Quando il dolore è così forte, da sfidare il destino e la morte.
In Tales of Kenzera: ZAU, action-adventure in 2.5D, che fonde platform con elementi metroidvania, esploreremo i profondi e toccanti temi della morte, sofferenza e lutto, che porteranno Zau, giovane sciamano in cerca di redenzione, a una crescita personale e spirituale. Disponibile su console e PC dal 23 aprile 2024, ci regala quindici, ma anche venti ore di pura emozione.

Esordio vincente
Tales of Kenzera: ZAU è il progetto d’esordio di Surgent Studios, casa indipendente fondata nel 2020 da Abubakar Salim, già apparso sugli schermi per il suo ruolo in Assassin’s Creed Origins e House of the Dragon. Il gioco è stato sviluppato, dopo difficoltà e ostacoli iniziali, con il supporto di EA Originals, l’etichetta di Electronic Arts che ha deciso di dedicarsi al lancio di titoli indie. Lo sviluppo di questa idea è stato fortemente influenzato dalle esperienze personali di Salim e dalla sua connessione con la cultura Bantu durante le riprese di Raised by Wolves in Sud Africa, che hanno avuto un imprinting determinante nel suo animo.


Sapore d’Africa all’ennesima potenza
Surgent Studios vuole esordire in maniera differente, per imprimersi nella mente del giocatore, portando qualcosa di innovativo. Così Salim decide di portare in auge la cultura Bantu, e quell’insieme di tradizioni, lingue e spiritualità condivise da circa 400 gruppi etnici africani, dalla Nigeria meridionale, fino al nord del Sud Africa. La lingua, magistralmente interpretata, sarà il Kiswahili, attraverso cui toccheremo con mano la forte spiritualità di questi popoli millenari, l’importanza delle divinità della natura, e dello sciamano, connessione tra il mondo dei vivi, e quello dei morti.
Al cuor non si comanda
Il protagonista, Zau, è un giovane sciamano che intraprende un viaggio per riportare in vita suo padre. Evoca allora lo spirito di Kalunga, Dio della morte stipulando un patto con lui, al compimento del quale potrà riavere indietro il suo amato ‘baba’. Per riuscirci, Zau dovrà affrontare sfide spirituali e fisiche, che lo porteranno al cospetto di tre divinità della natura, dalle quali raccoglierne le anime perdute. La storia è ispirata all’esperienza personale di Salim con il lutto e la perdita, offrendo una narrazione intima e toccante, che emozionerebbe anche un cuore di pietra.

Una storia profonda
Un lavoro che si distingue per la sua profondità emotiva. Il gioco affronta il processo di elaborazione del lutto attraverso le fasi di disperazione, rabbia e accettazione, permettendo ai giocatori di immedesimarsi nel protagonista. Chi ha sperimentato questo dolore, si riconoscerà in Zau, distrutto dalla cecità di non voler affrontare un destino inevitabile, immutabile, già scritto. Il tutto condito da dialoghi evocativi e una trama che esplora temi universali come l’amore, la perdita e la speranza in modo intimo e personale, che mette a nudo il proprio ‘io’.
Esplosione visiva
Artisticamente, il gioco è un tripudio di colori, ispirato alla cultura Bantu, che si manifesta in ambientazioni che spaziano da villaggi desertici a palafitte in aree paludose e picchi montani, pregni di maschere caratteristiche del folklore africano, con il legno che la fa da padrone. Il world building è ricco di dettagli quindi, con una mappa, tipica del genere metroidvania, che ampliandosi man mano che si procede nel gioco sbloccando area su area, offrirà una panoramica del mondo di Kenzera.




Suggestivo e d’impatto
Il gioco presenta uno stile ‘cartoon’, sulla scia di Prince of Persia: The Lost Crown, con ambientazioni in 2.5D che il motore grafico Unreal Engine riesce a caratterizzare con sfondi precisi e colorati, per un’esperienza visiva di alta qualità. Anche dal punto di vista delle prestazioni, il gioco non viene meno, mantenendo i 60fps stabili, che scendono a 30 in modalità grafica, non compromettendone però il risultato finale.
L’Africa si ascolta
Nainita Desai compone la colonna sonora, che, grazie all’accompagnamento del coro Voquality e l’uso di strumenti tradizionali africani, riesce a regalarci la sensazione di vivere l’Africa anche nell’ascolto. Questa commistione di suoni elettronici e tradizionali non possono che arricchire con coerenza l’atmosfera del gioco.

Tradizioni nel gameplay
Il gameplay, fluido nella sua non completa linearità, si basa sul dualismo delle maschere del Sole e della Luna, eredità del padre, ognuna delle quali offre abilità distinte a Zau, che potrà alternare con sapienza ed efficacia, per affrontare nemici e risolvere enigmi ambientali. Il sistema di combattimento è semplice ma efficace, con l’uso di combo e un albero di abilità che potrà essere diramato man mano che si procede nell’avventura. Doppio salto e scatto aereo saranno invece abilità presenti già dall’inizio, innovazione rispetto al genere, e permetteranno al nostro personaggio di scalare i vari scenari, per raggiungere gli snodi principali. Non ci saranno difficoltà tali da bloccare il giocatore, restituendo quindi un senso di soddisfazione e continuità nel procedere.


Promosso
Con un voto di 76\100 su Metacritic, Tales of Kenzera: ZAU è stato generalmente accolto in modo positivo. Elogiato per la sua narrazione emotiva, la direzione artistica e la colonna sonora, seppur sottolineando la linearità del gameplay e la mancanza di varietà nei nemici. Ma è l’emozione che suscita nei giocatori, l’elemento distintivo e che maggiormente lo ha fatto apprezzare.
In conclusione…
A differenza di molti prodotti, che transitano anonimi nel nostro background videoludico, senza lasciarne più traccia postuma, Tales of Kenzera: ZAU imprimerà un marchio a fuoco dritto nel nostro cuore. A mio parere, la mente dietro al prodotto ha voluto sottolineare come la vita per alcuni possa essere davvero dura, difficile, presentando sfide che non tutti riusciranno ad affrontare. Nel farlo però, ci ricorda anche che la speranza è l’ultima a morire, e che frammenti di felicità e crescita, possono essere trovati anche laddove sembra impossibile. Il messaggio che Zau ci porta, è quello che racchiude il concetto di ‘crescere’: non possiamo illuderci che la vita sia tutta rose e fiori, perché anche la rosa più bella ha le sue spine, che possono devastarci. Non è facile accettare un destino crudele, ma è importante trovare la forza di reagire, di cogliere ciò che il dolore vuole insegnarci, ed andare avanti, raggiungendo una nuova forma, che porta le cicatrici di quella precedente, ma anche l’evoluzione di quella che verrà.

Tales of Kenzera: ZAU
PRO
- la narrazione offre spunti di una profondità emotiva che altri prodotti difficilmente riescono a raggiungere;
- direzione artistica ispirata, dettagliata e attenta nel partorire un prodotto di pregevole fattura;
- colonna sonora che riesce ad imprimersi nella nostra memoria anche successivamente;
- combat system, semplice ed efficace, che serve infine a permettere di godersi una storia tanto pregna di speranza quanto struggente a tratti.
CON
- linearità ed esplorazione ridotta, che potrebbero causare una sensazione di ripetitività;
- nemici in tipologia ristretta che si ripropongono.