Il Metroidvania che sfida le convenzioni di tempo e spazio.

Echo Weaver

Nel corso degli anni, abbiamo giocato e apprezzato un’ampia varietà di Metroidvania, ciascuno con caratteristiche e tratti distintivi che li rendevano inconfondibili e unici nel loro genere. Da prodotti che sono diventati punti di riferimento per i piccoli sviluppatori indipendenti, come Hollow Knight e Ori and the Will of the Wisps, a giochi come Blasphemous che mettono al centro del loro approccio un profondo e articolato sistema di combattimento e il platforming. Senza dimenticare i numerosi titoli di nicchia che sono riusciti a ritagliarsi uno spazio nel genere introducendo particolari caratteristiche che hanno rinnovato quasi totalmente la formula del gameplay, apportando freschezza e originalità, cercando di andare oltre alla banalità di un concept già visto o eccessivamente spremuto.

Più facile a dirsi che a farsi. I giocatori spesso sanno essere fin troppo severi, critici, spietati, nonostante gli sviluppatori abbiano investito nel progetto tutta la loro buona volontà, il loro impegno e i loro sforzi. Spesso basta davvero poco, una lieve ispirazione non menzionata, un piccolo errore, per essere etichettati come il nuovo clone di Hollow Knight o un Blasphemous a basso budget. Tuttavia, sembra che un piccolo studio indipendente composto da soli sette membri sia riuscito nell’intento, creando un Metroidvania non solo estremamente distintivo nel design artistico, ma anche molto originale nel concept di base e nella formula di gioco.

Stiamo parlando di Echo Weaver, un interessante e promettente Metroidvania, o come amano definirlo gli sviluppatori, un time loop MetroidBRAINia – forse suggerendo che per padroneggiare al meglio le sue meccaniche non serviranno solo calci e pugni, ma soprattutto astuzia e autocontrollo – in cui il concetto e le regole del tempo vengono completamente stravolte.

Siete pronti a scoprire a cosa si riferiscono gli sviluppatori e come Echo Weaver ribalterà le regole spazio-temporali? Allora, seguiteci: siamo pronti a fornirvi maggiori dettagli sul progetto e sui suoi brillanti creatori.

Ecco Moonlight Kids, i giovani e brillanti creatori di Echo Weaver

Giovani, intraprendenti, brillanti e talentuosi: questo è il biglietto da visita di Moonlight Kids, il piccolo collettivo di sviluppatori indipendenti fondato nel 2018 da Justin Baldwin, Chris Sumsky e Ankit Trivedi.

In attività da ormai sei anni con l’obiettivo di creare giochi eccezionali e promuovere una crescita positiva, la collaborazione e le opportunità nella comunità dei videogiochi, Moonlight Kids è un team giovane ma non del tutto nuovo all’industria dei videogiochi. Molti dei membri effettivi di Moonlight Kids hanno collettivamente contributo alla produzione di oltre venti titoli, dimostrando così la loro vasta esperienza nel settore e il loro comprovato talento nel creare e consegnare titoli unici ed avvincenti.

Echo Weaver

Il loro videogioco di debutto come studio, The Wild at Heart, uscito nel 2021 e distribuito da Humble Games su Nintendo Switch, PC, PlayStation 4, Xbox One e Xbox Series X/S, si è rivelato una vera e propria chicca, accolta con entusiasmo sia dalla critica che dagli appassionati. Su Steam, il gioco vanta un tasso di recensioni positive superiore al 90% e un punteggio di 76 su 100 su Metacritic, nonché il riconoscimento di due premi al NYX 2021, uno come Miglior Gioco Indie e l’altro come Miglior Arte Visiva.

Da allora molte cose sono cambiate, a cominciare dalla composizione del team, che ha visto l’ingresso di nuovi membri. Attualmente, il gruppo è composto dai tre fondatori Justin Baldwin, Chris Sumsky e Ankit Trivedi, a cui si sono aggiunti Matt Morgan, responsabile dell’audio e della musica, la narrative designer Ealy Ghanbari, Marcus Brown, responsabile dell’arte e dell’animazione, e Brendan McCracken, che affianca Morgan nel comparto sonoro e ricopre i ruoli di designer e coder.

Questo è il team attuale alla base di Echo Weaver, il loro nuovo videogioco recentemente annunciato. Si tratta di un Metroidvania oscuro ed enigmatico, caratterizzato da ritmi serrati e tonalità decisamente più cupe, che si discosta notevolmente dall’approccio narrativo e tematico che ha contraddistinto The Wild at Heart. Tuttavia, presenta un importante punto in comune: lo straordinario design artistico, da sempre il marchio di fabbrica del team di sviluppo.

Non il solito Metroidvania

«Siamo partiti alla volta delle stelle in cerca del paradiso. Abbiamo trovato qualcos’altro»

Ambientato in un mondo cupo dilaniato da un fatale loop temporale, che ha scosso le fondamenta di una civiltà una volta prospera e ha trasformato i pochi superstiti in anonimi esseri privi di scopo, Echo Weaver è un promettente Metroidvania dal ritmo incalzante e al di fuori degli schemi, distante dagli standard del genere.

Nel gioco, ci caleremo nei panni di uno Weaver, uno dei coraggiosi superstiti che sono riusciti a mantenere intatta la propria integrità e a resistere alle devastanti conseguenze psicofisiche provocate dal loop.

Echo Weaver

La caratteristica più intrigante non risiede tanto nelle sue meccaniche di gioco, nelle abilità del protagonista – come il doppio salto, il wall-jump, lo scivolamento o lo scatto, meccaniche comuni a molti videogiochi appartenenti al genere – né nel platforming o nel sistema di progressione. Ciò che davvero distingue Echo Weaver è il modo in cui tutte queste componenti sono state concepite, presentate e integrate, dando vita a un sistema che rivoluziona in modo molto interessante le regole spazio-temporali.

Va precisato che Echo Weaver non reinventa la ruota, né introduce qualcosa di inedito nel genere, né si discosta così radicalmente da ciò che solitamente ci è solito giocare quotidianamente, soprattutto in termini di tematiche principali o caratteristiche di gameplay. Tuttavia, riesce a renderle così atipiche, così diverse nei metodi e nei criteri di rappresentazione, che è impossibile restarne indifferenti o non rimanere colpiti dal cosiddetto “effetto wow”.

Il primo aspetto particolarmente interessante che notiamo è il concetto fondamentale alla base del gioco: il tempo, e la singolare reinterpretazione che gli sviluppatori di Moonlight Kids gli hanno conferito. In Echo Weaver, il tempo non è semplicemente la percezione e rappresentazione della successione degli eventi, ma piuttosto una valuta, non solo un’entità astratta al di là del nostro controllo, ma una realtà metafisica che possiamo utilizzare, spendere e padroneggiare. Perfino il loop, la potente gabbia spazio-temporale che ci tiene prigionieri, diventa una risorsa consumabile che i giocatori possono estendere raccogliendo artefatti specifici. Questi oggetti, chiamati echi, sono particolari consumabili trovati esplorando i diversi biomi e possono essere usati a discrezione del giocatore per sbloccare porte, curarsi, scambiare oggetti e facilitare la progressione del nostro Weaver.

Echo Weaver

Tuttavia, il concetto di tempo in Echo Weaver non è affatto semplice da comprendere, né la sua gestione è una meccanica banale da padroneggiare. Nel gioco, il tempo scorre inesorabile e a un ritmo sorprendentemente veloce – come si può notare dallo screenshot qui sopra, la barra della vita non è l’unica a consumarsi gradualmente fino a esaurirsi. Perciò, correre freneticamente da una parte all’altra della mappa per raggiungere un punto di salvataggio non vi sarà di alcun aiuto. Dovrete abbandonare l’idea del tempo come un flusso inarrestabile di eventi e adottare un approccio diverso: riplasmare la sequenza temporale e padroneggiare il ciclo sfruttando i segreti.

Ma quali sono questi segreti? Beh, perché gli sviluppatori dovrebbero rivelarceli? Se è un segreto, dovrebbe rimanere tale, giusto? Scherzi a parte, si tratta di risorse che scopriremo gradualmente esplorando il mondo di Provenance. Manufatti che ci aiuteranno a comprendere come rompere il loop e, a quanto pare, fungeranno anche da nostro equipaggiamento. Inoltre, stando a quanto comunicato dagli sviluppatori, non ci saranno miglioramenti o abilità da sbloccare (neanche degli alberi delle abilità?), e forse nemmeno un vero e proprio sistema di potenziamento del personaggio, ma solo segreti che ci permetteranno di fare tutto quando, dove e come vogliamo. L’unico ostacolo sarà capire come funzionano e come sfruttarli a nostro vantaggio – una sfida niente affatto semplice, direte voi.

Un altro strumento particolarmente utile che però rimane ancora prevalentemente avvolto nel mistero è l’arma principale brandita dal protagonista: una speciale arma da lancio a tre punte, che potrebbe ricordarvi vagamente uno shuriken. Quest’arma non si limiterà a svolgere il semplice ruolo di arma da combattimento, ma fungerà anche da interessante strumento di teletrasporto che vi consentirà di materializzarvi istantaneamente dall’altra parte della mappa, a seconda del punto in cui l’arma si fermerà dopo essere stata lanciata. Potrebbe essere un altro asso nella manica per facilitare la rottura del ciclo? Non ci resta che attendere per scoprirlo!

Echo Weaver ha già una data di uscita?

Echo Weaver non ha ancora una data di uscita né una finestra di lancio prevista. Il progetto è stato annunciato di recente, ragion per cui ci vorrà del tempo prima che i ragazzi di Moonlight Kids rivelino ulteriori dettagli sul gioco o un’ipotetica data di lancio.

Stando alle informazioni reperibili sul sito ufficiale degli sviluppatori, il gioco è atteso prossimamente su PC, Xbox Series X/S e Xbox One. Al momento, non ci sono notizie riguardanti un possibile rilascio per le versioni Nintendo Switch, PlayStation 5 e PlayStation 4. Tuttavia, gli sviluppatori non hanno confermato né smentito l’eventualità di un lancio su queste piattaforme.

Gli sviluppatori non hanno svelato molte altre informazioni sul progetto oltre a quelle già divulgate, quindi non ci resta che attendere per saperne di più.

Nell’attesa, vi suggeriamo di dare un’occhiata alla pagina X di Moonlight Kids per rimanere aggiornati su annunci e ulteriori dettagli su Echo Weaver, e non dimenticate di aggiungere il gioco alla vostra lista dei desideri su Steam.

Per oggi è tutto. Alla prossima!

Cresciuto con MediEvil e DOOM e affascinato dal mondo videoludico dal 1998. Questa passione nasce dalla voglia di scoprire e ricercare il videogioco a 360 gradi, con particolare attenzione al panorama Indie.