Una visual novel con le palle d’acciaio (letteralmente)

Sviluppato dal collettivo francese Seed by Seed, Jump the Track è una visual novel dal cuore ribelle e lo spirito cazzaro, che mescola una satira sociale senza mezze misure a un’estetica pop-anime ultrastilizzata.

Il gioco combina elementi da visual novel con meccaniche arcade ispirate al pachinko, in un sistema in cui le biglie non solo decidono se sei bravo, ma influenzano anche chi sei: le tue performance sbloccano emozioni e, con esse, le opzioni narrative corrispondenti. Fierezza, diplomazia, seduzione, bugia: quattro modi di affrontare il mondo e te stesso, che plasmano Sam, il protagonista.

Pubblicato su Steam a fine maggio 2025, Jump the Track dura circa tre ore, ma potrebbe anche durare una vita intera, se ti fermi a riflettere su cosa ti sta raccontando.

Jump the Track

Sam, o dell’arte di restare a galla

Chi è Sam? È un ragazzino (forse maggiorenne da poco), con una coda di cavallo rossa, uno sguardo sempre mezzo ironico e un talento per la maglia. Sì, Sam si guadagna in parte da vivere vendendo online i suoi lavori a maglia. Vive con sua madre, Pat, una donna solare e stanca, che passa le giornate guidando un autobus e dorme sopra il volante. Letteralmente.

Jump the Track Sam

Lui vorrebbe aiutarla economicamente, ma Pat è orgogliosa e rivendica con forza la sua indipendenza, anche se è evidente che la fatica sta per schiacciarla.

Sam ha anche un amico d’infanzia, Axel, afrodiscendente, figura quasi fraterna. I due sono cresciuti assieme, tra videogiochi e sgridate da parte dei genitori di Axel. Ora, però, Axel lo guarda con crescente preoccupazione: Sam è impulsivo, immaturo, incasinato.

Il lavoro di Sam, infatti, non è propriamente regolare. Si arrangia come “scagnozzo” per Pierre, un uomo d’affari potente che governa l’isola con metodi mafiosi. Sam non è cattivo, anzi, è generoso e idealista, ma ha imparato a sopravvivere. E in quella sopravvivenza rientra anche fare il bucato per Pierre.

Un orsacchiotto dall’inferno

Tutto comincia da un errore: Sam brucia accidentalmente un orsacchiotto nell’asciugatrice. Ma non è un peluche qualsiasi. È un’edizione limitata, l’oggetto del cuore di Nina, la figlia viziatissima e adorabile (solo per Pierre) del suo boss.

Jump the Track Teddy Bear

Sam è nel panico. Pierre non è famoso per la clemenza – basti pensare a Max, ex dipendente ora su una sedia a rotelle per averlo “deluso”. Sam teme per la propria vita. Ma il caso vuole che Axel lo convinca a partecipare alla Tombola di quella sera. Il premio? Proprio lo stesso tipo di orsacchiotto.

La tombola è truccata, ovviamente. Ma Sam, ormai, non ha nulla da perdere.

Teddy Bear

Persone e maschere dell’isola

Nella sua corsa contro il tempo, Sam incontra una galleria di personaggi memorabili, tutti stilizzati magnificamente, con uno character design che valorizza la loro identità prima ancora delle parole. Ma sono i dialoghi a dare loro vera tridimensionalità.

Arthur, ad esempio, appare inizialmente come un paranoico che farnetica di complotti. In realtà è un ex idealista deluso, parte di un gruppo clandestino chiamato Underground, che sogna di abbattere le classi sociali e restituire la città alla gente.

Arthur

Arthur, con modi da santone e un pizzico di new age, legge nell’animo di Sam: lo definisce buono, ma ossessionato dal controllo, incapace di farsi aiutare. Gli mostra una visione – una certa Henriette, anziana giocatrice in un casinò, altro personaggio chiave e detonatore emotivo della storia.

Henriette

Sam trova rifugio anche da Osman, ristoratore arabo armato di kebab e lama letale. È un ex combattente, o almeno così sembra: disilluso, cinico, ma ancora disposto a lottare per un’idea.

Osman

A metterlo sulla strada di Osman è Jenny, meglio nota come Miss Beauty – un personaggio chiaramente ispirato alla modella canadese Winnie Harlow. Jenny è ambigua: compagna ufficiale di Pierre, ma anche simpatizzante dell’Underground. Vive in bilico tra due mondi.

Jenny

Traderbots e l’assurdo come verità

Tra le scene più surreali e potenti c’è quella ambientata nella Borsa. Sam, ancora in cerca dei biglietti vincenti, entra in un edificio imponente, solo per scoprire che i mercati finanziari sono gestiti da robot senzienti. I Traderbots, come li chiamano tutti. Ma loro stessi preferiscono un altro nome:

“Ci chiamiamo die Überlegene Berechnungsmaschinen.”

Macchine di calcolo superiori. Vestono come bancari d’epoca, parlano con affettazione e si considerano i pastori del libero mercato:

“In un mondo regolato da un’economia non regolamentata, servono dei pastori che si prendano cura dei mercati.”

Il paradosso è servito. Sam commenta, con la giusta dose di veleno:

“Immagino che costruire robot senzienti costasse meno che porre fine al capitalismo.”

I robot citano nomi altisonanti di multinazionali – Dalembert, Zenodoros, BATIBRUT – e poi, quasi commossi, raccontano di come alcuni loro simili abbiano trovato sollievo in oggetti inanimati e abbiano abbandonato l’Exchange. Un piccolo squarcio di umanità, o di follia.

Jump the Track Traderbots

Tombola, truffa e rivoluzione

Il piano di Sam fallisce. Non vince il peluche, ma scopre qualcosa di più grande: la tombola è uno scam, l’ennesima truffa orchestrata dai potenti per intrattenere i poveri. Intanto, Pierre lo affronta.

Ma non è l’orsetto il problema. Pierre è geloso. È convinto che Sam stia cercando di sedurre Jenny. Da “padrino” ferito nell’orgoglio, tenta di ucciderlo.

Sam Jump the Track

A salvarlo sono Osman e Arthur, grazie all’intervento provvidenziale di Axel. È il momento della svolta. La città insorge, i cittadini si uniscono, le maschere cadono.

Jump the Track Rivolta

La diga, la Pozza e la memoria

L’isola è divisa da un’enorme diga che ha allagato la zona chiamata la Maud – un tempo popolosa, ora dimenticata. Sam aveva vissuto lì, con sua madre, prima di perdere tutto. È un trauma mai elaborato, ma che riaffiora con violenza.

Osman propone un’azione finale: distruggere la diga per liberare l’acqua e restituire la Maud alla gente. Serve dinamite, serve coraggio, e serve una decisione.

Sam è pronto alla vendetta. Ma proprio Axel lo affronta, lo rimette in discussione. I due litigano, si feriscono, ma poi si riconciliano. È uno dei momenti più toccanti del gioco.

La lezione è chiara: non si cambia il mondo da soli. E non si guarisce dalla rabbia senza riconoscere l’amore.

Jump the Track Amicizia

Patchwork di emozioni (e di gameplay)

Il gameplay di Jump the Track è semplice ma brillante: a ogni bivio emotivo, una partita di pachinko decide cosa puoi o non puoi dire. La combinazione tra abilità, fortuna e strategia influenza l’evoluzione della storia.

Durante le partite di pachinko, Sam non gioca solo per vincere biglietti: gioca per definire chi è. Ogni sfida sblocca una delle quattro modalità espressive disponibili nei dialoghi: grinta, diplomazia, seduzione e bugia. A seconda di come ti muovi sulla plancia, potrai scegliere approcci diversi, più o meno diretti, più o meno manipolatori. Questo sistema riflette il modo in cui Sam costruisce la propria identità emotiva, scena dopo scena.

Ogni personaggio che incontri sblocca una mossa speciale, utile per ottenere più biglietti o influenzare i risultati delle giocate. La mia preferita? Quella di Osman, che è un vero colpo da maestro.

Se fallisci, il gioco non ti punisce. Ma non puoi tornare indietro. Le scelte si accumulano, le conseguenze pure. È un sistema che rispecchia bene la tematica centrale: la perdita di controllo in un mondo caotico.

Conclusioni – Ridere, resistere, ricucire

Jump the Track è una commedia esistenziale travestita da visual novel. È satira, è critica sociale, è anche una carezza a chi cerca un po’ di giustizia. L’aspetto grafico è strabiliante, la scrittura tagliente e sincera, i personaggi memorabili.

Il gioco non pretende neutralità, anzi: prende posizione, urla il suo dissenso, e lo fa con stile. Non è perfetto – il gameplay può sembrare caotico, le scelte a volte arbitrarie – ma è vivo. E in questo panorama videoludico, non è poco.

In fondo, è la storia di un ragazzino che lavora a maglia, brucia un orsacchiotto e finisce a guidare una rivoluzione. Ditemi se non è la miglior metafora del 2025.

Jump the Track

Se volete saperne di più:

Jump the Track su Steam

Jump the Track

“Jump the Track è una visual novel caustica, stilosa e sorprendentemente profonda, che mescola satira sociale, risate assurde e meccaniche da pachinko per raccontare la ribellione di un ragazzino contro un mondo marcio. Una storia breve ma densa, visivamente magnetica, che punta dritta al cuore (e allo stomaco) del giocatore.”

PRO

  • Scrittura brillante: dialoghi ironici, diretti e ben ritmati che danno subito carattere ai personaggi.
  • Stile grafico straordinario: character design e ambientazioni memorabili, con una forte identità visiva.
  • Personaggi vividi: figure complesse, ben caratterizzate, con una varietà di sfumature emotive e politiche.
  • Temi forti e chiari: critica sociale, lotta di classe, amicizia, trauma e ribellione gestiti con intelligenza.
  • Gameplay originale: il mix tra visual novel e pachinko funziona, dando forma alle scelte emotive del protagonista.
  • Breve ma intenso: circa 3 ore per una storia che resta impressa.

CON

  • Gameplay un po’ caotico: le partite di pachinko dipendono spesso dalla fortuna, e le scelte disponibili non sempre risultano bilanciate.
  • Rigiocabilità limitata: nonostante le ramificazioni, l’impatto delle scelte non cambia drasticamente l’arco narrativo.
  • Alcuni snodi narrativi accelerati: certe svolte (come la parte finale della rivolta) avrebbero meritato un po’ più di spazio.
SCORE: 8

8/10

Sono un'artista italiana che ha iniziato un po' tardi ad appassionarsi al mondo dei giochi ma che se ne è innamorata subito. Non sono una gran giocatrice e scelgo titoli che si adattino alle mie preferenze personali, ma posso apprezzare soprattutto i contenuti grafici e le soluzioni artistiche. Inoltre, sto imparando a conoscere anche tutte le affascinanti funzionalità del game development.