Haunted Bloodlines è un’avventura spaventosa e inquietante, in cui ci sono tutti gli ingredienti per il più classico degli horror.
Siete appassionati di quei videogiochi horror dalle atmosfere dei primi Resident Evil, dove si tenta di sopravvivere all’interno di grandi edifici ben arredati ma impermeati di puro terrore, dove un semplice corridoio potrebbe diventare un campo di battaglia o comunque un lungo percorso di fuga? In Haunted Bloodlines abbiamo percepito questo genere di “terrore”, il tutto condito con efficaci jumpscare, e con degli inquietanti spettri al posto di implacabili zombie.
Abbiamo provato la versione 0.11 di questo horror psicologico sviluppato da Horrified Triangles e Iphigames – questi ultimi li ricorderete in merito all’interessante Skaramazuzu -, e, sebbene ci siano indubbiamente delle migliorie da fare, ci è sembrato ben strutturato ed efficace dal punto di visto delle atmosfere e degli escamotage per farci saltare sulla sedia.
Ma andiamo con ordine…
Una grande dimora infestata
Come ho già accennato, in Haunted Bloodlines ci sono tutti gli ingredienti per un classico horror che, sebbene riproponga standard e stereotipi del genere, quando è realizzato bene, costituisce sempre un gran piacere per gli appassionati.
Come da tradizione, dunque, avremo a che fare con delle entità soprannaturali, in questo caso presenze che potremmo definire spettri o fantasmi, che avranno come scopo quello di farci fuori, nello specifico, quello di farci fuori o di buttarci comunque fuori dal luogo infestato.
Il luogo infestato in questione è una grande dimora, una classica villa piena di vecchi dipinti e carte da parati, con numerose stanze disposte lungo stretti e labirintici corridoi, su più piani.
Il personaggio che interpretiamo, in prima persona, è l’erede di questa immensa fonte di guai. Siamo in Inghilterra, e alla morte del padre, Samuel Wilson, ovvero il nostro protagonista, scopre, attraverso un testamento, che ha ereditato questa vecchia dimora di famiglia. Una vecchia dimora di una famiglia piena di misteri e risvolti inquietanti che noi dovremo scoprire.
Samuel si troverà a vagare per questi corridoio costellati di quadri e porte, per lo più chiuse, e nell’esplorazione, man mano avrà accesso a luoghi sospesi, in cui vari indizi ci aiuteranno a capire i retroscena della storia misteriosa della sua famiglia.
Il mezzo con cui potremo fare questi viaggi è un orologio da taschino. Una volta impostata l’ora giusta, scoperta tramite la risoluzione di un enigma, ci troveremo in un tempo diverso dal nostro e assisteremo a scene, come quella di un semplice pasto consumato in famiglia. Una famiglia composta da padre – Daniel -, madre – Medea – e due bambini – Little John e Maya. Ci sarà anche un’altra figura misteriosa, un visitatore, che da questa prima versione del gioco non si sa ancora di chi si tratta esattamente.
Un volta tornati nel tempo presente, avremo nuovi passaggi e nuovi indizi e ci troveremo a passare, in un loop, negli stessi corridoi e nelle stesse stanze che, però, cambiano in dettagli più o meno evidenti.
Gli enigmi non sono troppo difficili, ma ci si deve comunque ragionare un po’, e ci portano, man mano, attraverso disegni di bambini o altri oggetti, a capire chi si cela dietro una presenza in particolare, dalle fattezze femminili, che sembra essere Medea, la madre dei due bambini, che all’epoca in cui ci troviamo a viaggiare, scrive una lettera al marito, in cui dice di essere preoccupata per la loro situazione economica, dato che sta aspettando un altro figlio.
Chissà cosa avrà portato questa donna a trasformarsi nella spaventosa creatura che abita la vecchia dimora Wilson.
Scappa e nasconditi!
Cosa possiamo fare per sopravvivere?
Ben poco, in realtà. Di base, fuggire o nascondersi, o entrambe le cose. Da quando si manifestano i fenomeni paranormali, inoltre, la nostra sanità mentale inizia a compromettersi, fino a farci letteralmente morire di pazzia.
Possiamo verificare il nostro stato di sanità mentale attraverso la parte dell’interfaccia in cui la silhouette di un mezzo busto – che saremmo noi e il nostro stato di salute – viene avvolta man mano da nubi rosso sangue sempre più intense.
L’unico modo per ripristinare la nostra sanità mentale è sostare in prossimità di una fonte di luce, ed ecco a cosa servono i numerosi interruttori sparsi per tutto l’edificio, compresi quelli negli anfratti come l’armadio a muro della camera da letto.
La luce serve a “guarirci”, ma a volte può essere una fonte di pericolo, attirando verso di noi l’entità malvagia che ci sta perseguitando. Bisogna avere pazienza e sangue freddo, ma anche coraggio di fuggire sotto al naso dell’impietosa minaccia, la quale, quando riesce a metterci le mani addosso, ci fa finire brutalmente a penzoloni da una corda, con tanto di jumpscare quasi infartante, che, pur sapendo che ci sarà, ti frega ogni volta.
I jumpscare sono abbastanza frequenti, tuttavia, non c’è un vero e proprio abuso di questi. Si presentano nel momento in cui moriamo, ma anche quando si manifestano i fenomeni paranormali, mettendoci in uno stato più scosso e ansioso, ma soprattutto in guardia.
Siamo ancora in fase di Beta testing
Questa prima versione che Horrified Triangles e Iphigames hanno rilasciato al pubblico, presenta indubbiamente alcuni problemi., a partire dai tempi di caricamento che sono davvero molto lunghi, e dalla poca fluidità dei frame.
Attualmente, Haunted Bloodlines è giocabile da PC e ci viene consigliato l’utilizzo del controller della XBox. Tuttavia, è proprio quest’ultimo a non funzionare. Con quello per PS4 è andata un po’ meglio.
La musica non è particolarmente incisiva dal punto di vista qualitativo, diciamo che fa quello che deve fare, senza infamie né lode. Ma quando dobbiamo transitare nello stesso luogo un po’ più a lungo, per risolvere l’enigma, diventa particolarmente fastidiosa.
Un altro problema evidente è quello della grafica. Per lo più, lo stile è azzeccato. Si tratta di un 3D realistico, non troppo originale, ma discretamente realizzato. Le ombre, però, sono ancora più che abbozzate – lo spero – e inficiano notevolmente l’illusione di realismo delle scene.
Tecnicamente parlando, non ha meccaniche di gioco troppo complesse e sono comunque ben fatte, ma c’è un altro problema che spero risolvano: le porte.
Le porte si aprono e si chiudono secondo una logica realistica, ma in casi come questo, dove ci si trova a fuggire in fretta da una minaccia incombente, non si può rischiare di rimanere incastrati tra la porta e il muro, perché si apre solo in una direzione.
Nei videogiochi survival horror, infatti, dove fuggire è tra le prime opzioni, le porte, i cancelli eccetera, di solito si aprono da entrambe le direzioni. Per carità, poco realistico, ma in questi casi è necessario fare un’eccezione.
In circa un’ora di gioco e ad un punto dello sviluppo che richiede ancora una cura dei dettagli che è più che normale in questa fase, non ci si può aspettare di avere un’idea completa di ciò che sarà Haunted Bloodlines, tuttavia le premesse sono davvero buone e il gioco risulta avvincente e interessante.
Conclusioni
Fantasmi, bambini inquietanti che fanno disegni inquietanti, una lussuosa villa infestata, misteri da risolvere e quant’altro, mi pare ci sia molta carne giusta al fuoco, che soddisferà i palati nei nostalgici e degli amanti del genere, me compresa.
Sono dunque molto curiosa di scoprire tutta la storia di questa linea di sangue maledetta e quali risvolti psicologici comporta.
Non abbiamo ancora né una data, né un periodo in cui Haunted Bloodlines verrà rilasciato al completo, ma è giusto che Horrified Triangles e Iphigames si prendano il loro tempo per realizzarlo al meglio. Date le premesse, mi aspetto un ottimo videogioco horror con cui tirar fuori un po’ di sana adrenalina.
Se siete curiosi di provare la demo, la trovate gratuitamente su Steam.