Genopanic è un platform 2d con elementi metroidvania, puzzle ed action. Saremo da soli in una stazione spaziale piena di pericoli insieme al nostro cane.
Ironicamente gli stessi sviluppatori Mobirate definiscono Genopanic un “non metroidvania”. Anche se gli elementi platform e puzzle sono preponderanti, quelli metroidvania sono comunque presenti ed hanno la loro importanza.
“Sembra che non tutti abbiano capito cosa intendessimo con la parola (non)metroidvania. Genopanic è più un platform esplorativo con elementi Metroidvania, con gadget e armi da sbloccare. Ma il backtracking è ancora presente, anche se non in misura così ampia come nei normali metroidvania”.
Sono queste le parole degli sviluppatori scritte (e tradotte N.d.R.) su X.
Cominciamo a vedere cosa ci mostra questo prologo parlando dell’incipit narrativo e delle meccaniche presentate.
Nello Spazio Nessuno Può Sentirti Urlare
In Genopanic il nostro protagonista sbarca sulla stazione spaziale gestita dalla Simbirsk. Già dai primi passi capiamo che la situazione non è affatto normale, quindi comincia ad indagare. Addentrandoci nei meandri della stazione alla ricerca di un cargo disperso, notiamo che la zona è stata messa in quarantena. La situazione diventa sempre più inquietante quando cominciamo ad incontrare strane creature e pericoli d’ogni sorta. Come se non bastasse, incontriamo una strana figura, un ologramma che ci intima di fermarci. Per fortuna non siamo soli: Laik è il nostro cane, nonché assistente virtuale che ci aiuterà nella nostra avventura.
Gadget, Armi e Meccaniche
Durante il prologo sbloccheremo diversi gadget che saranno utili sia per proseguire che per compiere delle missioni. Genopanic ha un tono perlopiù esplorativo dove il platforming ha una forte importanza. La mappa è in puro stile metroidvania, e sono ben visibili gli obiettivi da raggiungere. Esplorando troveremo files e mail che ci faranno conoscere un po’ di lore e che attiveranno missioni principali e secondarie. A volte degli ostacoli sbarreranno la nostra strada, ma non saremo costretti a ritirarci. Infatti, saltando attraverso certi punti troveremo passaggi nascosti che non sono segreti, ma strade da scoprire per avanzare nell’avventura. Questi cunicoli collegano le varie stanze, permettendoci di raccogliere i vari gadget, uno di questi è la pistola per catturare delle strane creature fuggite dal contenimento. Altre sono la pistola e la lama laser con le quali possiamo sbarazzarci dei nemici e di alcuni ostacoli ambientali. Ultimo è il jetpack che ci permette di planare ed allungare il salto. Una menzione speciale va alla meccanica del salto. Per quanto abbia provato poco è fatto molto bene e il buon level design esalta la pur semplice meccanica. Ben distribuiti sono anche i punti di salvataggio, visto che abbiamo solo 3 punti ferita e certi pericoli ambientali ci uccidono con un colpo solo.
Pixel Art, Sound e Map Design
Genopanic ha una pixel art ben fatta e accattivante. Riesce a trasmettere sia lo humor che le parti “creepy” di cui il gioco è composto. Le animazioni per quanto semplici sono ben fatte e gli input sembrano rispondere bene. La parte degli scontri è forse la più debole per ora, visto la passività dei nemici. Buona la boss fight che affrontiamo nelle prime fasi: per quanto semplice ben studiata e non frustrante e noiosa.
Il prologo di Genopanic dura poco più di un’ora, dipende poi anche dall’abilità del giocatore. La storia si conclude con il protagonista che si accinge ad entrare nei laboratori. C’è ancora molto da capire e vedere, e soprattutto meccaniche e gadget che al momento non possiamo utilizzare. Questo ci fa pensare quanto promettente sia questo prologo e quanto sia curioso di provarlo e recensirlo.
Quindi questo è un arrivederci alla nostra recensione completa di Genopanic.