AI-KODE: un’esperienza profonda e piena di mistero, in una Demo che ci ha sconvolti. Percorriamola insieme
Come anticipato vi parleremo della Demo di AI-KODE, un titolo che abbiamo ampiamente ed approfonditamente discusso con voi. Nella nostra intervista con la sua sviluppatrice, ACE, siamo rimasti molto entusiasti delle premesse; aveva promesso di stupirci e di regalarci un’esperienza di gioco densa di cambiamenti. Ebbene, la Demo ci ha sbalorditi e lasciato totalmente sconvolti per la sua bellezza, concetti complessi e profondi come l’essere vivi e la nostra percezione del mondo attorno a noi e ultimo ma non meno importante l’aspetto tecnico che lascia davvero a bocca aperta!
ACE, ci ha regalato una Demo, fuori dal comune e se questa è solo la punta dell’iceberg contro la quale impatteremo prima dell’uscita effettiva del gioco, vi consigliamo di tenervi forti.
L’impatto emotivo che lascia nella sua relativa brevità è devastante, muovendo nel giocatore domande ancestrali come: Sono davvero vivo? Cosa significa essere vivi? E’ tutto reale o sto vivendo in una sorta di matrix?
I dialoghi, o meglio il quasi monologo del Puppet che ci farà da cicerone, muove grandi interrogativi sulla vita che tutti noi conduciamo ogni giorno.
Portandoci a riflettere anche sulle più piccole delle decisioni che prendiamo; sarà quella giusta? E se avessi scelto diversamente, come sarebbe andata?
Con AI-KODE, le domande esistenziali e cosmiche saranno sempre lì, a fare capolino, muovendo le nostre più salde convinzioni. Ci faranno mettere in discussione il modo in cui abbiamo guardato la vita fino a prima lasciandoci, quel retrogusto, a metà tra disillusione e vuoto. Ma forse sarebbe meglio dire che ora siamo aperti ad una nuova visione di ciò che viviamo nel costante cambiamento che ci circonda. E forse…siamo pronti a spezzare le catene che ci tengono legati alla nostra realtà!
Lo stato di Coesistenza
Cos’è la realtà? Come risposta più ovvia, tendiamo a rispondere “ciò che ci circonda”, ma è davvero così? E’ davvero solo ciò che possiamo percepire? Oppure ci può essere una possibilità, che oltre le nostre facoltà, qualcosa a noi celato esista e quindi sia reale?
Come detto, poc’anzi, AI-KODE è un gioco tutt’altro che superficiale. Scava ed indaga nelle profondità di ognuno di noi, nelle profondità del suo stesso creatore.
Prima ancora di offrire un’esperienza videoludica, ci offre un forte scossone personale, una sorta di sessione di psicoanalisi sotto “mentite spoglie”.
Il concetto di Realtà e Coesistenza permea la Demo in tutta la sua completezza. Sin dai primissimi istanti, dove la schermata con un incipit su sfondo bianco non ci lascia scampo: “[..]ricordi che lottano l’uno contro l’altro, cercando di formare un messaggio, cercando di ricordare una ragione, per esistere..”
Forse dovremmo svegliarci da questo stato di quiete e cominciare ad aprire gli occhi sulla reale natura del mondo…Proprio come Aiko dovrà fare in questa Demo.
Benvenuti a Shibuya
Con Aiko ci troviamo ad attraversare il famosissimo incrocio di Shibuya. Noto per la sua capacità di veder passare circa 1.000-2.500 persone ogni 2 minuti al cambio del semaforo. Un esempio di caos organizzato davvero spettacolare.
I rapporti ufficiali indicano che Synthetica è stata costruita utilizzando come modello Shibuya, un quartiere di Tokyo, in Giappone. Shibuya è una metropoli vivace, le sue strade e i suoi edifici sono invasi dai colori brillanti delle schermate pubblicitarie. Attraverso un notevole successo ingegneristico, l’essenza di Shibuya è stata catturata e trasferita in un nuovo regno, dando vita a Synthetica. Da qui il nostro viaggio inizia! La voce del Puppet ci parla mentre esploriamo Synthetica, una nota sul creatore del gioco ci viene riferita; la sua ossessione per Shibuya l’ha portato a volerla ricreare in modo maniacale…Ma la vera domanda è: Perchè?
Perché scegliere proprio Shibuya, cos’ha di così importante? A parte essere una delle attrazioni più belle e visitate del nostro tempo? Si nasconde forse qualche storico motivo dietro questa scelta?
Shibuya rappresenta sin dalla sua nascita il crocevia che collega diversi distretti di Tokyo, rappresentando così il cuore e la chiave per la comunicazione tra realtà omogenee, composta da strade uniche e passaggi nascosti.
La scelta del modello di Shibuya, nel mondo di AI-KODE, potrebbe essere una trasposizione del concetto di coesistenza che ACE voleva integrare nel gioco. Una coesistenza che tocca diversi livelli di comprensione, dalla coesistenza nel suo più alto concetto, anche espresso in AI-KODE, attraverso le parole di Erwin Schrodinger: “L’immagine del mondo di ogni uomo è e rimane sempre una costruzione della sua mente e non è possibile dimostrare che abbia altra esistenza”. Scomodando Schrodinger, non solo consideriamo la possibilità della coesistenza di innumerevoli luoghi e in mondi diversi, ma anche lo stato della nostra esistenza; proprio come l’esperimento del Gatto di Schrodinger. Un gatto che coesiste in uno stato sia di vita che di morte simultaneamente ma in due mondi diversi, chiuso in una scatola.
Quindi…Dovremmo aprire la scatola? Cosa succederà una volta aperta?
Chi siamo?
Siamo Aiko, ma ne siamo sicuri? La Demo getta sempre il dubbio sulla nostra identità e quale sia la nostra storia.
Se poco prima eravamo una Aiko a Synthetica, ora siamo qualcun altro. Sembianze e mondo attorno a noi non è più gli stessi. Ora siamo la giovane Nia, una ragazza energica e curiosa, sempre piena di vita. Il suo talento consiste nel lavorare con i macchinari del Settore F. Come una delle “prescelte“, Nia sogna di esplorare i settori al di fuori delle mura che circondano il Settore F.
Il Settore F è un luogo unico e affascinante dove, a differenza del resto di Synthetica, natura e tecnologia coesistono. Al suo centro, si trova un grande albero conosciuto come “Yggdrasil“, circondato da una città vivace che funziona grazie a ingranaggi e macchinari a vapore. Nonostante il contrasto con gli altri settori di Synthetica, il Settore F emana una sensazione di pace e tranquillità.
Si crede che solo poche persone siano scelte da una forza superiore. Queste persone sono contrassegnate con “i marchi di Dio“, marchi distintivi sulla loro pelle che indicano il loro status di “eletti“. Soltanto loro sono autorizzati ad avventurarsi al di fuori delle mura e della cupola del Settore F, incaricati di compiere la loro missione.
Esplorando il Settore F, possiamo ascoltare innumerevoli NPC parlare delle loro vite (molto monotone e piatte), suonare la chitarra, utilizzare l’abilità di Scannerizzazione di Nia e dormire sulle panchine in caso volessimo far passare il tempo. L’abilità di scannerizzazione, ci consente di ricavare informazioni ambientali e sui personaggi, come ad esempio: il loro nome, età e a quale settore appartengono.
L’ultima opzione, invece, del dormire sulle panchine vi consigliamo di usarla con parsimonia perché potrebbe…portare ad una “spiacevole fine”. E voi non volete questo, vero?
Nemici e Boss Colossali
AI-KODE è un immersivo RPG d’azione caratterizzato da Boss colossali e intricate meccaniche di combattimento, il nostro primo assaggio l’abbiamo nella Città di Schrodinger. Una misteriosa città situata nel mezzo di un oceano vuoto. I suoi abitanti insoliti non sono altro che bambini con candidi abiti bianchi e fiori rossi al posto del viso. Curiosamente, le strade di questa città sono piene di gatti che gironzolano liberamente.
Quando gli abitanti camminano sotto le ombre, la loro pelle sembra diventare traslucida, rivelando i sagome delle loro ossa. Nella nostra permanenza possiamo decidere se interagire o uccidere i gatti che si trovano nella Città.
Nonostante sembri un’opzione messa lì a caso, non lo è affatto. La crudeltà o compassione che dimostreremo contribuirà alla formazione della personalità della nostra Aiko. Ogni azione ha una conseguenza…assassino!
Ma torniamo a noi, salendo una marmorea scala, troveremo alcuni nemici ad attenderci. Avremo a nostra disposizione combo di attacchi terrestri ed aerei per sconfiggerli. Dopo questa piccola orda di nemici dal livello esiguo, ci scontreremo con un Boss colossale.
Una immensa puppet si staglia davanti a noi, ed ora abbiamo il controllo su una Aiko in versione Kyao. Potremo finalmente alternare attacchi fisici o con arma. La barra del Boss Colossale, scende molto lentamente. Ci saranno dei momenti nei quali sembrerà prendersi una pausa dall’attaccare, per poi tornare con pesantissimi attacchi con onde d’energia e linee di codice alla matrix. Mentre combattiamo abbiamo la sensazione di cercare sempre di capire il gioco dato il continuo cambiamento, rappresentando una sfida appassionante.
Inoltre, le animazioni sapientemente costruite rendono gli scontri fluidi, epici e conferiscono quel tocco JRPG che è già ampiamente supportato dall’estetica del videogioco.
Un bambino, Un burattino, Un contratto
Questa triade è stata discussa con la Solo-dev anche durante la nostra intervista; ma che per ovvi motivi non ha potuto approfondire onde evitare spoiler. Ci aveva assicurato che per la Demo, saremmo stati in grado di capirla un po’ meglio – più facile a dirsi che a farsi. Il Puppet stesso ci racconta la storia di questo bambino, che, un giorno entrando in un vecchio teatro trova un burattino. Sentendo subito un forte legame con questo; decide di portarlo a casa con sé.
Il racconto continua, diventando inquietante, in quanto il bambino ammonito dal burattino, scopre di avergli donato una vita ma allo stesso tempo di avergli concesso anche la sua – “Il burattino gli disse: Guardami, sono ciò che realmente desideri”.
Questo ci ha ricordato le parole di ACE, che proseguendo nella sua risposta disse che spesso le persone non sono disposte a farsi carico delle responsabilità che le azioni intraprese poi presentano.
Non è strano, un comportamento umano, che per quanto sia immaturo e alle volte deprecabile si presenta più di quanto vorremmo ammettere. E se, il burattino volesse intendere che, il bambino, ma più generalmente l’essere umano preferisce essere al pari di un burattino? Non responsabile delle proprie azioni, ma semplicemente spettatore passivo della propria esistenza?
Se lasciamo che sia la realtà a delineare la nostra esistenza, stiamo tacitamente firmando un contratto – contratto che ci priva (anche se autoinflitto) delle possibilità di esprimerci come esseri senzienti e che si autodeterminano. Cadiamo in una morte dell’anima perpetuando un loop infinito di scelte non realmente volute ma dettate da una incapacità di assumersi la piena responsabilità per quello che vorremmo veramente.
Chi sei? Ti ho ucciso…
“Hai accettato il contratto già da tempo…”– Contratto che ci ha concesso la possibilità di vedere oltre il mondo fratturato nel quale ci troviamo. Ripetendo loop infiniti e lasciandoci alle spalle molteplici versioni di noi stessi. Morendo ancora e ancora, un ciclo infinito di morte. Cosa abbiamo ottenuto? Nulla. Ci siamo rinchiusi in questa scatola di Schrodinger, morti e vivi al contempo, descrivendo un loop che chiamiamo Realtà.
Il puppet ci rassomiglia al bambino del suo racconto, che, coraggiosamente, sceglie di spezzare le catene che lo univano al burattino, sperando di avere la meglio.
Per sua sfortuna, spezzando il suo legame con esso anche la sua vita si spezza, chiudendo gli occhi per sempre.
Anche Aiko ha spezzato le proprie catene, ma facendo ciò ha chiuso gli occhi proprio come il bambino. Al posto della morte fisica, sull’occhio di Aiko si posa una farfalla blu, la stessa farfalla che il Puppet ha con sé nella lanterna. Quasi a rappresentare il “contratto”, di cui tanto parla.
Dalla Demo siamo certi di aver capito quanto la figura del Puppet sia complessa e nel suo agire sia anche subdola. Provoca in Aiko/Nia dubbi, manipola la “realtà” nella quale ci troviamo e muta aspetto, comparendo a volte con le sembianze di Saya.
Velatamente, sembra volerci far capire che la nostra protagonista, condivide parte della sua coscienza con una delle figure principali del gioco. Già, perché la protagonista, Aiko, in realtà non è nemmeno la protagonista di questa intricata storia; questo ce l’ha confermato ACE.
Quindi…Chi siamo “realmente”? Siamo solo gli ultimi istanti di una vita che si sta spegnendo? Siamo il “cosa sarebbe stato se…”?
CHI SIAMO???
“Da questo momento in poi, subirai la degradazione della mente, i ricordi, lottando l’uno contro l’altro, cercando di formare un messaggio, cercando di ricordare una ragione, per esistere…”
AI-KODE ed i messaggi nascosti
Sin dal principio, abbiamo raccontato di quando il gioco sia criptico nella sua natura. Nulla è messo a caso o per puro divertimento, non siamo noi a dirlo ma è la creatrice del gioco ad averlo confermato nella nostra intervista.
La Demo non ha fatto altro che far suonare campanelli, come la sensazione che qualcosa ci stesse sfuggendo, eppure era lì sotto al nostro naso. La bravura è anche questa, nascondere qualcosa la verità sotto gli occhi di tutti. Per quanto ci possiamo sforzare, per ora abbiamo solo un quadro parziale di ciò che AI-KODE porta dentro di sé.
Il legame molto forte, quasi di nemesi tra Aiko e Saya e questa figura di transizione rappresentata dalla giovane Nia, un eletta, chiamata a compiere la sua missione.
Abbiamo fatto i compiti a casa, e facendo ricerche abbiamo trovato alcuni indizi sparsi nei canali social del gioco; dal sito ufficiale, Logo e X.
Come pronunciate “AI-KODE”?
Magari lo pronunciate “Eyecode”, un po’ simile a come si pronuncia il nome Aiko, oppure lo pronunciate così come lo vedete?
Che risvolti potrebbe dare in base a come lo si pronuncia? Se consideriamo di pronunciarlo come il nome della Protagonista, Aiko, potrebbe significare che nonostante lei non sia realmente così centrale come ruolo di protagonista, nel corso dell’arco narrativo la vedremo diventare sempre più fondamentale per spezzare questo ciclo di morte infinito. Se invece, consideriamo “AI Kode”, come letteralmente codice AI o codificato da un’intelligenza artificiale, potrebbe significare tutt’altro. Infatti, durante la Demo il Puppet ci parla “di frammenti di codice”, come fossero ricordi di qualcuno che non vuole accettare la verità.
Quale verità? Che la realtà non è esattamente quello che vogliamo credere? Che anche se pensiamo di poter decidere in libertà, in realtà facciamo parte del piano di qualcuno più in alto di noi?
Oppure, potremmo leggere il titolo come “Aiko de”. In giapponese “Aiko de” può significare “con amore”, il che significa che AI-KODE è stato creato come una lettera d’amore ad altri giochi? ACE, non ha mai negato di prendere spunto da videogiochi che ha amato come videogiocatrice, ma non ha mai desiderato, più di tanto, definire “AI-KODE” una lettera d’amore per altri videogiochi.
Una cosa fondamentale che sappiamo sullo sviluppo di AI-KODE è che è sviluppato da una solo-dev, potremmo quindi leggere il titolo del gioco come “I code”, che suonerebbe molto simile ad “AI-KODE”. Potrebbe essere lo statement del fatto che è un lavoro in solitaria.
Un’altra interessante visione sul come leggere “AI-KODE “ è leggendolo come “EyeCode”, ossia Codice dell’occhio. Questa lettura ci ricorda un frame preciso della Demo che vediamo verso il termine. Aiko, sta per spezzare le catene che la unisce al puppet, procedendo compare l’immagine statica di Nia. Sembra quasi un burattino, in un flash che passa nei suoi occhi, una sorta di codice si scorge nell’iride. Scopriamo di non aver ucciso il puppet, infatti, essa stessa divertita dice ad Aiko di non aver ascoltato bene la storia del bambino e del burattino.
Segreti in piena luce
Un altro fatto curioso o segreto divertente sul logo è dato dalla frase che si compone delle 4 parole più grandi, quando le combiniamo otteniamo un’altra frase:
“Ricordi simili definiscono la storia”
Visto il legame tra Nia e Aiko, potremmo vederle come re-incarnazioni dello stesso essere che compie innumerevoli cicli di vita/morte in mondi diversi. Una mente che cambia corpo ma mantiene più o meno intatti i propri ricordi, ma che col passare dei cicli comincia a perdere o confondere chi sia in realtà.
Realtà…una parola che torna spesso e volentieri in questo gioco, e no – non è una casualità.
Fan dei numeri
Infine, AI-KODE, nasconde anche una natura matematica e di numerologia. Il numero 19111545 si traduce in AIKODE utilizzando l’alfabeto:
1 = a
9 = io
11 = k
15 = o
4 = d
5= e
Le cose più interessanti su questo numero?
Se sommiamo 1+9+1+1+1+5+4+5 otteniamo 27, questo numero è importante ma c’è di più…sommando 2+7 otteniamo 9. In numerologia il numero 9 ha un significato di realizzazione e di cambiamento, di compimento e coronazione di un ciclo che prelude l’inizio di un nuovo piano, di una nuova realtà. Contiene, insomma, sia il concetto di inizio che quello di fine, la morte e la rinascita.
Inoltre, in matematica qualsiasi numero moltiplicato per 9 risulterà sempre in un numero le cui cifre sommate danno come risultato 9. Questo è un riferimento alle multiplici versioni di Aiko nel gioco
Facendo una seconda Run, abbiamo notato che il gioco inizia nel mese di Settembre, che corrisponde al numero 9
Che dire dei gatti della città di Schrodinger, è risaputo che i gatti hanno 9 vite (sì, di nuovo gatti!)
Ultimo ma non meno interessante fatto su questo numero “191115” è che possiamo vederlo come: 19+11+15 = 45
E l’ultima sezione del gioco (ospedale Jikei) ha 45 oggetti da collezione:
19 nastri
11 disegni
15 immagini
45 oggetti da collezione
Su youtube c’è già 1 cassetta, registrata il giorno 19/11 del 2007. Di nuovo 2007, lo si può vedere ancora come 27, ripetiamo, non è una coincidenza.
La sequenza di Saya
Ispezionando il sito ufficiale di AI-KODE, nella sezione dedicata ai personaggi, abbiamo trovato Saya. Nei dettagli possiamo trovare questo codice binario
01001100
01001001
01000101
01010011
Se decodificato otteniamo la parola “LIES”, menzogne. Da parte di chi? Saya sta cercando di avvisarci su qualcosa o qualcuno? Menzogne…parole che si adatta benissimo all’immagine del Puppet data la sua natura manipolatrice.
AI-KODE – Never Gonna Give you up!
Vi chiederete, che c’entra adesso Rick Astley con AI-KODE? Beh, se andate sul sito ufficiale del gioco e cliccate sul logo in alto a sinistra, verrete portati al video YT della canzone in questione.
Ma prima, una brevissima panoramica su questo capolavoro anni ‘80: La canzone è un inno all’amore incondizionato e sull’impegno a non mollare mai. La canzone esprime un sentimento di fedeltà e speranza, incoraggiando chi la riceve a non arrendersi mai.
Questi concetti – Speranza, non mollare mai richiamano alla mente le parole che ACE disse ai nostri microfoni: “Non mi interessa se realizzo il mio sogno o meno, ma almeno se non lo realizzo, sarà la prova che anche se lavori duro e sacrifichi tutto ciò che hai nella tua vita non significa che lo realizzerai.
Questo era in riferimento alla popolarità e successo del suo debutto, AI-KODE. Ma il concetto che esprime si applica alla perfezione al complesso personaggio che Aiko rappresenta.
Tanto che la solo-dev stessa, conferma di aver dato voce ai suoi pensieri attraverso Aiko all’inizio dell’avventura per far conoscere il suo gioco. Ed ora, se ripensiamo alla Demo, possiamo scorgere molti dei tratti caratteriali e psicologici di ACE in Aiko (guarda caso Aiko si fa chiamare con lo pseudonimo “ACE”). Sentiamo quindi, che il concetto espresso da ACE e dalla canzone che ha scelto (poi chissà, magari l’ha solo scelta perché gli piaceva) rappresenti intensamente ciò che Aiko stessa cerca di ottenere dalla propria esistenza. Cerca in tutti i modi di realizzare il sogno di essere libera e spezzare l’infinito ciclo di vita/morte. E se non dovesse riuscire in questo intento sarà la prova che spezzare il loop sia impossibile.
Se ci sono altri segreti?
OVVIAMENTE. In AI-KODE NIENTE è casuale, tutto è stato pianificato in anticipo in misura che non possiamo nemmeno immaginare. Per questo vi consigliamo di non perdere i nostri aggiornamenti su AI-KODE. Inoltre, se non l’avete già fatto, potete già inserirlo nella vostra Wishlist Steam!
Buon Game a tutti!