Fino all’infinito.
Ad Infinitum è un videogioco survival horror immersivo che combina esplorazione, narrativa psicologica e atmosfere disturbanti per trasportare il giocatore all’interno di un’esperienza sensoriale intensa e profondamente immersiva.
Ambientato durante la Prima Guerra Mondiale, il gioco punta a distinguersi dai tradizionali titoli horror proponendo un contesto storico realistico ma filtrato attraverso la lente della paura, della paranoia e della distorsione psicologica.
L’elemento centrale di Ad Infinitum è la fusione tra realtà storica e horror surrealista: trincee, campi di battaglia devastati e villaggi distrutti diventano palcoscenici di eventi inquietanti e inspiegabili, in cui la guerra diventa metafora e amplificatore del terrore psicologico, facendo da sfondo alle drammatiche vicende di una famiglia emotivamente devastata dal conflitto.
L’obiettivo principale del giocatore è sopravvivere mentre esplora ambienti ostili, raccoglie risorse, risolve enigmi e affronta creature o manifestazioni sovrannaturali.
La narrazione non si limita a raccontare gli eventi, ma cerca di immergere il giocatore nella mente del protagonista, rendendo la percezione soggettiva degli eventi un elemento chiave dell’esperienza. Questa struttura narrativa psicologica pone al centro la tensione e l’incertezza, rendendo ogni passo nell’ambiente un potenziale pericolo e ogni interazione un elemento di suspense.
Ad Infinitum si distingue anche per il suo approccio visivo e sonoro: il gioco non punta soltanto a spaventare, ma a creare un’atmosfera opprimente e ansiogena. Questa attenzione alla componente sensoriale contribuisce a una tensione costante e a una profonda immersione, rendendo il gioco non solo una sfida per i riflessi, ma un’esperienza emotiva intensa.
Un altro aspetto rilevante è la coesione e fusione tra survival horror e storia: il contesto bellico non è un semplice sfondo, ma interagisce con le meccaniche di gioco. Le trincee, le linee del fronte e gli edifici distrutti offrono percorsi, nascondigli e spunti per l’esplorazione, creando una mappa coerente e realistica in cui narrativa e gameplay si intrecciano.
Questa integrazione tra storia, ambientazione e meccaniche di gioco rende Ad Infinitum un esempio di come un survival horror possa distinguersi in un genere affollato, offrendo al contempo tensione, riflessione e coinvolgimento sensoriale.


Indie d’autore
Ad Infinitum nasce all’interno di Hekate, uno studio indie tedesco con sede a Berlino, formato da un team giovane e focalizzato su esperienze horror e atmosferiche ad alto coinvolgimento sensoriale. La visione dichiarata dello studio mette al centro presentazione audio-visiva d’impatto, densità atmosferica, gameplay coinvolgente e forte worldbuilding, dando così un’impronta autoriale al gioco, costruito sul trauma bellico e sul suo risvolto psicologico. Ecco come Hekate ha provato ad imporsi a livello internazionale nella scena indie.
Ad Infinitum è un progetto a lungo respiro: il titolo, dopo una prima apparizione anni fa, è stato ri-presentato nel 2021, segno di una gestazione complessa e di una visione che ha richiesto tempo per maturare sul piano estetico e produttivo. Questa lunga incubazione ha consentito al team di rifinire due pilastri: l’accuratezza storica (ricostruzione della Grande Guerra e della vita domestica dell’epoca) e la metafora psicologica (incubi, dissociazione, senso di colpa), fuse in un loop onirico che alterna trincee, casa di famiglia e luoghi simbolici.
La rivelazione “di ritorno” è attestata anche dalle cronache specialistiche e dalle note enciclopediche più aggiornate. Sul piano organizzativo, lo studio ha fatto spazio a scelte produttive mirate: adozione di Unreal Engine per accelerare prototipazione, art direction e pipeline su asset fotorealistici; forte integrazione fra level design e soundscape per sostenere l’horror psicologico; attenzione alla localizzazione (voci complete in più lingue e sottotitoli estesi) per raggiungere un pubblico internazionale.
Proprio per raggiungere quest’audience, lo studio tedesco affida la pubblicazione a Nacon, editore attivo nel segmento AA che da anni supporta progetti narrativi e titoli a forte identità autoriale. Per Ad Infinitum, Nacon ha curato finanziamento, marketing internazionale e distribuzione su PC e console di nuova generazione, fissando la data d’uscita al 14 settembre 2023. Anche l’ampia copertura linguistica (tra cui italiano, inglese, tedesco, francese, spagnolo, giapponese, polacco, portoghese brasiliano, russo, cinese semplificato e tradizionale, turco, coreano, thai) conferma la volontà di posizionare il gioco oltre la nicchia, pur mantenendo la sua natura di horror psicologico d’autore.
Dal punto di vista del posizionamento di mercato, Ad Infinitum è un caso tipico di produzione indie/AA ad alto tasso autoriale: budget controllato, ambizioni estetiche elevate e un target orientato all’horror narrativo. L’apporto di un editore strutturato come Nacon ha consentito di espandere il raggio d’azione del progetto, mantenendo la regia creativa nelle mani dello sviluppatore. Scelte sagge e mirate, che hanno dato i loro frutti.


Trama contorta nella sua profondità
Ad Infinitum ci immerge nella crudezza della Prima Guerra Mondiale, seguendo la storia di un soldato tedesco, Paul, intrappolato in un incubo psicologico e surreale mentre cerca di sopravvivere al fronte occidentale. La trama del gioco non è lineare nel senso tradizionale, ma è costruita come un intreccio tra eventi storici, percezioni soggettive e manifestazioni soprannaturali, facendo vivere al giocatore un senso di disorientamento e paranoia costante.
Il nostro protagonista è un uomo segnato dalla guerra: ha vissuto la morte dei compagni, il trauma delle trincee e l’assurdità di una guerra che sembra non avere né logica né fine. La narrazione inizia con un’ambientazione realistica: trincee fangose, villaggi bombardati e campi devastati. Tuttavia, man mano che il giocatore avanza, la realtà storica si fonde con eventi inquietanti e simbolici, come apparizioni spettrali, creature deformi e distorsioni dello spazio-tempo. Questo continuo slittamento tra realtà e allucinazione riflette la discesa nella psiche tormentata di Paul, rendendo la narrazione più immersiva e intensa.
Il fulcro della trama di Ad Infinitum si concentra sulla lotta per la sopravvivenza, con un’enfasi particolare sulla dimensione psicologica. Paul non deve affrontare solo nemici fisici, ma anche le manifestazioni della sua mente traumatizzata, spesso rappresentate attraverso elementi simbolici come corpi distorti, trincee infinite o suoni inquietanti provenienti dal nulla. La guerra diventa quindi sia contesto che metafora: ogni trincea, ogni caduto, ogni edificio in rovina è un promemoria della brutalità umana e della fragilità della mente sotto stress estremo.
L’ambientazione è duplice. Da un lato, abbiamo la ricostruzione della guerra vissuta da Paul in prima persona, dall’altro lato, sempre nei panni del soldato, esploriamo la sua casa infestata. Paul e Joannes, i due figli del grande generale Von Schmitt, non sono mai tornati dalla guerra, lasciando un padre fiero di Joannes ma mai di Paul, e una madre disperata che evocherà tramite un rito la presenza del figlio adorato. In questa seconda location, il giocatore vagherà per la casa, rivivendo ricordi d’infanzia e momenti cupi e spaventosi.
Il gioco presenta una struttura narrativa ramificata, che permette ai giocatori di prendere decisioni che influenzano la percezione del protagonista e, talvolta, gli eventi immediati. Queste scelte alterano la comprensione della storia e intensificano la tensione psicologica. Il risultato è una trama che non solo racconta una sequenza di eventi, ma immerge il giocatore nelle emozioni e nei conflitti interiori di Paul, facendo vivere direttamente ansia, terrore e senso di impotenza.
Un elemento chiave della trama è il rapporto tra realismo storico e horror psicologico. Il gioco utilizza accurati riferimenti alla Prima Guerra Mondiale (equipaggiamento militare, tattiche, ambienti) come base per costruire un mondo credibile, reso ancora più disturbante dall’aggiunta di elementi surreali. Questa fusione mantiene un forte senso di immersione, perché il giocatore sa che ciò che vede potrebbe avere radici nella realtà, rendendo ogni apparizione sovrannaturale più inquietante e credibile.
Infine, la trama ci porta a toccare con mano perdita, trauma psicologico, colpa e disumanizzazione della guerra. La guerra non è solo un contesto di gioco, ma un catalizzatore che amplifica paura, angoscia e paranoia del protagonista. La combinazione di storytelling ambientale, dialoghi, documenti trovati sul campo e sequenze visive inquietanti costruisce una narrativa stratificata e coinvolgente, che premia l’esplorazione attenta e l’osservazione dei dettagli.


Tematiche di grande spessore
La narrativa di Ad Infinitum è una delle componenti più distintive del gioco, caratterizzata da un approccio psicologico e immersivo che si distacca dai cliché tradizionali del genere survival horror.
Il gioco non si limita a raccontare una sequenza lineare di eventi, ma costruisce una storia stratificata che esplora le profondità della mente umana, utilizzando la Prima Guerra Mondiale come sfondo realistico che amplifica le tematiche principali: trauma, paranoia, colpa e disumanizzazione.
Il protagonista diventa il veicolo attraverso cui il giocatore sperimenta la guerra non solo come conflitto fisico, ma come esperienza emotiva e psicologica, trasportata anche sul piano familiare. L’uso di sequenze surreali, ambienti distorti e apparizioni inquietanti crea una narrativa in cui realtà e allucinazione si intrecciano, costringendo il giocatore a interrogarsi costantemente su ciò che è reale e ciò che è frutto della mente traumatizzata.
Tra i temi, spicca su tutti quello del trauma e salute mentale: il gioco rappresenta in modo incisivo gli effetti psicologici della guerra sulla mente dei soldati. La combinazione di trincee anguste, rumori improvvisi, visioni inquietanti e isolamento crea una rappresentazione realistica della paranoia e dello stress post-traumatico. Ogni elemento ambientale, dai corpi dilaniati agli edifici bombardati, è progettato per ricordare al giocatore il peso emotivo del conflitto.
Un altro tema è la brutalità e la disumanizzazione della guerra: Ad Infinitum mostra come la guerra trasformi gli individui, erodendo morale, empatia e percezione della realtà. I nemici e le creature che Paul incontra diventano simboli delle atrocità vissute, rendendo evidente come la violenza esterna influisca sulla psiche del protagonista.
Andiamo poi dritti sul senso di colpa e responsabilità: attraverso scelte morali e situazioni ambigue, il gioco esplora il senso di colpa dei soldati coinvolti in eventi che non possono controllare. Ogni azione ha conseguenze sulla percezione del mondo e sull’esperienza emotiva, rendendo il giocatore parte integrante del conflitto interiore del personaggio.
Collegato a questo, c’è il tema della sopravvivenza e isolamento, perché la narrazione enfatizza la sensazione di solitudine e vulnerabilità. Il giocatore deve affrontare sia minacce fisiche sia la tensione psicologica derivante dall’isolamento, con risorse limitate e ambienti ostili che aumentano costantemente la pressione emotiva.
Surrealismo e simbolismo invece sono due aspetti che permeano tutta la storia. Molti eventi e creature presenti nel gioco non hanno una spiegazione letterale, ma servono come simboli del trauma, della paura e della discesa nella follia. Questa scelta narrativa permette di creare un’esperienza che va oltre l’horror convenzionale, offrendo riflessioni più profonde sulla guerra e sulla condizione umana.
Infine, un elemento fondamentale della narrativa è anche l’uso dello storytelling ambientale: documenti, lettere, oggetti e dettagli scenici comunicano parti della storia senza ricorrere esclusivamente a dialoghi o cutscene. Questo approccio rafforza l’immersione e permette al giocatore di ricostruire la trama attraverso l’osservazione, premiando l’attenzione ai dettagli e la curiosità esplorativa.
È attraverso tutti questi temi trattati, maturi e profondi, che il gioco diventa un’esperienza non solo di tensione e paura, ma anche di riflessione emotiva e psicologica, capace di lasciare un impatto duraturo sul giocatore.


Comparto tecnico solido e valido
Il comparto tecnico e l’art design di Ad Infinitum rappresentano uno dei punti di forza del gioco, contribuendo in maniera determinante all’immersione e all’intensità emotiva dell’esperienza. Il titolo è stato sviluppato utilizzando il motore grafico Unreal Engine 4, una scelta strategica che ha permesso al team di creare ambientazioni altamente dettagliate e realistiche, gestire luci e ombre dinamiche e sviluppare effetti visivi complessi, necessari per l’atmosfera horror-surrealista del gioco.
Il design artistico è incentrato su un realismo storico rigoroso, che si manifesta nella ricostruzione di trincee, villaggi distrutti, campi di battaglia e ambienti rurali europei del periodo della Prima Guerra Mondiale. Gli ambienti sono dettagliati nei minimi particolari: armi, equipaggiamenti militari, edifici danneggiati e oggetti di uso quotidiano sono riprodotti con precisione, trasmettendo un senso di autenticità e immersione totale. Questa attenzione al dettaglio storico rende il contrasto con gli elementi surreali ancora più efficace, creando una tensione costante tra realtà e percezione distorta del protagonista.
Dal punto di vista visivo, Ad Infinitum utilizza illuminazione dinamica e volumetrica, ombre profonde e nebbie atmosferiche per enfatizzare il senso di oppressione e pericolo imminente. La gestione dei colori è studiata per trasmettere stati d’animo e intensità emotive: tonalità spente e fredde nelle trincee, contrasti forti tra luci e ombre nei momenti di tensione, e variazioni cromatiche più inquietanti durante le sequenze surreali. Ogni scelta artistica mira a rafforzare l’esperienza psicologica del giocatore, facendo sì che l’ambiente diventi quasi un “personaggio” attivo nella narrazione.
Le texture sono altresì curate: il fango delle trincee, la ruggine sulle armi e il degrado degli edifici sono rappresentati con un livello di dettaglio elevato, conferendo concretezza e realismo. Inoltre, l’uso di effetti particellari avanzati nel fumo, polvere e detriti contribuisce alla sensazione di caos e distruzione.
Per quanto riguarda il design dei personaggi e delle creature, Paul, il protagonista, presenta un’animazione fluida e realistica, che trasmette tensione, stanchezza e paura. Le creature surreali e le apparizioni sono progettate per essere disturbanti senza ricorrere a stereotipi cheap: deformazioni, proporzioni insolite e movimenti innaturali aumentano l’angoscia psicologica, mentre la coerenza stilistica con l’ambiente storico mantiene il senso di realtà sospesa.
Un ulteriore elemento tecnico rilevante riguarda la fisica e l’interazione ambientale. Oggetti e materiali reagiscono realisticamente agli stimoli del giocatore, consentendo interazioni coerenti e aumentando il coinvolgimento: porte che cigolano, pavimenti instabili, oggetti che possono essere spostati o usati come strumenti di sopravvivenza. Queste interazioni rafforzano la sensazione di immersione e di presenza nel mondo di gioco.
In sintesi, il comparto tecnico e l’art design di Ad Infinitum combinano realismo storico, dettagli ambientali e effetti visivi avanzati per creare un’esperienza immersiva e angosciate. Il motore grafico consente di bilanciare fedeltà visiva, performance e complessità degli effetti, mentre le scelte artistiche contribuiscono a trasmettere emozioni e tensione. La sinergia tra tecnica e estetica rende il gioco non solo un horror psicologico coinvolgente, ma anche un esempio notevole di come l’art design possa amplificare la narrativa e l’impatto emotivo.




Sound coerente e di qualità
Non è da meno il sound design, fondamentale per creare l’atmosfera immersiva e opprimente che caratterizza l’esperienza di gioco. Mentre l’art design cura la componente visiva e storica, il sound design lavora in sinergia con esso per trasmettere ansia, tensione e paura, trasformando ogni passo, ogni sparo e ogni silenzio in strumenti narrativi potenti. Si distingue per realismo e dettaglio, in linea con l’approccio storico adottato per l’ambientazione.
Gli effetti sonori legati alla guerra, come esplosioni, spari, rumori di artiglieria a distanza, colpi di mortaio, sono stati campionati o ricreati con grande attenzione, cercando di replicare fedelmente la sonorità dei materiali e degli ambienti dell’epoca. Questi suoni non solo aumentano la credibilità del mondo di gioco, ma giocano anche un ruolo cruciale nella generazione di tensione: l’audio a distanza, spesso percepito come indistinto o minaccioso, crea un senso costante di pericolo imminente.
Un altro aspetto distintivo è l’uso della spazialità audio: il gioco sfrutta tecniche di audio 3D per posizionare i suoni nello spazio in modo preciso, permettendo al giocatore di localizzare nemici, apparizioni o eventi importanti attraverso l’udito. Il rumore del fango sotto i piedi, il cigolio di una porta, o un sussurro inquietante possono indicare presenze o minacce fuori campo, aumentando il realismo e l’angoscia.
Questo uso avanzato e sapiente dell’audio spaziale rende l’esperienza più coinvolgente e immersiva, amplificando la tensione psicologica senza ricorrere a jump scare, così come contribuisce a distinguere realtà e allucinazione, un tema centrale della narrativa. Suoni distorti, riverberi innaturali e effetti ambientali sospesi servono a suggerire la discesa nella follia del protagonista, aiutando il giocatore a percepire la disconnessione tra il mondo reale e quello percepito da Paul. In alcuni casi, i suoni ambientali diventano quasi “personaggi” autonomi, guidando le emozioni del giocatore e influenzando il ritmo dell’esperienza.
Tecnicamente, il comparto audio sfrutta motori avanzati di mixing e posizionamento, compatibili con Unreal Engine 4, che consentono di modulare dinamicamente intensità, direzionalità e frequenza dei suoni in base all’ambiente e alle azioni del giocatore. Questo significa che il suono reagisce realisticamente a elementi come ostacoli, muri, distanze e materiali, creando una sensazione di spazio tridimensionale e profondità sonora che aumenta la sospensione dell’incredulità.
Il comparto tecnico non si limita però al sound design: anche la performance e l’ottimizzazione giocano un ruolo importante. Nonostante l’uso intensivo di effetti audio e ambientali, il gioco mantiene fluidità e stabilità su diverse piattaforme, dimostrando un bilanciamento efficace tra qualità sonora e requisiti hardware.
La sinergia tra audio, grafica e gameplay rende questo titolo un horror psicologico non solo spaventoso, ma profondamente immersivo ed emotivamente coinvolgente.



World building integrato al gameplay
Il world building è uno degli aspetti più riusciti del gioco, perché combina realismo storico dettagliato e immaginario horror-surrealista, creando un ambiente coerente, immersivo e psicologicamente opprimente.
Ad Infinitum trasporta il giocatore nella Prima Guerra Mondiale, come detto, ma non si limita a una rappresentazione puramente storica: il conflitto diventa un terreno fertile per esplorare paure, traumi e distorsioni percettive, offrendo una narrativa interattiva che intreccia storia e psiche del protagonista.
Gli ambienti sono progettati con cura: trincee fangose, bunker distrutti, villaggi bombardati e campi aperti ricreano in modo realistico il teatro bellico europeo dell’epoca. Ogni area non è solo visivamente dettagliata, ma funziona come spazio di gioco funzionale, con percorsi, ostacoli e interazioni che supportano l’esplorazione e la sopravvivenza.
Oggetti sparsi, documenti, lettere e dettagli ambientali contribuiscono alla narrazione ambientale, permettendo al giocatore di ricostruire storie, eventi e il vissuto dei soldati che hanno abitato quegli spazi, così come quelli familiari.
Il gameplay, fuso al world building, è quello di un survival horror con elementi stealth e psicologici. Il giocatore deve gestire risorse limitate, affrontare nemici umani e creature deformi, risolvere enigmi ambientali e sopravvivere a eventi soprannaturali che sfidano la percezione della realtà.
La combinazione di esplorazione, sopravvivenza e tensione psicologica rende l’esperienza intensa e stratificata.
Uno degli elementi più interessanti del gameplay è il sistema di percezione psicologica del protagonista: l’angoscia, la paura e il trauma di Paul influenzano direttamente il modo in cui il mondo viene percepito: ombre che si muovono, suoni inquietanti, deformazioni dell’ambiente e apparizioni spettrali diventano strumenti narrativi che il giocatore deve interpretare.
Questo approccio rende il gameplay più profondo, poiché il pericolo non è solo fisico, ma anche mentale, e sta al giocatore affrontarlo.
Al giocatore spettano inoltre scelte morali e percorsi ramificati, che influenzano la percezione della storia e la risposta dei personaggi secondari, seppur senza condizionare drasticamente la progressione principale.
Le decisioni del giocatore servono a rafforzare il senso di responsabilità e coinvolgimento emotivo, inserendo un elemento di riflessione etica in un contesto di conflitto e trauma.
I modelli dei nemici e delle creature rispecchiano il concetto di horror psicologico. I soldati nemici rappresentano minacce realistiche, mentre le creature deformi e le apparizioni simboleggiano il deterioramento mentale del protagonista.
Questi elementi sono integrati nel world building, rendendo coerente ogni incontro e aumentando l’angoscia e la tensione senza ricorrere a espedienti artificiosi.
Un altro punto di forza è il ritmo di gioco. L’alternanza tra momenti di esplorazione, fasi stealth e picchi di tensione o combattimento permette di mantenere costante l’engagement del giocatore, evitando monotonia e favorendo una crescente immersione psicologica.
Gli spazi aperti offrono senso di vulnerabilità, mentre le trincee e i bunker creano claustrofobia e tensione, così come i corridoi di casa Von Schmitt.
Per concludere allora, non si può parlare di world building, senza parlare di gameplay, in Ad Infinitum.
Cura storica, atmosfera, gestione delle risorse, scelte morali e salute psicologica si fondono in un tutt’uno, creando un’esperienza sensoriale totale e immersiva, in cui il giocatore non si limita a muoversi nell’ambiente, ma è chiamato a vivere la storia, la paura, la tensione e le conseguenze della guerra, facendo di questo un titolo che va oltre, che resta impresso.



Generalmente apprezzato
Ad Infinitum è un titolo che ha ricevuto attenzione sia per le sue ambizioni narrative sia per il modo in cui combina horror psicologico e realismo storico. Dal punto di vista critico, il gioco presenta punti di forza significativi, ma anche alcuni limiti.
Uno dei principali punti di forza riguarda la capacità di immergere il giocatore nella psicologia del protagonista. Il sistema di percezione mentale, le distorsioni ambientali e le creature simboliche permettono di vivere la guerra non solo come conflitto fisico, ma come trauma psicologico. Questa scelta narrativa è stata molto apprezzata, perché trasforma il titolo in un’esperienza emotiva e riflessiva, capace di distinguersi da molti altri survival horror incentrati principalmente su jump scare o azione frenetica.
L’approccio storico è un altro elemento che ha ricevuto valutazioni positive. La ricostruzione della Prima Guerra Mondiale, con relative trincee, equipaggiamenti, villaggi distrutti e campi di battaglia, è accurata e contribuisce a rendere credibile il contesto. Un realismo che si integra perfettamente con gli elementi soprannaturali.
Dal punto di vista del comparto tecnico e art design, la critica sottolinea la qualità delle ambientazioni, l’uso efficace dell’illuminazione e dei dettagli scenici, e l’efficacia della fisica e delle animazioni dei personaggi. Anche il sound design viene spesso citato come punto di eccellenza, grazie all’uso dell’audio spaziale e dei suoni ambientali per creare tensione e paura.
Tuttavia, alcune critiche si concentrano su aspetti tecnici e di gameplay. Alcuni giocatori e recensori hanno segnalato problemi minori di ottimizzazione su alcune piattaforme, con cali di frame rate in situazioni particolarmente complesse o ambienti ricchi di effetti visivi e audio. Inoltre, gestire le risorse, anche se minimali, e affrontare determinati enigmi, può risultare frustrante per chi preferisce un approccio più accessibile o orientato all’azione, poiché il gioco richiede pazienza e attenzione all’esplorazione.
Dal punto di vista della narrazione, il gioco è stato elogiato per la profondità psicologica, ma alcuni critici hanno osservato che la struttura non lineare e gli eventi surreali possono risultare complessi o confusi per chi cerca una trama lineare e immediatamente comprensibile. Tuttavia, questa caratteristica è anche un punto di forza per chi apprezza esperienze narrative stratificate e immersive, che richiedono riflessione e interpretazione.


Ad Infinitum
PRO
- Immersione psicologica profonda: il gioco eccelle nel trasmettere lo stato mentale del protagonista, rendendo il giocatore parte integrante del trauma vissuto.
- Worldbuilding accurato e dettagliato: la ricostruzione della Prima Guerra Mondiale è estremamente curata.
- Sound design di livello: effetti sonori ambientali e spaziali aumentano significativamente la tensione e la paura.
- Art design e atmosfera: illuminazione, scenografia e animazioni contribuiscono a creare un’atmosfera opprimente e credibile. Ogni dettaglio visivo rafforza la sensazione di vulnerabilità e isolamento.
- Gameplay coerente con la narrativa: il survival horror con elementi stealth e gestione delle risorse si integra perfettamente con la storia e il contesto storico.
- Esperienza emotiva e riflessiva intensa: la combinazione di trauma psicologico, conflitto bellico e horror permette al giocatore di riflettere su temi complessi come la guerra, il trauma e la fragilità della mente umana.
CON
- Difficoltà di enigmi e gestione delle risorse impegnativa: alcuni giocatori potrebbero trovare frustrante la lentezza e la difficoltà legata alla sopravvivenza, specialmente in assenza di indicazioni chiare su come procedere.
- Durata relativamente breve: nonostante l’intensità, la campagna principale può risultare relativamente corta, con rigiocabilità limitata a variazioni minori nelle scelte morali e nell’esplorazione.
- Accessibilità e complessità narrativa: la narrazione surreale e la struttura non lineare possono risultare complesse o poco intuitive per chi preferisce trame più dirette e lineari.
- Minimi problemi tecnici: in alcune situazioni particolarmente ricche di effetti audio e visivi, possono verificarsi cali di frame rate o leggeri rallentamenti su alcune piattaforme.
- Rigiocabilità limitata: le scelte morali hanno un impatto contenuto sulla storia, quindi la rigiocabilità non offre percorsi drasticamente diversi o finali multipli complessi.