Diventa un tutt’uno con le arti marziali, impugna la tua spada e sopravvivi in questo vasto, complesso e ambizioso videogioco di ruolo d’azione open-world, realizzato da uno sviluppatore solista.
Creare un videogioco come sviluppatore solista è un compito estremamente impegnativo, caratterizzato da sfide, difficoltà e obiettivi spesso ambiziosi, che rendono il percorso tutt’altro che agevole. Come forse ricorderete, abbiamo affrontato questo tema in un articolo dedicato, rivolto agli innumerevoli sviluppatori che, con determinazione, forza e coraggio, lavorano quotidianamente per trasformare i propri sogni in realtà e vedere finalmente il loro ambizioso progetto prendere forma.
Possiamo solo immaginare la gioia, la gratificazione e l’emozione nel vedere centinaia di videogiocatori apprezzare il frutto dei tuoi sacrifici, il risultato di lunghi mesi, addirittura anni, di instancabile lavoro. Il videogioco che hai sviluppato con le tue sole forze, senza il contributo di nessun altro se non il tuo.
Partendo da tali presupposti, desideriamo ora focalizzare la vostra attenzione su un altro progetto ambizioso, sviluppato anch’esso da una sola persona. Stiamo parlando di JUMUN – Will on the Blade, un Action RPG basato sulle arti marziali, visivamente sbalorditivo, con meccaniche Souls-like, sviluppato da un misterioso sviluppatore solista.
Credete che non sia abbastanza ambizioso? Beh, se ciò non bastasse, lo sviluppatore di JUMUN si è prefissato un ulteriore obiettivo: dare vita a questo concept, profondamente ispirato al genere Action RPG e alle meccaniche Souls-like, in un vasto e profondo mondo aperto, composto da una vasta gamma di biomi, sfruttando appieno le potenzialità offerte dall’Unreal Engine 5.
Una missione tutt’altro che semplice, come avrete intuito, che richiederà da parte dello sviluppatore studio, attenzione ed estrema cura ai dettagli, soprattutto considerando i grandi colossi presenti nell’industria dei videogiochi, tra gli Action RPG open-world con cui il gioco dovrà “confrontarsi”. Ne è un perfetto esempio Elden Ring (qui trovate la nostra recensione), l’ultimo capolavoro di FromSoftware, che rappresenta il connubio perfetto tra lo stile open-world e le meccaniche e il level design tipico dei Souls.
Tuttavia, se c’è una cosa che non manca nel vocabolario del misterioso sviluppatore di JUMUN è la parola “ambizione”, quella stessa che si può percepire osservando il suo progetto: un videogioco ricco di stile e dalle ottime premesse che potrebbe davvero farsi valere e guadagnarsi il suo spazio in questo complesso panorama.
Dunque, senza ulteriori indugi, diamo un’occhiata più da vicino a JUMUN – Will on the Blade.
Alcune informazioni di base per iniziare
Svelato per la prima volta su X più di un anno fa, esattamente il 14 gennaio 2023, il progetto ha rapidamente catturato l’attenzione di una vasta fetta di pubblico, riuscendo a radunare, nel giro di poco più di un anno dall’apertura dell’account, una nutrita e variegata community sulla piattaforma.
A quanto ci risulta, il progetto è ancora nelle fasi iniziali dello sviluppo e sarà realizzato sfruttando la tecnologia dell’Unreal Engine 5. Quanto al suo creatore, le informazioni a nostra disposizione sono estremamente limitate, se non del tutto assenti: si tratta di un misterioso sviluppatore solitario che ha mantenuto totale riserbo sulla propria identità e non ha fornito alcuna informazione personale. Pertanto, per ovvie ragioni, ci limiteremo ad approfondire l’opera piuttosto che il suo autore.
I canali ufficiali attraverso cui lo sviluppatore sta diffondendo le informazioni e gli aggiornamenti su JUMUN sono, come precedentemente accennato, l’account ufficiale X del gioco. Qui è possibile accedere al devlog dello sviluppatore, con clip e demo esclusive che mostrano parti del processo di creazione del gioco, inclusi i vari biomi e alcune delle principali meccaniche di gioco, come il teletrasporto e le arti marziali, nonché il sistema di combattimento e una piccola parte del vasto mondo aperto che il gioco promette di offrire. Dando un’occhiata al Linktree, noterete anche la presenza di un canale YouTube ufficiale che, tuttavia, ad eccezione di una breve clip, risulta ancora piuttosto inattivo.
Ora che avete acquisito tutte le informazioni di base, immergiamoci un po’ più in profondità, nel cuore del progetto!
Cos’è JUMUN – Will on the Blade?
Come avrete senz’altro intuito dall’introduzione, JUMUN si presenta come un classico videogioco Action RPG open-world in cui le arti marziali e il combattimento all’arma bianca rivestono un ruolo di primaria importanza. Essi sono i due aspetti che, ancor prima della trama e dell’ambientazione, incarnano al meglio l’essenza del progetto e costituiscono i due elementi cardine su cui si basa il gioco.
Se dovessimo adottare un linguaggio più tecnico, potremmo definirlo in modo sintetico come un Action RPG incentrato sulle arti marziali (“martial-arts based Action RPG”). Tuttavia, sarebbe riduttivo etichettarlo in questi termini, poiché, sebbene le arti marziali siano un elemento centrale in JUMUN, rappresentano effettivamente soltanto una delle molteplici componenti che fanno parte del gioco.
Senza dubbio, seguendo le orme dei grandi classici del genere, JUMUN – Will on the Blade non si limiterà ad un unico approccio al combattimento, ma offrirà ai giocatori la possibilità di esplorare metodi alternativi, più subdoli e furtivi. Come si evince chiaramente dal materiale divulgato dallo sviluppatore su X, il gioco si comporrà di svariate fasi stealth, mirate ad arricchire l’esperienza di gioco non solo in termini di varietà, ma soprattutto di accessibilità, rendendola più appetibile sia per i neofiti che per coloro che prediligono un approccio più calcolato e strategico, piuttosto che lanciarsi a testa bassa nella mischia.
Tuttavia, ancor prima di approfondire la questione legata al gameplay e al sistema di combattimento, è opportuno fare un passo indietro e rispondere a un’altra domanda cruciale: dove e quando è ambientato JUMUN?
Dalle remote rive del Sol Levante
Nonostante lo sviluppatore abbia mantenuto scrupolosamente riservati dettagli specifici sull’ambientazione e sul periodo storico di JUMUN, possiamo cercare di carpire delle interessanti informazioni seguendo alcuni piccoli indizi e formulando, con ferma convinzione, quelle che – vogliamo sottolineare e ribadire – sono solamente delle nostre supposizioni e ipotesi.
Le brevi sequenze divulgate sull’account X di JUMUN accrescono la nostra convinzione che il gioco possa essere ambientato, con quasi totale certezza, nelle terre del Sol Levante, in un’epoca storica ancora avvolta nel mistero. Tuttavia, analizzando attentamente lo stile architettonico e, soprattutto, l’abbigliamento e l’armamentario dei personaggi mostrati in-game, emerge l’ipotesi che lo sviluppatore possa aver tratto ispirazione dal periodo del feudalesimo giapponese (compreso tra il 1192 e il 1868) per plasmare il suo mondo di gioco.
Naturalmente, risalire a una data precisa risulta un’impresa ardua, considerando l’ampio arco temporale che ha caratterizzato la storia del Giappone feudale, che si estende per quasi sette secoli. Potrebbe trattarsi, dunque, di un’epoca specifica, magari durante il tumultuoso periodo Sengoku (1467-1615), in cui il Giappone fu dilaniato da intense e spinose crisi politiche? Oppure durante lo shogunato di Tokugawa (il Periodo Edo), che si estese dal 1603 al 1868? Ad oggi, è difficile fornire una risposta precisa a questa domanda; pertanto, se lo desiderate, sentitevi liberi di avanzare le vostre ipotesi.
E se ancora nutrite qualche perplessità, permetteteci di svelarvi un altro dettaglio intrigante, in grado di conferire un ulteriore tocco di credibilità alla nostra teoria. Stiamo parlando del kasa (笠), un copricapo di varie tipologie, materiali e dimensioni, che vediamo indossare sia dai nemici che dal protagonista all’interno del gioco.
Nella tradizione giapponese, ne esistono diverse tipologie, come accennato, con alcune varianti destinate a specifici utilizzi: dal kasa cerimoniale (Torioigasa), comunemente indossato durante eventi tradizionali come il Festival della Danza Awa, al kasa intrecciato, particolarmente diffuso in alcune danze folkloristiche giapponesi (Amigasa), e persino un’altra variante dell’Amigasa, più ricurva, spesso indossata dai Ronin (Roningasa). Tuttavia, tra di essi, ciò che ci interessa maggiormente è un’altra tipologia di kasa, il Jingasa.
Quest’ultimo, che, a nostro parere, è il modello a cui lo sviluppatore si è maggiormente ispirato per il design dei copricapi di nemici e protagonista, è il copricapo bellico per eccellenza, indossato dagli Ashigaru (i comuni fanti assoldati dai Samurai) e dai Samurai durante il feudalesimo giapponese. Si tratta di un copricapo molto diffuso durante il Giappone feudale, realizzato attraverso la lavorazione di diversi materiali, tra cui ferro, rame, legno, carta, bambù o cuoio.
L’utilizzo, da parte dello sviluppatore, di una propria reinterpretazione del tradizionale Jingasa costituisce un indizio intrigante e, ancor più, una conferma che sostiene ulteriormente la nostra teoria secondo cui JUMUN – Will on the Blade potrebbe essere ambientato nel Giappone feudale.
D’altra parte, c’è un’altra considerazione da fare, altrettanto significativa, che mette in discussione la nostra precedente teoria. È altamente probabile, se non addirittura certo, che JUMUN – Will on the Blade non sia ambientato in un’epoca storica reale, ma piuttosto in una linea temporale alternativa. Un Giappone che, pur avendo degli elementi in comune con il periodo storico del feudalesimo, non corrisponde esattamente alla visione convenzionale di tale periodo storico. Per darvi un’idea, pensate a come FromSoftware ha immaginato e rappresentato il Giappone in Sekiro: Shadows Die Twice. Ora, immaginate questa stessa premessa, ma in un contesto ancora più oscuro, malato, corrotto. E fidatevi, ci sono numerosi indizi che avvalorano questa teoria alternativa: basti pensare alla diffusione di rovi malati che contaminano l’ambiente circostante, segno inequivocabile di una malattia in atto, ai poteri paranormali del protagonista e, in modo ancora più eloquente, ai mostruosi abomini mostrati nelle clip diffuse dallo sviluppatore.
Il Giappone che lo sviluppatore sta tentando di rappresentare in JUMUN si discosta notevolmente dalla percezione che ne abbiamo oggi. È un luogo che, pur mantenendo intatta la bellezza e il fascino della sua flora e del suo eccezionale ecosistema, è stato travolto dall’avanzata di qualcosa di molto più sinistro e spaventoso. Questa forza non ha soltanto invaso la natura; ha anche soggiogato gli esseri viventi che popolano queste terre, trasformando ciò che un tempo era un paradiso in un autentico inferno terrestre. Qui, gli umani si trovano semplicemente ad essere testimoni della corruzione del mondo, impegnati in una violenta lotta intestina, vulnerabili ai pericoli del mondo esterno, diventato il terreno di caccia ideale per i predatori più famelici, desiderosi di soddisfare il loro insaziabile appetito.
Parlando dell’ambientazione di JUMUN, ogni regione, denominata bioma dallo sviluppatore, offre una ricca varietà di caratteristiche peculiari, nemici unici ed elementi ambientali che influenzeranno profondamente il nostro modo di esplorare. Nei video su X, possiamo dare un’occhiata più da vicino ad alcune regioni, tra cui una foresta rigogliosa, una regione completamente innevata, un vasto deserto e persino una vasta area acquatica.
JUMUN sarà dotato di un vasto mondo aperto, come dichiarato dallo sviluppatore, con dimensioni notevoli e una varietà discreta di ambientazioni che auspichiamo incentivino i giocatori a esplorarlo in profondità.L’obiettivo, come è tipico dei moderni videogiochi open-world, è di offrire un’esperienza libera e non troppo vincolante, ma al contempo estremamente equilibrata, onde evitare che i giocatori trovino la loro interazione con il mondo di gioco noiosa o, ancor peggio, monotona.
Tuttavia, arrivati a questo punto, potrebbe sorgervi una domanda: come faremo, ad esempio, ad attraversare rapidamente il mondo di gioco, considerata l’apparente assenza di cavalli o di altre cavalcature terrestri?
Beh, come avrete già intuito, JUMUN – Will on the Blade non seguirà lo schema di un tradizionale open-world. Inoltre, l’esplorazione del mondo di gioco sarà profondamente diversa da quella dei classici videogiochi open-world ai quali siete abituati. A che pro utilizzare un mezzo di trasporto terrestre, come un cavallo o qualsiasi altra cavalcatura, quando avete a vostra completa disposizione le abilità mistiche del protagonista? Capacità che vi consentiranno di librare in alto al di sopra delle cime più elevate e di sfrecciare a velocità supersonica, coprendo lunghe distanze in un battito di ciglia. Oppure, se preferite adottare un approccio più tradizionale, potrete godere di una sublime corsa acrobatica che vi permetterà di attraversare il mondo di gioco via terra con una grazia senza pari, senza trascurare la vostra stupefacente capacità di teletrasporto istantaneo.
E se mai aveste bisogno di attraversare le regioni marine, potrete sempre fare affidamento su un compagno di viaggio forse insolito, ma estremamente prezioso e altrettanto affidabile e fedele del cavallo: un imponente serpente acquatico.
Non è sempre e solo questione di arti marziali
Dopo questo breve excursus sul mondo di gioco di JUMUN – Will on the Blade, torniamo a parlare di due dei principali tratti distintivi alla base del gioco che abbiamo introdotto all’inizio di questo articolo: il gameplay e il sistema di combattimento, due componenti alla base di ogni buon videogioco open-world che si rispetti.
Al momento, purtroppo, il gameplay ci lascia con tante domande e poche risposte, non perché non ci abbia convinto, ma perché lo sviluppatore sta adottando un approccio volutamente riservato, preferendo tenerci all’oscuro di tutto. Al contrario, il sistema di combattimento sembra nascondere meno segreti ed è stato forse l’aspetto su cui lo sviluppatore ha deciso di concentrarsi maggiormente sui canali social del gioco, con l’intento di coinvolgere attivamente la community e raccogliere preziosi feedback da parte dei giocatori.
Il sistema di combattimento in JUMUN seguirà fedelmente lo stile di un classico combattimento all’arma bianca, caratterizzato da ritmi frenetici e serrati, scontri sanguinosi e una generosa dose di adrenalina. La maestria in questo campo dipenderà unicamente dalla rapidità di apprendimento da parte del giocatore e dalla prontezza dei suoi riflessi. Nel gioco, saranno disponibili una vasta gamma di armi ispirate alla ricca cultura giapponese, tra cui spicca la Katana, indubbiamente l’arma giapponese più nota e iconica in Occidente, che potrà essere impugnata singolarmente o insieme a una spada corta, come il Wakizashi. Inoltre, nelle anteprime è possibile notare la presenza del Jumonji yari, una lancia da combattimento ampiamente diffusa nel Giappone feudale, impugnata dai Samurai e dai Sōhei (che, per chi non lo sapesse, sono i monaci guerrieri). L’arte marziale associata all’uso del yari e, nel caso specifico, del Jumonji yari, è nota come Sōjutsu, talvolta chiamata in modo più sprezzante “arte tracotante”.
Il sistema di combattimento si comporrà di alcune meccaniche molto interessanti, che crediamo saranno particolarmente gradite ai fan di Sekiro. Tra queste, spicca l’utilizzo del rampino, il quale non si limiterà a essere una semplice arma di supporto durante gli scontri, ma avrà un ruolo di spicco anche nell’esplorazione e nelle fasi stealth. Inoltre, come si può notare, è stata introdotta la meccanica del parry, un elemento classico, amato e odiato dagli appassionati di Souls e Souls-like, che, come già visto in Sekiro e prevediamo anche in JUMUN, sarà uno dei principali elementi su cui si baserà l’intero sistema di combattimento.
Naturalmente, il combattimento corpo a corpo non sarà l’unica strategia a vostra disposizione, ma ci saranno numerose opportunità anche per gli appassionati della furtività.
I giocatori avranno la possibilità di muoversi nell’ombra, ricorrendo a fasi stealth che ridurranno notevolmente il numero dei nemici o, più semplicemente, consentiranno loro di risolvere situazioni complesse senza dare troppo nell’occhio, oppure di seguire la via dell’onore, come farebbe ogni guerriero rispettabile, fronteggiando i nemici a viso aperto, spada alla mano.
E ora, passiamo alle arti marziali, le tecniche sulle quali si fonda il sistema di combattimento di JUMUN – Will on the Blade. Poiché se prima il combattimento poteva apparire come una sorta di ibrido tra Sekiro e Ghost of Tsushima, l’introduzione da parte dello sviluppatore delle arti marziali cambia radicalmente l’idea che noi, e forse anche voi, ci eravamo precedentemente fatti a riguardo, conferendogli una sensazione completamente diversa.
Basare un sistema di combattimento sulle arti marziali è tutt’altro che banale; al contrario, richiede un’attenta cura dei dettagli e una buona dose di originalità, specialmente considerando l’importante concorrenza a cui il gioco si troverà a fare fronte. Escludendo i videogiochi a tema sportivo come EA Sports UFC, che risultano un po’ fuori tema per la nostra trattazione, se pensiamo a dei videogiochi che possano fungere da ottimi esempi per JUMUN, possiamo citare le serie di Yakuza e Tekken, oltre a Sifu, per menzionare un eccellente videogioco basato sulle arti marziali proveniente dal panorama videoludico indipendente.
Ciò che risulta particolarmente interessante, tuttavia, è l’abile e intelligente utilizzo che lo sviluppatore di JUMUN sta facendo delle arti marziali nel gioco. Come già accennato, creare un’esperienza di gioco incentrata sulle arti marziali non è impresa semplice, ma chi ha detto che saranno le uniche grandi capacità a vostra disposizione? In JUMUN, le abilità utilizzabili in combattimento saranno numerose, variegate e con diverse applicazioni, sia offensive che difensive, o perfino per evitare gli scontri. Ad esempio, l’abilità di teletrasporto istantaneo sarà un geniale stratagemma per spostarsi rapidamente da un luogo all’altro della mappa di gioco, permettendovi di disorientare il nemico, ingannarne la percezione e colpirlo nei suoi punti più vulnerabili.
Inoltre, il protagonista potrà fare affidamento sulle proprie abilità per svariati scopi unici che vanno ben oltre le semplici applicazioni marziali. L’utilizzo dell’abilità di volo e della corsa acrobatica, ad esempio, saranno di grande utilità per esplorare il vasto mondo di gioco senza dover sempre ricorrere al viaggio rapido. Inoltre, molte delle abilità a vostra disposizione, comprese quelle marziali, potranno essere sfruttate anche come mezzo di autodifesa per fuggire o evitare gli scontri con i boss nel caso in cui non siate adeguatamente preparati al combattimento. Oppure, se vi sentite particolarmente coraggiosi, potrete contare sul vostro potere di invisibilità per avvicinarvi a loro di soppiatto e colpirli alle spalle, o nel modo che ritenete più opportuno. Tuttavia, state attenti a non fare rumore, o peggio ancora, a non attirare l’attenzione di ospiti indesiderati o belve fameliche.
Insomma, come avrete compreso, il combattimento in JUMUN non è sempre e solo questione di arti marziali!
La Grande Sfida di JUMUN – Will on the Blade
Arrivati a questo punto, è il momento di fare un resoconto e trarre delle conclusioni, cercando di comprendere cosa possiamo aspettarci da JUMUN nel corso del 2024.
Come avrete certamente notato, il concept a cui lo sviluppatore sta lavorando ci ha colpito profondamente, soprattutto considerando che dietro la realizzazione di un progetto così ambizioso vi sia una sola persona.
Il principale grande passo che, a nostro avviso, lo sviluppatore dovrà intraprendere consiste nel trovare un modo per distinguere e differenziare il suo open-world dagli standard ai quali siamo abituati oggi. È evidente che non si tratti di un’impresa semplice; tuttavia, sarà essenziale per il successo del progetto dare un taglio diverso, e perché no, anche innovativo all’esperienza di gioco, al fine di potersi ritagliare uno spazio tra i numerosi videogiochi open-world presenti nel panorama videoludico attuale, nonché tra quelli in arrivo nei prossimi anni.
Cosa significa distinguersi tra i vari open-world presenti oggi sul mercato? Si tratta di un lavoro estremamente complesso, che va dalla “semplice” stesura della quest principale fino alla selezione accurata di quest, attività e missioni secondarie coinvolgenti e variegate, capaci di suscitare l’interesse dei giocatori e di spingerli ad esplorare ogni angolo del mondo di gioco, ponderando con attenzione ogni loro scelta. è fondamentale che lo sviluppatore curi attentamente le interazioni che i giocatori potranno avere con il mondo di gioco e i suoi elementi, e, forse ancor più importante, che dia vita a un mondo che i giocatori sentano vivo, popolato, caratteristico e ricco di punti di interesse, evitando che appaia vuoto, morto o, ancora peggio, privo di contenuti stimolanti e appetibili. Sarà un compito semplice? No. Lo sviluppatore potrebbe riuscirci? Sì!
Detto ciò, da quanto abbiamo osservato finora, il progetto promette davvero bene e sembra avere davvero tutte le carte in regola per diventare un ottimo Action RPG open-world.
Al momento, JUMUN – Will on the Blade non ha ancora una data di uscita né una pagina ufficiale su Steam. Per quanto riguarda le piattaforme supportate, lo sviluppatore ha già espresso l’intenzione di rilasciare il gioco sia su PC che su console.
In attesa di ulteriori dettagli, qualora foste interessati al gioco, vi invitiamo a visitare la pagina X del gioco per non perdervi clip esclusive e tutti i nuovi aggiornamenti da parte dello sviluppatore. E naturalmente, continuate a seguirci per rimanere aggiornati su tutte le prossime novità.
È tutto per oggi. Alla prossima!