma si sa, la passione – un po’ come l’amore – ci spinge a fare cose apparentemente folli e irrazionali. È ciò per cui ci svegliamo al mattino, ciò per cui lottiamo ogni giorno, nonostante ci sia sempre qualcuno che osi affermare che è sbagliato, inutile, talvolta addirittura stupido lottare per qualcosa di irrealizzabile, apparentemente al di là della nostra portata. Sapete, è il motore che guida la nostra anima. Tutto così follemente assurdo, ma anche così incredibilmente romantico, non credete?
La storia di Cookie Cutter è la storia romantica di uno studio di videogiochi, Subcult Joint, al loro primo progetto collettivo nell’industria videoludica. È la storia di un team e di una persona in particolare, Stefano Guglielmana, che non si è mai risparmiato, che non si è mai arreso di fronte alle difficoltà. Anche quando le forze sembravano mancare, ha sacrificato tutto, o quasi, per ciò che ama. Cookie Cutter è un Metroidvania romantico, celebrativo, anticonformista, rivoluzionario e in certi aspetti innovativo. Proprio come i suoi autori, non segue le regole, ma le infrange. Del resto, non sarebbe un Metroidvania sovversivo, altrimenti no?
Dopo averlo giocato a lungo, siamo finalmente pronti a condividere con voi le nostre impressioni in una recensione completamente senza filtri. Sarà riuscito il videogioco di debutto di Subcult Joint a conquistarci? Continuate a seguirci per scoprirlo, ma fate attenzione agli spoiler!
In nome dell’amore
Avremmo desiderato inserire una citazione, un aforisma che potesse trasmettere la profondità del legame tra Cherry, la protagonista, e Shinji Fallon, l’ingegnere responsabile della sua creazione. Questo avrebbe potuto illustrare il vero significato della parola “amore”. Tuttavia, dopo un’attenta riflessione, abbiamo capito che forse non sarebbe stata la scelta più appropriata. Il carattere deciso e l’irriverenza incrollabile di Cherry non ci avrebbero mai permesso di indulgere in tali sentimentalismi.
Cookie Cutter è una storia intrisa di vendetta, rabbia, dolore, ribellione e redenzione. Tuttavia, al suo cuore pulsante, si cela la quintessenza dell’amore, un linguaggio universale che, in ogni angolo del mondo e in ogni lingua conosciuta, porta con sé un unico significato.
Quella che stiamo per raccontarvi è una storia che, al termine del vostro primo playthrough, potrebbe lasciarvi con un groppo in gola, un retrogusto amaro, commossi o confusi, o magari frustrati per non essere ancora riusciti a cogliere appieno la natura di quella maledetta Megastruttura che fa da sfondo a tutto il racconto. Tuttavia, una volta che sarete riusciti ad apprezzare l’opera nel suo significato più profondo, ve ne innamorerete, statene certi.
L’amore che Subcult Joint ci narra è atipico, anti-convenzionale, ma come ci ha rivelato il Director, indiscutibilmente universale. È la storia d’amore tra un essere umano, l’ingegnere Shinji Fallon, e la sua creazione più straordinaria: Cherry, un capolavoro di ingegneria, un’androide apparentemente privo di emozioni ed empatia, ma che nasconde molto più di quanto non traspaia dal suo corpo meccanico, un saldo e romantico legame con la sua creatrice.
In pochi giorni, le loro vite sembrano complete. Cherry, oramai divenuta un essere completamente senziente, e l’ingegnere Fallon trascorrono giornate straordinarie, avvolte nel calore di un amore che sembra protrarsi per l’eternità. Il tempo sembra quasi fermarsi…
Ma si sa, anche le più belle storie d’amore non sono destinate a durare in eterno. Spesso bisogna svegliarsi dal sogno e fare i conti con la realtà. Ed è qui che entra in gioco il nostro peggiore incubo, colui che metterà fine al nostro idillio amoroso. Garbanzos, il sinistro leader di un’ossessiva corporazione, determinato a svelare i segreti dell’Universo e a portare all’umanità un futuro radioso. Colui che aveva promesso un mondo migliore, un paradiso terreno, un’utopia in cui ogni essere umano potesse ottenere l’immortalità dell’anima risorgere, dopo la morte corporea, in corpi meccanici apparentemente indistruttibili. Pfft, tutte menzogne. I corpi dei Denzel non erano altro che una trappola, un involucro vuoto per imprigionare le anime in un’eterna servitù, rafforzando così la forza-lavoro della sua corporazione, la INFONET.
Duecento anni dopo questa falsa promessa, del mondo una volta conosciuto non rimane che un vago ricordo, un cumulo di fabbriche decadenti e terre desolate alla mercé di androidi impazziti e feroci creature mutanti, contaminate dalla malattia di cui Garbanzos stesso è l’unico responsabile.
Eppure, c’è chi aveva previsto questa catastrofe e sta facendo di tutto per ritardare il collasso definitivo: Shinji Fallon, ex ingegnere della INFONET. Ribellatasi allo sconsiderato operato della famiglia Garbanzos, Shinji è stata l’unica – sebbene, in realtà, forse non proprio la sola, considerando che parliamo di questa storia a posteriori – ad aver avuto il coraggio di riconoscere la corruzione della corporazione e di opporsi all’ordine autocratico imposto dalla INFONET, rubando la cosa più preziosa: un manufatto destinato a cambiare le sorti delle cose e a sovvertire quell’ordine malato. Tutto sembrava procedere per il verso giusto, finché quella notte, quella maledetta notte, in un orribile blitz condotto da Salem Garbanzos e dai suoi scagnozzi, Shinji Fallon è stata arrestata per alto tradimento e Cherry è stata brutalmente massacrata dalle sue guardie del corpo.
L’epilogo? No, il prologo. Sì, perché nonostante Cherry sia stata ridotta in mille pezzi, verrà recuperata in extremis da Raz, un simpatico meccanico fuorilegge e caro amico di Shinji. Sarà ricostruita, pronta a riconquistare il suo amore perduto, nonché a farla pagare cara a coloro che stavano per rovinarle la vita.
Cast fantastici e dove trovarli
Se c’è una cosa che abbiamo apprezzato più della storia di Cookie Cutter e della sua ribelle anima techno-pop-punk, sono gli NPC e le loro spiccate personalità, che consideriamo essere gli elementi più rappresentativi dell’eccezionale diversità presente nella Megastruttura. Personaggi veramente eccentrici e fuori dall’ordinario, che sembrano provenire da un altro universo, ma che incarnano appieno il background punk che il team di sviluppo non ha mai completamente celato.
Dalla ribelle e apparentemente presuntuosa leader di Bastardopoli, Puanani, che in realtà scopriamo essere una gran tenerona, alla saggia Denzel Althea e alla sua comunità di Denzel Risvegliati, la Megastruttura è popolata da alcune delle personalità più stravaganti e bizzarre che si possano incontrare. Alcune diventeranno vostre amiche e vi accompagneranno sino ai titoli di coda, altre cercheranno di mettervi i bastoni tra le ruote e altre ancora non capirete neanche il motivo per cui le avrete incontrate, né probabilmente ne sentirete la mancanza. Alcune vi faranno semplicemente pena, come il povero Toshibo, uno dei primi NPC che incontrerete, agonizzante a terra e prossimo a trasformarsi in un K-Brido.
E come potremmo dimenticarci della cara vecchia Regina, la nostra compagna di viaggio più affidabile e risposta a ogni nostra domanda. Un’irriverente vagina parlante, che, in assenza di Shinji, è la principale artefice del sistema operativo di Cherry. Particolarmente vivace e frizzantina, Gina ha una personalità ben definita, notevolmente diversa da quella di Cherry, più razionale, lucida e riflessiva. Tuttavia, non esiterà a risponderci per le rime, qualora decidessimo di mettere in discussione le sue indiscutibili qualità.
E poi c’è Cherry, la nostra protagonista. Un personaggio che non ci impiegherà molto a farci conoscere il suo carattere da tosta. Talvolta strafottente e maleducata, a tratti imprudente e fin troppo impulsiva, ma in fondo umana, con i suoi pregi e i suoi difetti. Un androide che non ha nulla in comune con i suoi simili Denzel – ad eccezione dei suoi robusti pugni d’acciaio – empatica, dotata di sensibilità, che sperimenta la paura, il terrore, il dolore, e vive il vero amore sulla sua stessa “pelle”.
La sensazione che abbiamo provato – e che speriamo abbiate provato anche voi – è stato un costante mix di meraviglia, stranezza e stupore, quasi a farci pensare: “Ma come ci siamo finiti in questa gabbia di matti?”
Scherzi e stravaganze a parte, ciascun NPC che incontrerete, sia esso un mercante intento a proporvi strani manufatti rubati in giro per il mondo di gioco, l’arzillo Poppah o lo stravagante Foby Tox, un umano eccentrico vestito da felino desideroso di socializzare con le feroci creature della Megastruttura, sarà unico nel suo genere e vi offrirà momenti di spensieratezza e leggerezza tra un affare e l’altro. Alcuni vi racconteranno le proprie toccanti storie, altri vi sveleranno chi erano nella loro vita precedente, prima che le loro anime venissero intrappolate nei loro nuovi corpi oppressivi in elettrotitanio.
Un cast che, per un motivo o per l’altro, amerete: che sia per il loro design eccentrico, per il loro comportamento bizzarro o perché, senza il loro aiuto, non avreste alcuna possibilità di sopravvivere nel caotico labirinto della Megastruttura.
Un Metroidvania che non ha paura di esprimersi
Cookie Cutter è un Metroidvania dal carattere spigoloso, belligerante, talvolta fin troppo esplicito, ma su una cosa siamo tutti d’accordo. È diretto, dannatamente onesto, talvolta sembra addirittura fottersene dei vostri sentimenti.
È un videogioco che non esita nemmeno per un istante a sbattervi in faccia la realtà cruda e nuda con tematiche, anche se volutamente esagerate, incredibilmente attuali, per svelare il marcio nascosto dietro la società: un mondo crudo, vile, disonesto che abbandona i più deboli, gli indifesi, coloro che non possono apportare alcun contributo positivo alla causa.
E non ci riferiamo soltanto al suo carattere iper-violento o al suo gameplay sanguinolento, ma anche al suo linguaggio verbale irriverente, estremamente crudo e diretto ma allo stesso tempo volutamente goliardico. Un’interessante forma di comunicazione e intrattenimento che coinvolge persone e giocatori di (quasi) tutte le età, tranne i bambini… Lasciate che stiano a letto, non è giunto ancora il momento per loro di giocare a Cookie Cutter.
Non gradite riferimenti espliciti alla sessualità? Bene, nel gioco avrete al vostro fianco una vagina parlante che vi accompagnerà dall’inizio alla fine del vostro viaggio, in un’esperienza in cui non mancherà un linguaggio particolarmente esplicito e personaggi dalle forme falliche. Non siete appassionati di videogiochi violenti? Qui troverete viscere che fuoriescono da corpi senza vita, sangue che zampilla e nemici agonizzanti che aspettano solo il vostro colpo di grazia. Siete sensibili al turpiloquio? In Cookie Cutter, non mancheranno dialoghi intrisi di parolacce, insulti e talvolta anche minacce di morte. Insomma, niente male come biglietto da visita!
Ma sapete qual è il punto? È proprio questo il bello di Cookie Cutter: la sua capacità di prendere argomenti – solo all’apparenza superficiali – e trattarli con una tale ironia che diventano tutto fuorché che banali. È un gioco che nasconde dietro la sua scorza ruvida e provocatoria un’anima splendida. E questo è ciò che lo rende così efficace. Sì, è giocoso, ironico e al limite dell’eccesso, proprio come i suoi personaggi, ma mai pretestuoso, di cattivo gusto o fuori luogo. È un prodotto estremamente maturo, capace di suscitare grasse risate alternate a momenti di profonda malinconia e tristezza.
Non è un gioco per tutti, concordiamo su questo punto. Siamo altrettanto consapevoli che il suo approccio estremamente alternativo potrebbe non piacere a tutti i giocatori, ma vi assicuriamo che è solo apprezzando questi aspetti apparentemente più leggeri che sarete in grado di cogliere appieno i temi più complessi e profondi, inclusa una critica sottile – ma neanche così tanto – critica all’industria videoludica contemporanea.
Mondo di gioco, esplorazione e platforming
Quando gli sviluppatori ce lo rivelarono per la prima volta, non scherzavano affatto. La Megastruttura è davvero mastodontica: una massiccia e fitta rete di aree interconnesse, collocata sotto la solitaria Città dell’Oro, la sontuosa e inaccessibile dimora della famiglia Garbanzos, riservata esclusivamente all’élite della società. Nel frattempo, tutti gli altri—i Denzel difettosi, i cittadini meno abbienti, tutti coloro che i Garbanzos considerano la feccia della società—risiedono nei Bassifondi, là dove INFONET riversa ogni sorta di scarti: soggetti sperimentali falliti, sostanze tossiche, sporcizia di ogni genere, rendendo la vita quotidiana in un autentico inferno.
È qui, esattamente nel Ristorante Nascosto – l’area iniziale del gioco – , dopo l’irruzione di Salem Garbanzos, che la nostra avventura ha inizio. Una volta completato il prologo e presa confidenza con i comandi, il gioco ci pone immediatamente di fronte a un bivio: la scelta tra due direzioni, due diverse aree di gioco. E così cominciano le domande: “Qual è la strada giusta? Sarà meglio andare a destra o a sinistra?”
In realtà, nell’esplorazione nessuna scelta può essere considerata né giusta né sbagliata a priori. Fin dalle nostre prime ore in Cookie Cutter, abbiamo notato un’esplorazione non lineare, che, nonostante l’apparente libertà concessa ai giocatori, non permette di fare ciò che si vuole né di raggiungere immediatamente tutti i punti di interesse della mappa, come è ovvio che sia. Infatti, la componente esplorativa del gioco è strettamente vincolata all’acquisizione di specifiche abilità, come il doppio salto, lo scivolamento su muri e pareti e lo spostamento di particolari oggetti. Senza tali abilità, non sarà possibile progredire in determinate zone e si verrà letteralmente costretti a alternare la propria avanzata tra le varie aree, sconfiggendo i boss, fino a ottenere l’abilità necessaria per proseguire in luoghi precedentemente inaccessibili.
Il mondo di gioco si estende in modo estremamente vasto, suddiviso in un totale di 8 macro-aree, ciascuna delle quali è ricca di una miriade di punti d’interesse: da dungeon nascosti e quest dedicate, a scontri con i boss, simpatici easter egg e una vasta gamma di attività apparentemente secondarie ma imprescindibili per sbloccare l’accesso alle aree successive e avanzare nella storia principale. Il gioco offre un’esperienza complessiva di circa 20 ore, a condizione che non puntiate al trofeo di platino fin dall’inizio. In tal caso, il tempo necessario per completare tutte le attività e ottenere ciascun trofeo potrebbe estendersi fino a un totale di circa 30 ore.
L’esplorazione e il platforming risultano estremamente gratificanti e stimolanti, grazie anche al magnifico lavoro svolto da Subcult Joint nel design dei livelli e alla gestione impeccabile da parte del team nell’acquisizione graduale delle abilità.
Mentre, a nostro avviso, gli sviluppatori avrebbero potuto osare di più nel design delle ambientazioni e nella varietà del mondo di gioco. Purtroppo, queste risultano un po’ troppo semplici e anonime, specialmente dal punto di vista estetico, mancando degli elementi necessari che possano riempire a sufficienza le aree. Un esempio lampante è la Fonderia di Elettrotitanio, l’area dedicata alla produzione degli androidi Denzel, soprattutto se confrontata con il magnifico design della protagonista Cherry, degli NPC e di alcuni nemici.
Sangue a non finire
In Cookie Cutter, si picchia duro, la violenza è tangibile, senza riserve e senza mezzi termini, non che avessimo particolari dubbi a riguardo. Fin dalle prime ore trascorse nel gioco, abbiamo notato una cura e una dedizione quasi viscerali per il sistema di combattimento e di progressione di Cherry. Va detto che questo approccio non si conforma esattamente al sottogenere Metroidvania, ma sembra strizzare più l’occhio alle produzioni degli anni ’90 o dei primi anni 2000.
Ci si getta nella mischia con i nostri robusti pugni d’acciaio, per poi avanzare gradualmente attraverso un sistema di gestione delle armi e delle abilità estremamente curato e raffinato, fino a giungere all’artiglieria pesante. Partendo da semplici armi donateci dagli NPC che incontreremo, come l’Atomizzatore o la nostra bellissima moto, la Nitro Coniglietta, fino a vere e proprie abilità così potenti da trasformarci in una sorta di arma di distruzione di massa, grazie alle abilità offerte dall’Abisso, la risorsa che dà vita all’intera Megastruttura, per gentile concessione della famiglia Garbanzos.
Il sistema di combattimento è intuitivo e facile da comprendere – ma non sempre così immediato da padroneggiare – caratterizzato dall’alternanza di colpi base e potenziati. Questi ultimi consumano la barra dell’energia posta sotto la barra della salute di Cherry, conosciuta come l’Abisso, la risorsa che ci consente di scatenare i colpi più potenti, utilizzare armi da combattimento secondarie o attivare le abilità dell’Abisso stesso.
Ricaricare l’indicatore è semplice e può avvenire in due modi: sferrando normali attacchi, anche se ciò richiederà tempo per ricaricare la barra, oppure eseguendo spettacolari colpi di grazia acrobatici sui nemici. Queste abilità non solo metteranno in mostra tutta la devastante potenza d’attacco di Cherry, ma saranno anche utili per ricaricare rapidamente la barra della vita. Inoltre, l’Abisso consente a Cherry di curarsi assorbendo piccole o grandi quantità di energia rimanendo ferma sul posto e attivando l’abilità corrispondente, anche se il processo è estremamente lento. Assicuratevi di essere sufficientemente distanti dai nemici prima di curarvi!
Altre due abilità, questa volta prettamente difensive, che vi aiuteranno a sopravvivere più facilmente sono la schivata, che vi conferirà alcuni secondi di invincibilità, e il parry, una meccanica che vi permetterà di spezzare la guardia dei nemici, stordirli o, in alternativa, renderli momentaneamente vulnerabili ai vostri attacchi. Si tratta di una meccanica apparentemente semplice da padroneggiare, che può davvero agevolare l’apprendimento del sistema di combattimento, ma richiede un attento e meticoloso studio del pattern dei nemici ed è soggetta a alcune piccole imperfezioni che rendono la tempistica d’azione e la gestione della meccanica fin troppo punitiva.
Un altro aspetto che abbiamo particolarmente apprezzato, oltre alla splendida cura dedicata dal team alle animazioni e al design artistico dietro al titolo, che, come abbiamo sottolineato più volte, rappresenta il vero gioiello di Cookie Cutter, è la marcata personalizzazione offerta da Subcult Joint per rendere unica l’esperienza dei giocatori con il sistema di combattimento. Non ci riferiamo solo alle armi a nostra disposizione o alle semplici abilità sbloccabili nel corso dell’avventura, ma ad una vasta selezione di componenti, alimentati dalle Celle d’Energia, che possono essere installati nel corpo di Cherry e che i giocatori possono trovare esplorando la Megastruttura.
Trattasi di vere e proprie abilità aggiuntive che consentono di modificare e diversificare notevolmente le opzioni offensive, difensive ed esplorative durante il gioco. Tuttavia, c’è un aspetto da considerare. Le celle, specialmente all’inizio del gioco, sono estremamente limitate e sarà possibile equipaggiarne solo una minima parte. Pertanto, vi consigliamo di scegliere attentamente quelle più utili al vostro stile di gioco e di concentrarvi su uno stile ben definito, anziché selezionarle a caso solo per avere il maggior numero possibile di abilità e riempire lo spazio disponibile nelle celle.
Una menzione speciale va alla scelta della colonna sonora, che oscilla abilmente tra brani ambient e potenti tracce metal, contribuendo a rendere le boss fight – uno dei principali punti di forza di Cookie Cutter – davvero memorabili.
Cookie Cutter è buon Metroidvania?
Sì, se è questa la risposta che cercate fin dall’inizio della recensione, la nostra risposta è sì. Cookie Cutter è un ottimo Metroidvania, eccellente sotto molti aspetti.
Nonostante alcune lievi imperfezioni nel comparto tecnico, inclusa la presenza di un doppiaggio limitato esclusivamente al prologo dell’esperienza, il gioco risulta estremamente divertente, coinvolgente e, per certi versi, anche innovativo. È chiaro che Cookie Cutter non aspira a rivoluzionare il genere o la formula di gameplay dei Metroidvania, e probabilmente questo non è nemmeno il suo obiettivo.
È semplicemente un videogioco fatto con estrema passione da un team di sviluppo, ricordiamolo, alla loro prima esperienza, estremamente talentuoso e intraprendente, che saprà regalarvi ore di sano divertimento, adrenalina e gioia, ma anche momenti estremamente commoventi che toccheranno profondamente l’anima, seguiti immediatamente da una parolaccia di Cherry che, ne siamo sicuri, rovinerà il momento. Perché, sapete, è questa la grande forza di Subcult Joint: alternare momenti toccanti ad altri… beh, che sono semplicemente l’opposto.
Un prodotto che incarna appieno lo spirito di Subcult Joint e del suo Director, Stefano Guglielmana: divertente, spiritoso, umoristico, ma anche robusto, tenace, duro a morire. E noi consigliamo a tutti, dal profondo del nostro cuore, di provare almeno una volta Cookie Cutter per comprendere la visione che si cela dietro al progetto ed essere testimoni di quella che è davvero una bella storia!
Attualmente, il team sta lavorando per correggere e migliorare la formula di gioco, con l’obiettivo di risolvere le principali problematiche segnalate dai giocatori, che vanno dai semplici bug ai crash improvvisi, i quali potrebbero compromettere il progresso dei giocatori, considerando che è possibile salvare la partita solo nei punti di controllo. Inoltre, non è esclusa la possibilità di vedere presto un DLC.
Cookie Cutter è disponibile dal 14 dicembre 2023 su PC, PlayStation 5 e Xbox Series X/S. Gli sviluppatori hanno confermato di essere attualmente impegnati nello sviluppo delle versioni del gioco per Nintendo Switch, PlayStation 4 e Xbox One, le quali, salvo imprevisti, saranno disponibili nel corso del 2024.
Per ulteriori informazioni, visitate la pagina X di Cookie Cutter e continuate a seguirci per rimanere aggiornati sulle ultime novità dal mondo dei videogiochi.
È tutto per oggi. Alla prossima recensione!
Cookie Cutter
PRO
- Un Metroidvania sfrontato, irriverente e furioso come pochi altri là fuori.
- Le animazioni e il design artistico sono semplicemente sbalorditivi
- Combattimento intuitivo, divertente e semplice da padroneggiare…
- Svariati modi per diversificare e rendere unica l’esperienza con il sistema di combattimento
- Un cast di personaggi stravaganti e memorabili
- La Megastruttura è immensa e piena di punti di interesse
CON
- …il timing del parry non è così semplice da imparare e non sempre è preciso, anche a causa di una finestra fin troppo punitiva
- Il parry non ha alcuna utilità contro gli attacchi a distanza
- Avremmo gradito un po’ di inventiva in più sul design delle singole ambientazioni.
- Alcune lacune tecniche che non possono passare inosservate, tra cui la quasi totale mancanza del doppiaggio, fatta eccezione per il prologo