L’oscura verità che si cela dietro il sipario di una rappresentazione teatrale.
Ah, la magia il teatro! Un luogo sereno di pace e tranquillità che ci libera dallo stress quotidiano, dalle ansie e dalle paure che affliggono la nostra fragile mente. È un’occasione perfetta per ammirare le straordinarie performance dei grandi professionisti che si cimentano in opere di elevato spessore artistico, come le tragedie greche di Euripide, i capolavori di William Shakespeare, o le grandi opere di Samuel Beckett e Christopher Marlowe. E che dire delle commedie? Cosa c’è di più bello che ridere, divertirsi che con una rappresentazione sana e spensierata dal puro taglio. Un momento magico per immergersi in un altro mondo, una dimensione parallela, ricca di divertimento e gioia che intrattiene grandi e piccini. Sembra un autentico paradiso, non credete?
Ebbene, non oggi. Lo spettacolo, o meglio, la storia che stiamo per raccontarvi oggi è è ben diversa. Essa rivela quale oscura e cruda realtà si nasconda dietro la bellezza e la spettacolarità di una rappresentazione teatrale. E’ quel genere di storia che nessuno dei vostri bambini vorrebbe ascoltare… Tuttavia, ciò non implica che si tratti di una storia sgradevole o meno importante. Anzi, forse è proprio questo suo lato oscuro, questo suggestivo alone di mistero che la avvolge, a renderla così affascinante e magnetica ai nostri occhi.
Perciò, senza ulteriori indugi, permetteteci di presentarvi Once Upon A Puppet, il surreale puzzle-platformer in 2.5D sviluppato dallo studio indipendente Flatter Than Earth. Ambientato in un misterioso e contorto mondo ispirato al teatro, la storia segue le vicende di Drev & Nieve, due vittime intrappolate in un piano ben più complesso di quanto avrebbero mai potuto immaginare, il cui destino è strettamente legato al regno del teatro stesso.
Siete pronti a saperne di più? L’ora è giunta. Mettete i vostri piccoli a letto, seguiteci e non perdetevi nell’oscurità!
Flatter Than Earth: I brillanti artefici di Once Upon A Puppet
La storia di Flatter Than Earth ha inizio diversi anni fa, da un’idea un po’ folle – come racconta il team di sviluppo sul proprio sito ufficiale – e oserei dire anche geniale, del fondatore Martin Malek. La parte divertente e assurda? Martin non aveva alcuna esperienza come CEO, ma semplicemente credeva fermamente in questo progetto. Così, in soli 8 anni, ha dato vita al progetto, trasformando in poco tempo Flatter Than Earth da una “semplice” compagnia di neolaureati ed aspiranti sviluppatori in un team di esperti e professionisti, pronti a condividere la loro visione al mondo intero.
Dal 2021, lo studio si è introdotto nell’industria dei videogiochi con il nome di Flatter Than Earth, presentando un nuovo team senior, per realizzare la brillante visione di Martin Malek. Vi lasciamo di seguito un estratto della visione definita da Martin per Flatter Than Earth che vi aiuterà a comprendere al meglio le aspirazioni, le idee e gli obiettivi della compagnia:
“Ho fondato Flatter Than Earth con l’obiettivo principale di creare videogiochi bilanciati in ogni aspetto. Tutti i nostri sforzi sono volti a garantire un gameplay eccellente e un’esperienza visiva straordinaria. La nostra debolezza sta nella necessità di cercare design unici e nella creazione di un comparto artistico e un sound di alta qualità. Non c’è alternativa. Non possiamo permetterci compromessi che mettano a rischio o indeboliscano l’integrità alla base di un’esperienza interattiva. Accettiamo consigli ma difendiamo anche la nostra visione. Promuoviamo l’individualismo e l’indipendenza entro i limiti del gioco. Il nostro obiettivo è creare un gioco che si distingua dalla massa e crediamo di essere sulla strada giusta per farlo.“
Flatter Than Earth è uno studio indipendente attivo esclusivamente in modalità remota, con talenti distribuiti su tre continenti e oltre mezza dozzina di paesi. Il team è composto sia da nuovi designer e ingegneri che da veterani dell’industria con esperienza presso studi come Ubisoft e Blizzard. La missione principale dello studio è quella di creare videogiochi che, pur mantenendo un approccio familiare, siano unici nel loro genere e che arricchiscano l’esperienza dei giocatori attraverso il divertimento, l’intrattenimento e la stimolazione della loro immaginazione.
Al centro della filosofia di Flatter Than Earth c’è l’innovazione, che si concretizza nel rielaborare le sfide tradizionali e nell’esplorare temi affascinanti come il teatro, i burattini e la musica, in un’esperienza che non solo stimoli la mente e il cuore, ma funga anche da autentica fonte di crescita interiore.
Ed è qui che entra in scena Once Upon A Puppet, il loro videogioco di debutto, un’affascinante e differente chiave di lettura che esplora gli aspetti più oscuri del teatro, il suo lato più enigmatico e misterioso, attraverso una storia intrigante che approfondisce il rapporto duale tra palcoscenico e backstage. Un’esperienza che ci trascinerà nelle oscure grinfie del dietro le quinte, rivelandoci gli oscuri segreti dietro la realizzazione di uno spettacolo teatrale.
Le strampalate avventure di Drev & Nieve
Quali oscuri segreti si celano dietro il sipario, nel backstage, al riparo dagli attenti sguardi degli spettatori? Beh, se non siete attori, aspiranti attori o non avete mai studiato recitazione, probabilmente vi sarete posti questa domanda almeno una volta nella vita.
Attori che si preparano ad entrare in scena, make up artist che agghindano gli interpreti per la performance? No, niente di tutto questo. Nulla che la vostra sana e imperturbabile mente potrebbe immaginare. La storia che stiamo per raccontarvi vi condurrà nelle oscure profondità della realizzazione di un’opera teatrale, dove la scenografia prende vita e gli attori ripassano i loro copioni, in attesa di intrattenere il loro pubblico. Il dietro le quinte, un luogo in cui il silenzio regna incontrastato e le ombre sono pronte ad inghiottire chiunque si ritenga abbastanza coraggioso da avventurarsi nell’oscurità.
Avete davvero il coraggio di avventurarvi in un luogo luogo off-limits dove non sarete di certo i benvenuti? Bene, sentitevi liberi di entrare, se lo desiderate. Da ora, ha inizio la nostra storia.
“Nel vasto regno del teatro, esiste un altro mondo, celato agli occhi di tutti, al di sotto del palcoscenico.” La nostra storia in Once Upon A Puppet inizia introducendoci i due protagonisti: Nieve, una mano animata, assistente di scena di professione, esiliata nel Sottopalco e il piccolo Drev, un semplice e innocuo burattino di scena. Due personaggi straordinariamente unici nel loro genere, con background molto differenti, proprio come i loro luoghi d’origine – Nieve dall’alto e Drev dal basso – i cui destini sembravano inizialmente così divergenti, imparagonabili. Finchè i fili del destino non si sono intrecciati e, a causa di un’oscuro e misterioso sortilegio temporale, si sono ritrovati casualmente uniti, nel vero senso della parola.
Si sa, il destino talvolta sa essere beffardo, ma questa volta potrebbe persino aver migliorato le cose. La fusione tra Nieve e Drev ha fatto sì che i due si trasformassero materialmente in un tutt’uno, con Nieve, con le sue fattezze da guanto, a tirare le redini… beh, i fili di Drev e permettere ai due di muoversi come un’unica entità. E così, i nostri due strampalati eroi, uniti da un bizzarro scherzo del destino, si troveranno a collaborare, aiutarsi a vicenda, imparando a fidarsi l’uno dell’altra, in un entusiasmante e misterioso viaggio che li condurrà fino al palcoscenico principale, insegnando loro il vero significato della collaborazione e… dell’amicizia, quella vera.
La trama di Once Upon A Puppet, insieme alla pregevole direzione artistica, si presenta come uno dei tratti più distintivi del gioco che, dietro la sua solo apparente semplicità, nasconde anche una profonda maturità nella caratterizzazione dei personaggi e nella scrittura del canovaccio generale. Un altro punto di forza sono i temi affrontati, che esplorano vari aspetti della natura umana e della psicologia, tra cui figurano la scoperta del nostro “Io” interiore, il tema della redenzione ed evidenziano come l’amicizia e fiducia reciproca possano essere vere e proprie armi a nostra disposizione per combattere le paure che affliggono le nostre menti.
Lo spettacolo deve andare avanti
Once Upon A Puppet si presenta ai giocatori come un intrigante e variegato puzzle-platformer, sospeso tra due e tre dimensioni, letteralmente un 2.5D, in cui il teatro non è solo lo sfondo, ma il fulcro, l’anima, il tutto intorno a cui ruota l’intera opera di Flatter Than Heart.
Nel mondo di gioco, tutto è teatro. Dai decori di scena agli ostacoli ambientali, persino le piastrelle su cui poggiano i nostri piccoli piedini da burattino. Gli stessi personaggi e il loro spiccato umorismo sono un omaggio alla genialità dell’arte teatrale.
In Once Upon A Puppet, i giocatori saranno chiamati ad esplorare le profondità del sipario fino al palcoscenico principale, immergendosi in un gameplay che unisce abilmente intense e frenetiche sessioni di platforming, una moltitudine di enigmi creativi a tema teatrale e combattimenti eleganti contro le creature nascoste nell’ombra. Il nostro obiettivo? Mantenere vivo lo spettacolo, a qualunque costo!
La direzione artistica spicca senza dubbio come l’elemento più pregevole della produzione ed è, secondo noi, uno degli aspetti che meglio caratterizzano l’opera di Flatter Than Earth. Le ambientazioni sono estremamente distintive e di alta qualità, con scenografie particolarmente interessanti, caratterizzate da uno splendido effetto cromatico conferito dal gioco tra i diversi colori, le ombre e le sfumature. Questa componente della produzione mette in luce tutta l’attenzione e la cura del team per i piccoli dettagli.
Sarà altrettanto interessante capire in che modo il team di Flatter Than Earth deciderà di gestire i controlli del burattino e come saranno coordinate le azioni tra Drev e Nieve, nonché il loro approccio al movimento, all’azione e alla risoluzione degli enigmi, rispetto, ad esempio, ad un videogioco come A Juggler’s Tale, in cui il ruolo di burattinaio era assunto unicamente dai giocatori.
Quanto alle fonti di ispirazione, non possiamo ignorare il possibile richiamo a un videogioco che probabilmente pochi di voi rammenteranno: Puppeteer, un incantevole platform sviluppato dalla Japan Studio (nota per titoli come Gravity Rush, Ape Escape e Knack), pubblicato nel lontano 2013 per PS3. Un gioco che, ad essere sinceri, ci è sembrato davvero lo spirito guida dell’opera di Flatter Than Earth.
Tuttavia, come accennato in precedenza, l’unico vero punto di riferimento da cui il team di sviluppo è partito per lo sviluppo di Once Upon A Puppet è il teatro, nelle sue molteplici forme e rappresentazioni: un autentico tributo alla magia del teatro e agli sforzi, all’impegno e al sudore necessari per mettere in scena uno spettacolo teatrale.
Quando sarà rilasciato Once Upon A Puppet?
Stando a quanto annunciato da Flatter Than Earth, Once Upon A Puppet sarà disponibile nel corso del 2024 su PC, tramite Steam. Al momento, lo studio non ha comunicato una data di rilascio del gioco per console, ma non ha neanche escluso questa possibilità. Ciò potrebbe suggerire che in futuro il gioco potrebbe essere distribuito anche su console, dopo il lancio iniziale su PC.
Gli sviluppatori non hanno ancora fornito una data di uscita, limitandosi a indicare semplicemente il periodo “2024”, come riportato sulla pagina del gioco su Steam.
Per il momento, Once Upon A Puppet ci ha lasciato delle impressioni più che positive! Il materiale mostrato fino ad ora rivela tutto il grande potenziale del gioco, alimentando le nostre speranze e la nostra fiducia per il futuro. In attesa di scoprirne di più a riguardo, non possiamo far altro che sperare che il team continui su questa strada, che, ribadiamo, è quella giusta!
Prima di concludere, vi ricordiamo inoltre di visitare il sito ufficiale degli sviluppatori per scoprire più a fondo il mondo di Once Upon A Puppet e non dimenticatevi di dare un’occhiata all’account X del gioco per restare aggiornati sullo sviluppo.
Per oggi è tutto. Vi aspettiamo nel regno del teatro.