Quando la corruzione è potere, e la redenzione passa attraverso il dolore.

Thymesia - Announcement Trailer

Thymesia si presenta come un action-RPG dark-fantasy con forti richiami al genere soulslike, ma con un’impronta originale che lo distingue dalla massa di titoli ispirati a Dark Souls. La sua premessa è immediatamente riconoscibile: il giocatore viene immerso in un mondo decadente, corrotto da una misteriosa malattia che ha trasformato la popolazione e il paesaggio stesso in qualcosa di ostile e pericoloso. L’ambientazione è cupa e tetra, dominata da castelli in rovina, città maledette e creature mutate, tutte progettate per evocare un senso di angoscia e tensione costante.

Il gioco si concentra su tre elementi principali: combattimento strategico, esplorazione di ambienti intricati e progressione del personaggio attraverso potenziamenti e abilità uniche. La sua struttura non punta a una narrazione lineare e dialoghi estesi, ma a un approccio più atmosferico, in cui la storia emerge gradualmente dagli ambienti, dalle creature e dagli indizi sparsi nel mondo di gioco. Questa scelta narrativa rafforza l’esperienza immersiva, rendendo ogni scoperta significativa e ricompensando l’osservazione attenta.

Dal punto di vista ludico, il cuore di Thymesia è il combat system, basato su schivate precise, attacchi combinati e uso strategico di abilità speciali. L’obiettivo non è soltanto sconfiggere i nemici, ma studiarne i pattern, gestire risorse limitate e sfruttare le debolezze attraverso un approccio metodico. Ciò genera un’esperienza di sfida intensa, capace di gratificare il giocatore quando riesce a superare ostacoli particolarmente difficili o a prevalere su un boss complesso.

Il titolo è sviluppato da OverBorder Studio, un piccolo team indipendente con sede a Taiwan, e pubblicato da Team17, noto per il suo sostegno a produzioni indipendenti e creative. La collaborazione tra uno studio di nicchia e un publisher affermato permette a Thymesia di offrire contenuti originali pur garantendo una distribuzione globale e supporto tecnico per più piattaforme. Il gioco è stato rilasciato nel 2022 su PC (Steam) e sulle console PlayStation 5 e Xbox Series X|S, sfruttando appieno le capacità tecniche delle piattaforme next-gen per illuminazioni, effetti particellari e design delle creature.

Uno degli aspetti più interessanti di Thymesia è la sua identità unica nel panorama soulslike: pur muovendosi in un genere già consolidato, riesce a distinguersi per la combinazione di atmosfera dark, combat system rapido e personalizzazione delle abilità tramite il sistema di “corruzione”, che lega poteri offensivi e difensivi alla gestione del rischio. Questa particolarità dà al gioco un carattere proprio e un approccio tattico più dinamico rispetto ad altri titoli simili.

Quando parliamo di Thymesia, intendiamo un’esperienza intensa, oscura e coinvolgente, rivolta a un pubblico amante della sfida, dell’esplorazione di mondi decadenti e della scoperta graduale della lore. La sua identità visiva e ludica, pur in un contesto di budget ridotto rispetto ai grandi titoli AAA, è sufficientemente distintiva da renderlo un progetto originale e degno di attenzione.

OverBorder Studio

Lo studio responsabile dello sviluppo è OverBorder Studio, una piccola realtà indipendente con sede a Taiwan. Pur essendo uno studio giovane e di dimensioni ridotte, il team ha alle spalle esperienze maturate in progetti videoludici diversi, con competenze in design di combattimento, narrazione emergente e grafica 3D. La scelta di creare un action-RPG soulslike dark-fantasy dimostra la volontà del team di confrontarsi con un genere impegnativo, molto apprezzato ma estremamente competitivo, e di provare a portare un approccio personale all’interno di formule già consolidate. Essendo un team relativamente piccolo, OverBorder Studio ha dovuto prendere decisioni oculate sia sul piano tecnico che artistico. La priorità è stata data alla coerenza visiva e all’immersività: ogni ambiente, nemico e boss è progettato per raccontare una storia, comunicare pericoli e suscitare emozioni, più che raggiungere fotorealismo assoluto. Questa scelta stilistica riflette anche un approccio pragmatico alle risorse disponibili: concentrarsi su atmosfera e identità permette di compensare il budget limitato rispetto ai grandi titoli AAA.

L’editore è invece Team17, noto per il supporto a produzioni indipendenti e creative, che ha un’esperienza consolidata nel portare sul mercato giochi che, pur con team piccoli, mostrano idee innovative e potenzialità artistiche significative. La collaborazione ha permesso a Thymesia di accedere a distribuzione globale, promozione internazionale e supporto tecnico, senza compromettere l’identità del progetto.

Un aspetto interessante riguarda la filosofia di sviluppo: OverBorder Studio ha puntato a creare un’esperienza coerente e intensa, sacrificando elementi opzionali che avrebbero potuto complicare la produzione o diluire l’identità del gioco. Team17 ha sostenuto questa visione, confermando il ruolo dell’editore non solo come distributore, ma come partner creativo e strategico. Questa sinergia ha permesso di ottenere un prodotto con una forte personalità e uno stile riconoscibile, nato dalla collaborazione tra un piccolo studio indipendente guidato dalla passione e dall’ambizione, e un editore capace di valorizzare progetti originali. Questa combinazione spiega gran parte delle scelte tecniche, narrative e artistiche del gioco: un gameplay impegnativo, un world building coerente e disturbante, e un design estetico audace che mira a lasciare il segno nel genere dark-fantasy soulslike.

Un corvo nell’oscurità

La trama di Thymesia si tesse all’interno di un universo oscuro e decadente, in cui l’umanità è minacciata da una malattia misteriosa che ha corrotto popolazioni e territori, trasformando il mondo in un luogo ostile e letale. Il giocatore veste i panni di Corvus, un protagonista muto e privo di memoria chiave, il cui obiettivo principale è sopravvivere e scoprire le cause di un’epidemia devastante che ha sconvolto l’Ordine di cui faceva parte e il regno stesso in cui vive.

La narrazione è volutamente frammentaria: piuttosto che affidarsi a lunghi dialoghi o cutscene, Thymesia preferisce raccontare la storia attraverso ambienti, indizi sparsi, documenti e interazioni limitate. Il giocatore deve interpretare ciò che vede e dedurre la trama da segnali visivi e sonori, un approccio che aumenta il senso di mistero e contribuisce a creare un’atmosfera di isolamento e paranoia. Questa scelta narrativa pone l’accento sull’esperienza personale del giocatore e sulla scoperta graduale del mondo, privilegiando l’immersività rispetto alla linearità della storia.

L’ambientazione principale, il regno caduto in rovina, riflette la contaminazione della malattia e delle forze oscure che hanno preso il sopravvento. Castelli corrotti, strade deserte, laboratori scientifici abbandonati e foreste contaminate raccontano da sé il degrado morale e fisico della società, senza bisogno di spiegazioni esplicite. Il protagonista, senza memoria, e privato di contatti umani significativi, deve fare affidamento esclusivamente sulle proprie abilità e sul recupero graduale dei ricordi e delle informazioni lasciate dai pochi sopravvissuti o dai nemici stessi.

I principali antagonisti non sono solo creature mostruose, ma anche le conseguenze della corruzione e della malattia, che si manifestano in boss e nemici unici, ciascuno con una propria storia implicita e simbolica. Nemici, questi, che incarnano il concetto di corruzione fisica e morale, rappresentando le conseguenze estreme dell’epidemia che ha colpito il regno. Ogni incontro con un boss non è solo uno scontro di abilità, ma un evento narrativo che permette al giocatore di comprendere meglio l’impatto della malattia sull’universo di gioco.

Un tema centrale è quello della memoria e dell’identità. Corvus è un personaggio che ha perso i ricordi chiave della propria esistenza, e la sua ricerca della verità è anche una ricerca interiore, una ricostruzione della propria identità attraverso prove, combattimenti e frammenti di informazioni. Questo elemento aggiunge profondità alla trama, conferendo alla progressione del gioco una dimensione più personale, che si intreccia con la sfida costante rappresentata dai nemici e dall’ambiente stesso.

Thymesia mira a creare un’esperienza immersiva e perturbante, in cui il senso di mistero, il pericolo costante e la decadenza morale e fisica del mondo contribuiscono a costruire un contesto narrativo coerente con la difficoltà e l’atmosfera del gameplay. La narrazione frammentaria e la scelta di un protagonista enigmatico rafforzano l’idea di un universo oscuro, dove la sopravvivenza e la scoperta diventano elementi centrali dell’esperienza di gioco.

Tanti temi intrecciati

La narrativa di Thymesia si distingue per il modo in cui intreccia dark fantasy, horror e dramma personale all’interno di un contesto soulslike. Pur non offrendo dialoghi estesi o personaggi secondari sviluppati, il gioco comunica la sua storia e i suoi temi attraverso l’ambiente, le creature e la progressione del protagonista. Questo approccio minimalista permette di concentrare l’attenzione su atmosfere e simbolismi, creando un’esperienza narrativa densa ma non invadente.

Uno dei temi principali è la corruzione, declinata in più dimensioni. Da un lato, vi è la malattia che ha devastato il regno, trasformando gli esseri umani e la fauna in creature mostruose; dall’altro, la corruzione morale e politica della società, evidenziata dal crollo dell’ordine e dal tradimento dei valori che un tempo regolavano il regno. Ogni boss e nemico affrontato diventa un simbolo di questa contaminazione, incarnando in forma visibile ciò che la malattia e la corruzione hanno fatto alla vita e alla civiltà.

Il tema della memoria e dell’identità è centrale nella storia di Corvus. La perdita dei ricordi non è solo un espediente narrativo, ma un elemento tematico che riflette sulla fragilità dell’individuo di fronte alla decadenza del mondo. Ogni frammento di ricordo recuperato, ogni scoperta su ciò che è accaduto al regno, consente al protagonista di ricostruire un senso di sé e del proprio scopo. In questo modo, il gioco trasforma il concetto di esplorazione in un percorso di scoperta personale, dove la progressione ludica coincide con la crescita narrativa del personaggio.

Altro tema significativo è il sacrificio e la sopravvivenza. Il mondo di Thymesia è ostile e punitivo: la morte è frequente e le risorse scarseggiano, imponendo al giocatore un approccio cauto e strategico. Questa difficoltà costante rafforza il senso di tensione e la percezione che ogni passo abbia un peso, che ogni decisione sia significativa. In questo contesto, la sopravvivenza diventa un tema narrativo concreto, poiché il giocatore sperimenta in prima persona la precarietà della vita in un mondo corrotto e pericoloso.

La violenza e il corpo sono ulteriori filoni tematici rilevanti. Le mutazioni fisiche delle creature, la brutalità dei combattimenti e l’uso di armi organiche o impure creano un legame tra gameplay e narrazione: la sofferenza, la deformazione e la corruzione diventano elementi visibili e tangibili, che comunicano i concetti chiave della trama senza necessità di spiegazioni verbali. Questa coerenza tra meccaniche e tema rafforza l’identità del gioco e l’impatto emotivo sull’esperienza del giocatore.

Infine, il tema della solitudine e dell’isolamento permea ogni fase del gioco. Corvus è spesso l’unico essere umano in un mondo devastato, confrontato costantemente con nemici superiori per forza e numero. La narrativa sfrutta questa solitudine per aumentare la tensione e il coinvolgimento, facendo percepire al giocatore la vulnerabilità e la responsabilità del proprio percorso.

Tecnica convincente

Il comparto tecnico e l’art design di Thymesia rappresentano uno dei punti più convincenti del gioco, contribuendo in maniera determinante a costruire un universo dark-fantasy credibile e immersivo. Lo studio OverBorder ha scelto di sviluppare il titolo utilizzando l’Unreal Engine, un motore grafico versatile che permette di ottenere effetti luminosi e particellari di alto livello, creando ambienti ricchi di dettagli, illuminazioni atmosferiche sofisticate e creature visivamente distintive, garantendo al contempo fluidità e stabilità su piattaforme next-gen. Gli ambienti sono pensati per evocare una sensazione di decadenza, malattia e pericolo costante: castelli fatiscenti, laboratori contaminati, città deserte e foreste corrotte compongono un mondo visivamente coerente, dove ogni area comunica il passato oscuro del regno e l’effetto della malattia sulla vita. L’uso dei colori è strategico: tonalità fredde, grigi e verdi acidi prevalgono, mentre accenti rossi o gialli vengono utilizzati per indicare pericoli o focalizzare l’attenzione su elementi importanti. Questa palette cromatica contribuisce in maniera significativa a trasmettere tensione e inquietudine.

Le creature nemiche sono progettate con attenzione ai dettagli, combinando elementi biologici, deformazioni e riferimenti all’horror corporeo. Ogni nemico ha una silhouette riconoscibile, pattern di movimento unici e design coerente con l’atmosfera generale del gioco. I boss, in particolare, rappresentano il culmine del design visivo: enormi, deformi, spaventosi e carichi di dettagli, risultano immediatamente iconici. L’aspetto grafico di questi avversari serve non solo a stupire, ma anche a comunicare pericoli e strategie di combattimento: le forme e le animazioni anticipano spesso le loro mosse più pericolose.

Il protagonista, Corvus, presenta un design che riflette la dualità tra l’umano e l’alterato: equipaggiamento oscuro, armatura dettagliata e l’uso di armi organiche e corrotte che integrano estetica e gameplay. Le animazioni dei movimenti del personaggio, delle schivate e degli attacchi sono fluide, con una particolare attenzione al feedback visivo che permette al giocatore di comprendere in maniera chiara le proprie azioni e quelle del nemico.

Dal punto di vista tecnico, Thymesia mostra anche alcune limitazioni. Nonostante l’Unreal Engine consenta ottime prestazioni, talvolta si notano texture meno definite a distanza, luci leggermente statiche in alcune aree e un uso delle ambientazioni ricorrente che può ridurre la varietà visiva percepita. Tuttavia, queste limitazioni non compromettono significativamente l’esperienza complessiva, poiché la coerenza stilistica e la forza dell’atmosfera compensano abbondantemente le carenze tecniche.

Sonoro distintivo

Il sound design di Thymesia gioca un ruolo fondamentale nel definire l’atmosfera del gioco, rafforzando l’esperienza dark-fantasy e accentuando la tensione costante che caratterizza il gameplay. La componente audio non si limita a supportare la grafica, ma diventa un vero e proprio strumento narrativo, capace di comunicare informazioni sui nemici, anticipare pericoli e sottolineare i momenti chiave della storia. La colonna sonora è composta da tracce che oscillano tra suoni ambientali, toni cupi e orchestrazioni scarne ma evocative. La musica, spesso minimale, non invade mai la scena, ma accompagna le esplorazioni e gli scontri, aumentando progressivamente la tensione. Nei combattimenti contro i boss, la colonna sonora assume picchi più intensi, enfatizzando la drammaticità della sfida e rendendo ogni incontro memorabile. L’assenza di melodie eccessive contribuisce a mantenere costante la sensazione di oppressione e pericolo, rivelandosi una scelta giusta.

Gli effetti sonori ambientali sono tra i punti di forza del gioco. Passi sulle superfici metalliche, scricchiolii delle strutture fatiscenti, vento, gocce d’acqua e sibili inquietanti nelle aree contaminate rendono il mondo di gioco vivo e minaccioso, creando un senso di immersione che aiuta il giocatore a percepire la distanza e la direzione dei pericoli, aumentando la tensione e la necessità di attenzione costante.

Il sound design dei nemici è altrettanto curato. Ogni creatura emette versi distintivi che ne comunicano la presenza e, spesso, le intenzioni. I boss, in particolare, sono accompagnati da suoni profondi e deformati che anticipano i loro attacchi più pericolosi, fornendo indizi uditivi cruciali per sopravvivere. La componente audio diventa quindi un elemento strategico, integrato nel gameplay in modo funzionale e immersivo.

Anche il doppiaggio è ben riuscito: il protagonista Corvus non parla, ma le voci dei pochi NPC o degli antagonisti principali aggiungono profondità narrativa senza appesantire il ritmo del gioco. In particolare, i rumori di dolore, respiro o comunicazioni distorte contribuiscono a rendere credibile la sofferenza e la corruzione che permeano il mondo.

Dal punto di vista tecnico, il mixaggio audio è ben bilanciato. Effetti ambientali, colonna sonora e suoni dei nemici si integrano armonicamente, garantendo chiarezza e percezione spaziale. Tuttavia, qualche loop ripetitivo in ambienti più ampi può risultare monotono, ma questi momenti sono relativamente rari e non compromettono la tensione generale.

World avvincente, che integra il gameplay

Il world building e il gameplay di Thymesia rappresentano due aspetti profondamente interconnessi, capaci di definire l’esperienza del giocatore e di immergerlo in un universo oscuro, ostile e coerente dal punto di vista narrativo e meccanico. Corvus si trova in un regno decadente, contaminato da una malattia misteriosa che ha alterato sia gli esseri viventi sia gli ambienti. Ogni area esplorabile racconta una storia: castelli in rovina, foreste tossiche, laboratori scientifici abbandonati e città corrotte sono progettati per comunicare il degrado morale e fisico della società, la violenza della malattia e la desolazione del mondo.

L’attenzione al dettaglio ambientale permette di percepire la storia attraverso ciò che circonda il giocatore, senza dover fare affidamento su narrazione lineare o dialoghi estesi. La coerenza visiva e stilistica è notevole, perfettamente integrata a quanto appena detto: tonalità scure, luci soffuse, colori freddi e accenti rossi o gialli creano un’atmosfera cupa che trasmette pericolo e oppressione. Ogni nemico, ogni boss, ogni area è parte integrante del world building, e le scelte estetiche rafforzano la percezione di un mondo vivo, pur disturbato e ostile. L’ambientazione comunica tensione costante, isolamento e minaccia, elementi centrali nell’esperienza globale del gioco.

Il gameplay di Thymesia si fonda su meccaniche tipiche dei soulslike, ma con alcune innovazioni che lo rendono distintivo. Il combat system è rapido e strategico: attacchi combinati, schivate precise, parate e l’uso di abilità speciali basate sulla gestione della “corruzione” sono elementi centrali. La meccanica della corruzione lega i poteri offensivi e difensivi all’energia del protagonista, costringendo il giocatore a valutare il rischio prima di usare abilità potenti.

Il titolo offre una varietà di nemici che richiede osservazione, memoria dei pattern e approccio tattico. Ogni creatura, dai minion ai boss, ha attacchi distintivi e schemi di movimento coerenti con il design visivo, consentendo al giocatore di anticipare i comportamenti più pericolosi e pianificare le strategie di combattimento. Le boss fight, in particolare, rappresentano l’apice del gameplay, richiedendo abilità, gestione delle risorse e conoscenza dei pattern nemici per poter essere superate con successo.

Il crafting e il potenziamento costituiscono un ulteriore elemento di profondità. Attraverso la raccolta di materiali e l’uso di cristalli o frammenti, il giocatore può migliorare armi, armature e abilità, personalizzando lo stile di gioco in base alle proprie preferenze. Questo sistema non solo aumenta la longevità, ma rende la progressione più gratificante, in quanto ogni scontro diventa un’opportunità per affinare il proprio equipaggiamento e testare nuove strategie.

Il level design è costruito per alternare momenti di esplorazione a sfide impegnative. Aree più ampie consentono di osservare l’ambiente e preparare tattiche, mentre corridoi stretti o sezioni contaminate aumentano la tensione e il rischio. Il ritmo di gioco è calibrato per mantenere la suspense costante, bilanciando momenti di calma apparente con picchi di difficoltà improvvisi, tipici dei boss fight o degli incontri con nemici speciali.

In Thymesia insomma, world building e gameplay non sono elementi separati, ma interagiscono costantemente. La progettazione delle ambientazioni, la varietà dei nemici e l’uso strategico delle abilità creano un’esperienza coerente e immersiva. Ogni passo, ogni combattimento e ogni scelta di potenziamento sono funzionali alla costruzione di un mondo vivo, ostile e coerente con la narrativa. La sinergia tra esplorazione, combattimento e scoperta rende il mondo di gioco un luogo unico, dove la difficoltà non è fine a sé stessa, ma parte integrante dell’identità del titolo.

Convincente

L’analisi critica di Thymesia richiede un bilanciamento tra gli aspetti di forza e le aree in cui il gioco mostra limiti evidenti, considerando sia le scelte creative sia quelle tecniche. Nel complesso, il titolo riesce a distinguersi nel panorama dei soulslike grazie a una forte identità visiva, meccaniche originali e un world building coerente, pur pagando il prezzo di alcune imperfezioni tipiche di produzioni indipendenti.

Uno degli elementi più convincenti è senza dubbio l’atmosfera. Il mondo di Corvus è oscuro, pericoloso e coerente, dove la malattia, la corruzione e il degrado sono percepibili in ogni dettaglio ambientale e in ogni nemico incontrato. La coerenza visiva, il design delle creature e l’uso dei colori e delle luci creano un senso di oppressione costante, rafforzato da un sound design efficace e immersivo. Anche il combat system rappresenta un punto di forza notevole. L’introduzione della meccanica della corruzione, che lega l’uso delle abilità alla gestione delle risorse, aggiunge profondità strategica e differenzia il titolo da altri giochi del genere. La varietà di attacchi, schivate e potenziamenti consente al giocatore di sperimentare diversi stili di combattimento, rendendo le sfide più gratificanti e personalizzabili.

Positivo è anche il design dei nemici e dei boss. Creature uniche e dettagliate, con pattern di attacco riconoscibili e coerenti con il loro aspetto, trasformano ogni scontro in un evento significativo. La difficoltà, se affrontata con attenzione e strategia, restituisce una sensazione di soddisfazione intensa e di crescita personale del giocatore.

Infine, il world building e la narrativa ambientale contribuiscono a dare spessore all’esperienza. L’uso di ambienti, indizi sparsi e dettagli visivi per raccontare la storia crea immersione e senso di scoperta, rendendo il giocatore parte integrante della ricostruzione narrativa.

Non mancano, tuttavia, alcune criticità. Dal punto di vista tecnico, pur utilizzando l’Unreal Engine, si notano texture meno definite a distanza, alcune animazioni rigide e occasionali cali di frame rate, soprattutto nelle aree più complesse o durante gli scontri più intensi. Questi elementi, seppur limitati, possono incidere sulla fluidità e sulla precisione richiesta dal combat system. Il level design, sebbene coerente e funzionale, tende a essere lineare in alcune aree, riducendo la varietà visiva e l’esplorazione. Alcune sezioni possono apparire ripetitive, e la sensazione di scoperta si attenua dopo le prime ore di gioco.

Per quanto riguarda la narrativa, l’approccio frammentario funziona dal punto di vista immersivo, ma rischia di risultare troppo criptico per chi cerca una trama chiara o personaggi più memorabili. La storia di Corvus e del regno, sebbene suggestiva, non sempre riesce a coinvolgere emotivamente il giocatore a lungo termine. Infine, la difficoltà e la gestione della corruzione possono essere ostiche per i giocatori meno esperti. L’assenza di opzioni di accessibilità o modalità più permissive riduce la fruibilità del gioco a un pubblico più vasto, rendendolo un’esperienza rivolta principalmente agli appassionati del genere soulslike.

In conclusione, il gioco è consigliato a chi cerca sfida, tensione e immersione in un mondo oscuro, e premia la pazienza e l’attenzione del giocatore con momenti memorabili e soddisfacenti.

Thymesia

“Dopo aver analizzato a fondo Thymesia, la nostra valutazione sottolinea quanto questo titolo rappresenti un’esperienza intensa, affascinante e impegnativa, capace di lasciare un’impressione duratura nel giocatore. Ciò che colpisce maggiormente è la capacità dello studio OverBorder di creare un mondo coerente, cupo e inquietante, che comunica molto della sua storia e del suo contesto attraverso l’ambiente e le creature, più che con dialoghi o spiegazioni verbali. Abbiamo apprezzato molto il combat system, che combina rapidità, strategia e gestione delle risorse in modo originale. La meccanica della corruzione, che costringe a ponderare l’uso delle abilità offensive e difensive, aggiunge profondità tattica e rende ogni incontro significativo. Le boss fight, in particolare, offrono momenti di grande tensione e soddisfazione quando vengono superate con successo, trasmettendo un senso di conquista che pochi altri titoli riescono a restituire in modo così intenso. Dal punto di vista estetico e sonoro, Thymesia ci ha colpito per l’atmosfera immersiva. Gli scenari decadenti, le luci cupe, le creature deformi e i dettagli ambientali contribuiscono a creare un universo vivo e minaccioso, mentre il sound design e la colonna sonora enfatizzano costantemente la tensione e il pericolo. In questo senso, il gioco ci ha trasmesso emozioni forti e un senso di urgenza che accompagna ogni fase dell’avventura. Riconosciamo senz’altro alcune criticità tecniche, come texture meno definite o animazioni rigide, insieme a una narrativa frammentaria e a un level design a tratti lineare, che riducono la varietà dell’esperienza. Inoltre, la difficoltà elevata e la gestione della corruzione possono risultare frustranti per chi non è già avvezzo al genere soulslike. Tuttavia, riteniamo che questi aspetti siano compensati dalla coerenza dell’universo di gioco e dalla profondità del combat system, e quindi non ne compromettono per nulla l’esperienza. Personalmente poi, Thymesia è un titolo che mi ha trasmesso coinvolgimento, tensione e soddisfazione. La sensazione di esplorare un mondo ostile, di imparare dai propri errori e di superare sfide impegnative crea un legame emotivo con il gioco, rendendo ogni vittoria significativa. È un’esperienza che richiede pazienza, attenzione e dedizione, ma che ripaga con momenti memorabili e un senso di immersione difficile da trovare in titoli più convenzionali. Per quanto detto, considero Thymesia un gioco imperfetto ma riuscito, capace di offrire un’esperienza dark-fantasy intensa e originale, con un world building, un combat system e un sound design di ottimo livello. La sua identità forte e coerente lo rende consigliabile soprattutto a giocatori appassionati di sfide impegnative e atmosfere cupe, che cercano un’avventura intensa e gratificante, in grado di lasciare un segno duraturo.”

PRO

  • Atmosfera intensa e immersiva: scenari decadenti, creature deformi e world building coerente creano un universo cupo e convincente.
  • Combat system originale e strategico: la meccanica della corruzione aggiunge profondità tattica e rende ogni combattimento significativo.
  • Boss fight memorabili: sfide impegnative e ben progettate, con pattern riconoscibili e design impressionante.
  • Sound design efficace: suoni ambientali, versi dei nemici e colonna sonora minimalista aumentano tensione e immersione.
  • Identità distintiva: pur appartenendo al genere soulslike, il gioco sviluppa un proprio stile unico e coerente.
  • Progressione personalizzabile: potenziamento di armi e abilità tramite crafting e gestione delle risorse, che aggiungono quel tocco in più all’esperienza.

CON

  • Limiti tecnici saltuari, con texture meno definite, animazioni talvolta rigide e cali di frame rate in alcune aree complesse.
  • Level design lineare in alcune sezioni, che riduce la varietà e il senso di scoperta in alcuni momenti del gioco.
  • Narrazione frammentaria: la storia criptica e i pochi dialoghi possono risultare poco coinvolgenti per alcuni giocatori.
  • Ripetitività in alcuni nemici minori: i pattern ripetitivi possono diminuire la tensione nelle fasi di esplorazione secondaria.
SCORE: 7

7/10

From the moment I first held an NES controller, followed by the N64, my passion for video games began. However, it was during the '90s, with the release of the PlayStation, that my love for the medium truly flourished. While my heart beats for the horror genre in all its variations, I approach every video game as an immersive world to lose myself in—much like a captivating book I long to read cover to cover, or a dream I never wish to wake from.