Steelkrill Studio ci porta in un luogo misterioso e terrificante. Da soli dovremo sfuggire ad un incubo e sopravvivere all’orrenda creatura che abita le Backrooms.

The Backrooms 1998 - Short Gameplay

Siamo nel 1998 e troviamo una vecchia VHS. Incuriositi, riproduciamo il contenuto. Credetemi, non eravamo preparati a quello che avremmo visto: la terrificante e desolante vastità delle Backrooms.

Un incipit pieno di ricordi

Chiunque fosse stato abbastanza grande negli anni ’90 ricorderà sicuramente il boom dei mockumentary horror come The Blair Witch Project o la videocassetta mortale della serie Ringu. Beh, quando ho iniziato il gioco sono stato colpito proprio da questi ricordi.

Prima di tutto vediamo la registrazione di un bambino che gioca, le vecchie immagini sono confuse ed evanescenti, facendoci percepire qualcosa di inquietante. Subito dopo vediamo alcuni ragazzi che stanno facendo skate in un complesso edilizio abbandonato, uno di loro ha una telecamera con cui riprende le acrobazie. Questo è il nostro punto di vista.

All’improvviso, durante un’acrobazia, il cameraman cade e lo schermo diventa nero: e ora inizia l’incubo.

Un Posto Terrificante

Quando la telecamera si riaccende il gioco inizia e siamo nelle Backrooms.

Un intricato sistema di stanze, corridoi e spazi ristretti: un purgatorio della mente dove dovremmo svelare segreti vergognosi e fare ammenda per i nostri peccati.

C’è solo silenzio intorno a noi. A volte la mente ci gioca brutti scherzi e il confine tra realtà e immaginazione sarà molto sottile.

Quello che vediamo e sentiamo è reale? È solo un brutto scherzo dei nostri amici o un incubo da cui non ci siamo svegliati?

Scopriremo presto che la realtà fa più paura del peggior incubo!

Leggende Urbane

Quella delle Backrooms è una leggenda metropolitana online e una creepypasta che ha avuto origine in un thread di 4chan del 2019 sulla base di immagini inquietanti. 

Uno dei primi esempi di spazi liminali: un’estetica Internet che include luoghi solitamente affollati descritti come innaturalmente vuoti.

C’è un labirinto infinito di uffici a cui si accede dalla realtà quando si fa “no clip” nelle aree sbagliate.

Nel gennaio 2022, un cortometraggio horror intitolato The Backrooms (Found Footage) è stato caricato su YouTube. Creato dall’allora sedicenne Kane Parsons conosciuto online come Kane Pixels, è presentato come un nastro VHS girato negli anni ‘90 da un regista che entra accidentalmente in questo mondo ed è inseguito da un mostro.

Lo sviluppatore individuale Steelkrill Studio utilizza gli elementi di questa leggenda metropolitana per farne un gioco.

Vediamo le caratteristiche, l’estetica e le meccaniche utilizzate dall’autore.

Grafica and Sound Design

Come detto prima, il gioco prende molta ispirazione dalla leggenda metropolitana delle Backrooms.

Questa volta però, il luogo sembra essere infestato dal fantasma di un bambino e da altre presenze.

Vediamo dal punto di vista della telecamera, con i classici simboli sovraimpressi sullo schermo. Il filtro VHS aiuta molto ad immergersi in quell’atmosfera e aiuta anche a coprire imperfezioni e texture decisamente rivedibili. L’unico punto debole è la modellazione di oggetti e creature che a volte sono davvero poco dettagliate.

Nonostante alcune imperfezioni non posso che elogiare il buon lavoro estetico svolto sull’ambiente di gioco.

Il sound design è perfetto e vince con il motto less is more.

Il costante rumore di fondo e il rumore dei nostri passi saranno i nostri unici compagni. Occasionalmente alcune strane voci o gemiti ci faranno venire la pelle d’oca, a volte il personaggio parlerà, chiedendo se c’è qualcuno là fuori.

Attento ai tuoi passi: se cammini su vetri rotti o spazzatura puoi fare rumore e la creatura può sentirti.

Un’altra idea interessante è l’icona di un microfono sullo schermo con cui possiamo interagire, ma ne parlerò tra poco.

Può sentirti

Come detto prima, c’è l’icona del microfono sullo schermo. Il gioco può sentirti attraverso il microfono del PC.

Se si parla troppo forte, urla o respira pesantemente, ci sono più possibilità che l’orrida creatura errante ci ascolti e ci uccida.

Una meccanica di gameplay davvero interessante, aiuta a creare la tensione ed è un’interazione in prima persona con il gioco.

The Backrooms 1998

I jumpscare

jumpscare / to jumpscare / 

 jumpscare, jump-scare /ˈdʒʌmpskɛər / 

n.

(evento che provoca uno) spavento improvviso.

to jumpscare, to jump-scare /ˈdʒʌmpskɛər/ 

v. t.

(cinem.) spaventare con un evento improvviso; provocare uno spavento improvviso.

Dizionario Zanichelli.

Partendo da questo presupposto devo dire che lo sviluppatore ha fatto un buon lavoro.

Esistono due tipi di jumpscare: quelli scriptati e quelli casuali.

I primi corrispondono esattamente alla definizione scritta sopra, mentre gli altri sono generati casualmente e alcuni di loro sono più psicologici e intelligenti.

Possiamo vedere da lontano una testa che fa capolino, strane figure che strisciano, ombre che camminano dietro di noi, ma non c’è nessuno.

Insomma dei mind games intelligenti, anche se diventano troppo frequenti verso la fine dell’avventura.

Aggiunta interessante è la possibilità di selezionare una modalità di gioco che toglie i jumpscare casuali.

Gameplay e Game Design

Rispetto al buon design e ad un incipit intelligente, il gameplay risulta essere un classico survival horror.

Fuggire da un mostro orribile, raccogliere oggetti e cercare di scappare e salvarsi la vita.

Tuttavia lo sviluppatore ha incluso alcune caratteristiche interessanti per aumentare la tensione.

Non si può correre all’infinito o finirà presto la resistenza, meglio nascondersi.

Il punto di vista della videocamera è molto coinvolgente e si può zoomare per vedere meglio attraverso l’oscurità.

Ovviamente sono presenti i classici strumenti come la torcia, che va ricaricata con le batterie, un piede di porco per rimuovere gli assi e una pistola a vernice spray.

Quest’ultima è una caratteristica molto interessante: si può disegnare liberamente su ogni superficie. Questo aiuta a non perdersi quando le stanze iniziano a modificarsi e diventare intricate.

Il gioco ha punti di salvataggio: delle safe-room con un videoregistratore ma attenzione, ce ne sono pochi.

Fin qui tutto bene

The Backrooms 1998 mi ha davvero impressionato, pur non essendo un fan di giochi di questo genere. Lo sviluppatore ha saputo creare un clima di terrore e ansia davvero notevole, che però si perde quando diventa un classico survival horror con tutti i problemi del caso.

Se ami questo tipo di giochi dovresti assolutamente provarlo.

Anche il finale, raggiungibile in circa un’ora di gioco, è ben scritto e inaspettatamente scioccante per certi versi.

Il gioco è ancora in accesso anticipato e presenta ancora alcuni problemi tecnici da risolvere. Ma Steelkrill Studio lavora costantemente per migliorare l’esperienza.

Quindi, non perdetevi!

Link Utili:

Steelkrill Studio sito ufficiale

Trailer Ufficiale

Sono un musicista (pianista), un nerd e un amante di lunga data di manga. Sono nato come videogiocatore grazie ad una copia di Pitfall per Atari 2600 (1982), e così sono cresciuto di pari passo al mio medium preferito fino ai giorni nostri. In seguito ho cominciato ad interessarmi anche a cosa c'è dietro al prodotto finale, alla sua struttura e ciò che accade dietro le quinte del mondo del gaming.