È raro vedere un action 2D platformer come Majogami. Velocità, stile, gran colpo d’occhio e soprattutto: una quantità esagerata di fan service.
Non è semplice creare un action 2D con personalità come lo è Majogami. Diversi ingredienti compongono il piatto e devono essere dosati al meglio. Specialmente amalgamare sia l’idea per un storia ed un’estetica che la ricerca di meccaniche originali e ben inserite nel gameplay.
Spesso ciò non basta per rendere buono un prodotto. Al netto delle nuove meccaniche, devono sussistere delle solide basi che devono fare da fondamenta. Majogami mette davanti al giocatore un’estetica invidiabile insieme a delle soluzioni di level design brillanti. Un mondo di carta dove la protagonista si fa strada tra numerosi pericoli per recuperare la memoria.
Quasi dimenticavo, non si può non parlare del fan service che il gioco offre, arrivando a sfociare nell’ecchi.
Cominciamo ad analizzare ciò che Majogami ci propone.
Una narrativa “particolare”
Partiamo da un presupposto, Majogami non ha un plot indimenticabile. Ciò non mi crea problemi, considerato anche il genere, però ci sono delle considerazioni da fare.
La protagonista della storia è Shiroha, risvegliata senza memoria nel mondo di Orchesgra. Un mondo distorto e perverso fatto di carta e dominato da delle Streghe Artigiane che dominano i vari biomi di questo mondo. Shiroha non sarà da sola in questa avventura, infatti una creatura di carta ci accompagnerà: nostro padre Shiori. Per recuperare la memoria e fuggire da questo mondo dobbiamo recuperare le Recarte. Queste sono in possesso delle Streghe Artigiane e dovremo strappargliele per ottenere i ricordi persi.
Come detto prima, Majogami fa largo uso del fan service. Niente di esplicito, ma doppi sensi, abiti succinti ed inquadrature “poco convenzionali” vi accompagneranno per tutta la storia. Fin qui non ci sarebbe nulla di male se non fosse per tematiche anche cruente che talvolta stonano col mood scuro e cruento scelto dalla narrativa.
Purtroppo il racconto si svolge con immagini fisse che si alternano insieme ad una incredibile quantità di dialoghi, benché doppiato in giapponese. Ogni atto e scena che affronteremo avrà prima e spesso dopo, una lunga sequenza di dialoghi statici. Considerato il numero di atti più new game plus, la quantità di linee di dialogo diventa soverchiante. Il tutto aumenta con i dialoghi opzionali da sbloccare in game e da poi ascoltare fuori partita.



Scelte estetiche
Quello che colpisce di più di Majogami è sicuramente il suo stile. I personaggi che si muovono dentro questo universo cartaceo sono in perfetto stile manga. Non mi soffermerò ulteriormente sulla questione fan service, di cui ho già parlato, ma sull’estetica generale del titolo. L’avventura di Majogami è narrata come fosse una favola e si svolge sulle pagine di un libro. Infatti in questo mondo di carta una pagina scura rappresenta un atto dove, per ogni scena superata, l’oscurità si dirada. Fino ad arrivare alla boss fight. Sconfitta quest’ultima verrà diradata tutta l’oscurità dalle pagine, così da passare all’atto successivo. A livello estetico gli atti sono molto diversificati tra di loro, con una loro gimmick ed un’estetica molto coerente. Gli sviluppatori hanno saputo creare biomi con soluzioni estetiche, di gameplay e avversari originali e ben curati. Il combattimento è pieno di colori, luci ed effetti che sono belli da vedere. Parleremo poi di come si interseca con il gameplay. Spettacolari sono anche le boss fight, che tralasciando le meccaniche, sono belle da vedere. Anch’esse hanno lo stesso mood ecchi che avvolge tutto il titolo.
Per la musica abbiamo due filoni. Brani di pianoforte solo: ben curati, ben suonati e coinvolgenti durante i livelli e brani cantati in giapponese, in stile Jpop rock. Quest’ultimo arriverà durante certe azioni in game e a tratti potrebbe essere invadente all’orecchio del giocatore.
Un gameplay che prova ad innovare
Majogami non è differente da altri action 2D del genere. Livelli con tesori, segreti e il classico negozio in cui si acquistano talismani da equipaggiare per cambiare le nostre build. Insieme ad essi ci sono mosse da imparare per il personaggio. Majogami si differenzia però su alcuni aspetti. Abbiamo solo un tipo di attacco base, un salto ed una mossa difensiva. Tenendo premuto il tasto Y (PC-XBOX), Shiori ci difende rendendoci immuni a tutti gli attacchi, al costo di restare immobili. Per quanto forte, questo compromette molte scelte di game design, specialmente contro i boss. Ovvio che imparare i moveset premia il giocatore, per poi farlo migliorare. Questa tecnica, accessibile fin dall’inizio, rompe proprio questo principio ed è un peccato, secondo me.
Interessanti sono le boss fight dove non dobbiamo togliere punti ferita ma far aumentare fino allo stremo una barra che poi porterà il boss nella fase successiva. Procedura che porterà ad una sorta di QTE fino alla sconfitta.



Setsuna e Astrali
Parliamo invece dei lati positivi ed interessanti: il Setsuna e gli Astrali.
Il Setsuna è il fulcro su cui si basa sia il combattimento che parte dell’esplorazione dei livelli. Shiroha può targettare un nemico e colpirlo con un fendente mortale teletrasportandosi verso di esso. Questo tipo di attacco si può concatenare rendendo l’azione frenetica e spettacolare. Le stesse boss fight aggiungeranno scene di intermezzo una volta che utilizzeremo questa abilità al momento giusto. Oltretutto il Setsuna può essere indirizzato in orizzontale, in verticale ed in obliquo. Elemento da non sottovalutare perché alcuni nemici necessitano di essere colpiti in una direzione specifica per far breccia nelle difese. Una mossa molto forte che necessita di essere caricata con gli attacchi standard.
Gli Astrali invece sono delle creature che incontreremo durante l’avventura. Non farò spoiler riguardo il numero ma ne descriverò le capacità. Possiamo attraverso delle Power word, che si trovano nei livelli, aumentare la nostra affinità con essi. Questo dà bonus passivi e sblocca linee di dialogo nuove. Con loro otteniamo due trasformazioni: la prima è ascensione dove l’arma si trasforma e otteniamo sia nuove mosse che il doppio salto. Soddisfatte alcuni requisiti possiamo passare all’Astralizzazione. Una fusione totale che ci trasforma, ci rende più forti e ci permette una mobilità notevole. Possiamo saltare all’infinito e raggiungere zone altrimenti inaccessibili.
Ovviamente le trasformazioni hanno una durata limitata.
Less is more
Un breve paragrafo per spiegare le implicazioni tra idee interessanti, stile e ingenuità nella realizzazione. Partiamo dall’estetica dove i colori, le luci e la velocità a volte mettono in difficoltà il giocatore. Parliamo di certi scontri e della difficoltà di trovare talvolta il protagonista su schermo, per via della velocità con cui noi attacchiamo. Paradossalmente l’estetica rema contro le meccaniche più interessanti che il gioco propone.
Nonostante il level design sia sufficiente, anzi, ha delle trovate davvero intelligenti, per l’appunto per un po’ di “sporcizia” sui comandi che rendono l’esplorazione talvolta frustrante.
In più anche le idee buone di level design si perdono durante l’Astralizzazione. Poter praticamente volare bypassa sia lo scontro con gli avversari che il level design creato, un peccato.
Inoltre nelle boss fight, quando trasformati, alcuni Quick Time Event a volte non si innescano con la conseguenza di subire danno ingiustamente.
Sono comunque delle ingenuità nell’aggiungere buone idee senza però considerare tutte le conseguenze.



My Two Cents
INTI CREATES CO. con Majogami ha fatto sicuramente un bel lavoro. Il comparto video e audio sono ben ispirati e di buona qualità, il level ed il game design sono interessanti e posti in maniera intelligente. Una narrativa non eccezionale e prevedibile ma alla fine godibile e l’uso di idee di combat system davvero divertenti ed interessanti. Il senso di potere che il Setsuna ti da è forte, oltre ad essere molto divertente da vedere e giocare. Tutto però è ancora acerbo. Majogami sembra un gioco con un buon potenziale ma ancora con numerosi microdifetti. Un esperimento che se ripulito, può dare vita ad un buon seguito.
Non ci sono difetti macroscopici ma tanti piccoli inciampi ed ingenuità che tutti insieme vanno a minare l’esperienza a lungo andare. Ad esempio la colonna sonora Jpop rock che accompagna il giocatore quando trasformato che, onestamente, è invadente. Un’altra è l’estenuante narrativa statica o la scelta di raccontare la fine della storia relegata ad un new game plus. Ultimo ma non per importanza è l’elemento ecchi, inserito in contesto con temi anche crudi e specialmente con alcuni personaggi che sembrano tutto tranne che maggiorenni. Capisco chi può anche sentirsi a disagio anche se ripeto: non c’è nessun contenuto sessuale esplicito per adulti.
Review code gentilmente concesso dagli sviluppatori.
Majogami
PRO
- Grande estetica, visione artistica e sonoro
- Originali e coinvolgenti idee di combati system
- Design dei livelli originale
- Fan service
CON
- Il gioco nelle meccaniche sembra ancora acerbo
- Un modo di raccontare troppo ripetitivo che diventa noioso
- Non ci sono difetti macroscopici ma tanti piccoli inciampi ed ingenuità che tutti insieme vanno a minare l’esperienza a lungo andare
- Fan service
